OpenAI segnala operazioni covert legate alla Cina: l’uso improprio dell’IA generativa solleva nuove sfide per la sicurezza digitale e la governance globale

RedazioneRedazione
| 05/06/2025
OpenAI segnala operazioni covert legate alla Cina: l’uso improprio dell’IA generativa solleva nuove sfide per la sicurezza digitale e la governance globale

L’azienda californiana denuncia l’incremento di operazioni condotte da gruppi collegati alla Cina per fini geopolitici e cyber offensivi. Tra propaganda, ingegneria sociale e strumenti di attacco, l’intelligenza artificiale generativa si conferma risorsa critica e vettore di rischio per l’equilibrio globale.

OpenAI, tra i principali attori globali nello sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa, ha pubblicato un nuovo rapporto che documenta l’uso crescente della sua tecnologia da parte di gruppi legati alla Cina per scopi covert, tra cui manipolazione dell’informazione, attività di spionaggio cibernetico e operazioni di influenza geopolitica.

Il documento, reso pubblico oggi, descrive come tali operazioni — sebbene finora di scala limitata — stiano aumentando in varietà e sofisticazione. Le campagne individuate sono caratterizzate da target ristretti, ma rivelano l’emergere di nuove minacce ibride basate sull’integrazione tra AI e attività ostili digitali.

Manipolazione dei contenuti e disinformazione a sfondo geopolitico

OpenAI ha evidenziato casi in cui account collegati alla Cina hanno utilizzato ChatGPT per generare contenuti mirati alla manipolazione dell’opinione pubblica su temi politici e geopolitici. Tra gli esempi documentati:

  • post denigratori su un videogioco incentrato su Taiwan
  • falsi contenuti contro attivisti pakistani
  • narrazioni ostili relative alla chiusura dell’agenzia USAID.

Inoltre, è stato identificato un flusso di contenuti polarizzanti su piattaforme social, apparentemente progettati per alimentare la frammentazione del discorso politico statunitense, sia da destra che da sinistra, accompagnati da immagini generate artificialmente per profili fake.

Uno degli elementi più preoccupanti riguarda la capacità dell’AI di generare retoriche plausibili, spesso difficilmente distinguibili da contenuti autentici, con implicazioni dirette sul fronte della disinformazione e della sicurezza democratica.

AI come moltiplicatore nelle operazioni di cyberspionaggio

Il rapporto evidenzia anche come gruppi di minaccia legati a interessi cinesi abbiano utilizzato strumenti AI per diverse fasi delle operazioni cyber. Tra gli usi individuati:

  • ricerca open-source su target e vulnerabilità
  • modifica di script malevoli e tool di attacco
  • ottimizzazione delle configurazioni di sistema
  • sviluppo di strumenti per brute force di password e automazione social media.

Questo uso strumentale dell’IA agentica e generativa riflette una crescente capacità offensiva da parte di attori statali o parastatali, con l’intento di amplificare l’efficienza, l’adattabilità e l’impatto delle proprie campagne di influenza o attacco.

Profili giuridici e impatti sistemici: tra diritto dell’innovazione e cybersecurity globale

L’episodio solleva numerosi interrogativi di natura giuridica e regolatoria:

  • Quali limiti possono (e devono) essere imposti ai modelli AI general-purpose per evitarne un uso ostile?
  • Come si definisce la responsabilità dei provider tecnologici rispetto a contenuti generati da terzi?
  • Quali modelli di audit, controllo e trasparenza algoritmica risultano necessari in scenari di rischio geopolitico?

La governance globale dell’IA — in fase ancora embrionale — viene nuovamente messa alla prova, evidenziando l’urgenza di definire standard internazionali per la sicurezza dell’intelligenza artificiale in ambito civile, commerciale e strategico.

OpenAI: vigilanza attiva e profilo industriale in ascesa

OpenAI ha dichiarato di aver disattivato gli account associati alle operazioni sospette e di monitorare costantemente l’uso improprio dei propri modelli, nell’ambito di una strategia di sicurezza proattiva.

L’azienda, che ha recentemente raggiunto una valutazione di 300 miliardi di dollari in seguito a un round da 40 miliardi, si conferma al centro della scena globale non solo per l’innovazione tecnologica, ma anche per il suo ruolo sistemico nella definizione delle architetture di fiducia nell’ecosistema digitale.

Verso una nuova geopolitica dell’intelligenza artificiale

Il caso evidenziato da OpenAI rappresenta l’ennesimo segnale che l’intelligenza artificiale è ormai non solo una leva competitiva economica, ma uno strumento di potere e influenza geopolitica. Le tecnologie emergenti, come l’AI generativa, devono essere integrate in un framework multilaterale di regole, interoperabilità e responsabilità, capace di bilanciare innovazione, sicurezza e tutela delle democrazie.

La sfida per istituzioni, imprese e organismi internazionali sarà quella di garantire un uso lecito, trasparente e sicuro delle tecnologie AI, senza inibire le potenzialità trasformative che esse offrono per la crescita e la resilienza dei sistemi globali.

Video del Giorno

Il Consorzio Italia Cloud lancia un appello alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai ministri competenti: “Servono politiche urgenti per difendere la sovranità digitale nazionale”

"Quando stai per crollare, rammenta: Un pensiero alla volta. Una cosa alla volta. Un giorno alla volta"

Anonimo

Articoli recenti

Tecnologie in video

Drone View

Barberio & Partners s.r.l.

Via Donatello 67/D - 00196 Roma
P.IVA 16376771008

Policy
Privacy Policy
Cookie Policy
Termini e Condizioni
iscriviti alla nostra newsletter
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e la Informativa sulla Privacy di Google, nonché i Termini di Servizio sono applicabili.