Smartphone e sostenibilità: l’Unione Europea introduce standard vincolanti su durata, efficienza energetica e riparabilità per ridurre rifiuti e costi

RedazioneRedazione
| 06/06/2025

Dal 2025 nuove norme UE estendono la vita utile degli smartphone: risparmi stimati per 19,8 miliardi di euro, calo dei consumi del 31%, aggiornamenti software garantiti e diritto alla riparazione.

A partire dal 20 giugno 2025 entreranno in vigore in tutta l’Unione Europea i nuovi regolamenti sull’ecodesign e l’etichettatura energetica applicati a smartphone e tablet. L’obiettivo è ambizioso: prolungare la durata media dei dispositivi elettronici, aumentarne l’efficienza energetica, ridurre la dipendenza da nuovi acquisti e limitare l’impatto ambientale del comparto tecnologico.

Smartphone più longevi: da 3 a oltre 4 anni di vita utile

Le nuove norme impongono standard minimi più severi: gli smartphone dovranno resistere ad almeno 800 cicli di ricarica mantenendo l’80% della capacità originale, equivalenti a circa 2,2 anni di utilizzo giornaliero. Parallelamente, saranno ottimizzati anche i processi di carica e mantenimento per abbattere i consumi superflui.

Efficienza energetica: consumi ridotti fino al 31%

I dispositivi dovranno consumare meno energia sia durante l’uso attivo che in standby. Il consumo annuo degli smartphone top di gamma scenderà da 12,2 a 9,2 kWh e quello dei tablet da 8,8 a 6,8 kWh. Il risparmio complessivo stimato entro il 2030 è di 2,2 terawattora all’anno, l’equivalente del consumo di 800.000 famiglie.

Un impatto economico significativo: -22% sui costi per i consumatori

Secondo le proiezioni ufficiali, le nuove normative porteranno a un risparmio complessivo di 19,8 miliardi di euro entro il 2030, pari al 22% delle spese correnti in dispositivi mobili. Ogni famiglia europea risparmierà in media 98 euro all’anno, grazie a un ciclo di acquisto più dilazionato e alla riduzione dei costi di smaltimento e sostituzione.

Aggiornamenti software garantiti per 5 anni

Per contrastare l’obsolescenza programmata a livello software, i produttori saranno obbligati a garantire aggiornamenti di sicurezza e funzionalità per almeno cinque anni dalla fine della commercializzazione di ciascun modello. Una svolta che potenzia la sicurezza informatica e tutela l’investimento dell’utente finale.

Diritto alla riparazione: componenti disponibili per 7 anni

In ottica di economia circolare, l’UE impone la disponibilità obbligatoria dei pezzi di ricambio essenziali (batterie, schermi, porte di ricarica, ecc.) per almeno sette anni, consegnabili entro cinque giorni lavorativi. Anche i tecnici indipendenti avranno accesso completo a software, firmware e strumenti diagnostici, aprendo il mercato della manutenzione e contrastando i monopoli digitali.

Verso la fine dell’elettronica “usa e getta”

Secondo la Commissione Europea, oltre 150 milioni di dispositivi venduti annualmente potrebbero evitare la dismissione precoce grazie a questi nuovi requisiti. Un cambio di paradigma industriale e normativo che trasforma il rapporto tra consumatore, tecnologia e ambiente.

L’articolo qui pubblicato rientra in una collaborazione tra IF-Italia nel Futuro e TRUENUMB3RS, che ci consente di attingere alle sue banche dati.

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