Quando raggiungeremo il picco della popolazione mondiale? Il problema dell’Italia

| 23/02/2025

La popolazione mondiale tenderà sempre di più a ridursi? Generalmente sì, ma in alcune aree del mondo si andrà controtendenza. Lo studio delle Nazioni Unite e il problema dell’Italia.

Il pianeta sta vivendo quella che potrebbe essere una inversione di tendenza della crescita della popolazione. Secondo il World Population Prospects redatto dalle Nazioni Unite e aggiornato al 2024 gli abitanti di questo pianeta sono destinati a calare nei prossimi decenni, invertendo una rotta che andava avanti da 350 anni.

I paesi destinati a calare di popolazione

Secondo le proiezioni ONU, in buona parte delle aree e regioni del pianeta assisteremo ad un calo del 14% della popolazione nei prossimi trent’anni. Ci sono, inoltre, realtà come Albania, Bosnia e Erzegovina, Lituania e Moldavia che subiranno le diminuzioni più drastiche. Tuttavia, anche una potenza come la Cina, che al momento è la seconda realtà più popolosa al mondo, tra il 2024 e il 2054 vedrà calare il numero dei suoi abitanti con un -204 milioni. A seguire il Giappone subirà una riduzione di 21 milioni di persone e la Russia di 10. Tornando alla Cina, entro il 2100, potrebbe ritrovarsi con una popolazione sui livelli registrati nel 1950.

Quando si registrerà il picco della popolazione mondiale

In generale le stime ONU parlano di un picco della popolazione mondiale nel 2084, quando saremo 10,3 miliardi, per poi iniziare il calo generale. A differenza dei dati Eurostat, quelli delle Nazioni Uniti spostano indietro il picco per l’Europa: non il 2026, bensì il 2020, quando è stato raggiunto il culmine di 750 milioni di persone.
Per Asia e America Latina il picco è fissato al 2050: per la prima sarà di 5,3 miliardi, mentre per la seconda si parla di una popolazione che toccherà l’apice di 731 milioni.
Abbastanza in controtendenza Africa, America settentrionale e Oceania, i cui picchi non verranno raggiunti entro il 2100 e anzi, dopo questa data proseguiranno una crescita, seppur lenta.

Perché alcuni Paesi non caleranno: il caso dell’Africa

La disparità di questi picchi, come spiega Visual Capitalist (da cui sono tratte le tabelle), è dovuta al tasso di fertilità che è generalmente in calo nel pianeta dagli anni Settanta. Questo vale per l’Europa e per l’Italia, soprattutto. Non, però, in diversi Paesi dell’Africa. Uno studio recente pubblicato dalla rivista Lancet afferma che entro il 2100 un bambino su due nato nel mondo sarà di provenienza africana, per la precisione dalla regione subsahariana. Entro il 2050 si stima una popolazione che in Africa toccherà i due miliardi e mezzo.

L’Italia tra i Paesi con i tassi di infertilità ultra bassi

Il rapporto dell’ONU parla invece di livelli di infertilità “ultra bassi” (un valore quindi inferiore ad una media di 1,4 nascite per donna) che attualmente riguardano 24 Paesi, tra cui Cina e anche l’Italia. L’inversione di marcia è data dalle migrazioni, che possono dare una spinta al numero della popolazione anche in prospettiva futura, purché con tassi tali da compensare il calo di fertilità.

L’articolo qui pubblicato rientra in una collaborazione tra IF-Italia nel Futuro e Visual Capitalist, che ci consente di attingere alle sue banche dati.
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