Lombardia, cuore dell’economia digitale italiana: 30.017 imprese trainano il futuro dell’ICT

RedazioneRedazione
| 30/10/2025

La Lombardia è il motore dell’ICT italiano, con 30.017 imprese che alimentano innovazione, occupazione e competitività. Dalle startup del Piemonte guidate da giovani talenti all’imprenditoria femminile del Molise, l’Italia digitale si trasforma in un laboratorio diffuso di progresso tecnologico e crescita economica.

L’Italia digitale vive una stagione di espansione senza precedenti. Con oltre 132.400 imprese ICT e più di 630.000 addetti, il Paese consolida la propria posizione tra le economie europee più dinamiche nel campo dell’innovazione tecnologica. La Lombardia si conferma la locomotiva del settore, ospitando 30.017 aziende e oltre 221.000 lavoratori, un ecosistema che fonde ricerca, industria e servizi digitali ad alta specializzazione.

Alle sue spalle, il Piemonte emerge per vitalità giovanile, registrando il record di startup under 35, mentre il Molise conquista l’attenzione nazionale con la quota più alta di imprese a guida femminile. Dalla forza industriale del Nord alla creatività del Sud, l’Italia dell’ICT mostra un equilibrio nuovo: competenze, innovazione e inclusione si fondono in un motore comune che spinge il Paese verso una trasformazione digitale sempre più profonda e diffusa.

Italia digitale in corsa: l’ICT supera 132 mila imprese e cresce del 2,1% in un anno

Smartphone, cloud e intelligenza artificiale non sono più solo linguaggio del futuro: sono la trama di un comparto produttivo che in Italia cresce con costanza. Nel 2024, le imprese del settore ICT — che riuniscono software, servizi digitali e telecomunicazioni — raggiungono quota 132.400, in aumento del 2,1% sull’anno precedente. Gli addetti sono 631.500, con una crescita del 3,4%.

A dominare il mercato resta il mondo del software e della consulenza IT, con 56.707 imprese e 379.607 lavoratori. Seguono i servizi IT con 55.292 aziende e 125.430 addetti. L’unico comparto in calo è quello delle telecomunicazioni, che registra una lieve contrazione. L’Osservatorio ICT di Anitec-Assinform e InfoCamere fotografa così un Paese in cui il digitale non è più un settore, ma una struttura portante dell’economia.

Lombardia, la locomotiva dell’innovazione digitale: 221 mila occupati e il primato nazionale nell’ICT

La Lombardia si conferma la capitale dell’economia digitale italiana. Con 30.017 imprese ICT e 221.151 lavoratori, è la regione con la maggiore concentrazione di aziende e occupazione nel settore. A seguire, il Lazio, con 16.255 imprese e 97.537 addetti, dove convivono grandi player tecnologici e un fitto tessuto di PMI specializzate.

L’Emilia-Romagna completa il podio con 9.966 imprese e 49.259 lavoratori. Qui l’innovazione passa anche dalle 737 startup e PMI ICT che impiegano 4.226 addetti, soprattutto nell’area di Bologna, uno dei principali poli tecnologici del Paese. Nel Nord-Est, Veneto e Friuli-Venezia Giulia continuano a distinguersi per dinamismo e capacità di crescita. Nel resto d’Italia, invece, la presenza di microimprese rende il panorama più frammentato e meno concentrato rispetto ai grandi distretti tecnologici del Nord.

Startup e innovazione: l’Italia digitale accelera con 12 mila nuove imprese tecnologiche

Nel cuore dell’innovazione italiana si muovono le startup, laboratori di idee capaci di trasformarsi in imprese. C’è chi sviluppa piattaforme per ridurre gli sprechi alimentari, chi crea software per la sanità o soluzioni per un turismo sostenibile. Secondo il Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere, la Lombardia è al vertice con 3.321 startup, pari al 27,4% delle 12.133 attive in Italia. Tra queste, 568 sono guidate da under 35 e 382 da donne.

Seguono la Campania, con 1.498 startup (242 giovanili232 femminili), e il Lazio, con 1.412 imprese (231 under 35224 femminili). Sul fronte provinciale, Milano domina con 2.418 startup, seguita da Roma (1.277) e Napoli (821). È l’Italia che innova partendo dalle città, con poli tecnologici che generano lavoro qualificato e attraggono investimenti.

Nord Italia, la spina dorsale dell’innovazione: qui nasce oltre la metà delle startup italiane

Il Nord Italia resta la locomotiva dell’innovazione nazionale, con 6.311 startup, pari al 52% del totale. È il risultato di una rete che lega universitàricerca e imprese in un ecosistema capace di trasformare competenze industriali in modelli di business ad alta tecnologia.

La leadership spetta alla Lombardia, seguita da Emilia-Romagna e Piemonte, protagonisti nei campi dell’ICT, della manifattura avanzata, del green tech, dell’automotive e dei servizi digitali. Qui prendono forma i progetti più innovativi sull’intelligenza artificiale, la mobilità elettrica e le tecnologie per la sostenibilità.

Le startup under 35 sono 1.084 (il 17,2% del totale del Nord), mentre le altre 5.227 sono fondate da imprenditori più esperti, in un equilibrio tra creatività e know-how. Il Piemonte risulta la regione più giovane, con il 23,2% di startup guidate da under 35, mentre il Nord-Ovest concentra il 37,3% delle imprese giovanili italiane. Il Nord-Est, invece, rallenta: solo il 15,5% delle startup è guidato da giovani, e la crescita dal 2016 al 2024 è limitata al +12,7%, contro la media nazionale del +66,5%.

Le startup femminili nel Nord sono 745, pari all’11,8% del totale, con Lombardia in testa (382 imprese), seguita da Emilia-Romagna (125) e Piemonte (75). Dal 2016 al 2024, la crescita è stata del +99,7%, ma il Nord-Est resta indietro (+59,5%).

Centro Italia, dove innovazione e tradizione si incontrano: boom delle imprese femminili

Nel Centro Italia le startup innovative sono 2.410, pari al 19,9% del totale nazionale. È un’area in fermento, capace di fondere tradizione produttiva e nuove tecnologie. Il Lazio si conferma il baricentro con 1.412 startup, seguito da Toscana (655) e Marche (343).

I settori più dinamici spaziano dai servizi professionali all’energia, fino alle scienze della vita e al design industriale, in cui ricerca universitaria e manifattura di qualità si integrano generando occupazione qualificata. Le startup under 35 sono 407 (16,9% del totale), con Lazio in testa (231), davanti a Toscana (102) e Marche (56).

La crescita tra 2016 e 2024 è del +60,2%, segno di un ecosistema in piena espansione. Sul fronte della leadership femminile, il Centro conta 363 startup (15,1% del totale). Il Lazio primeggia per presenza di imprenditrici (15,9%), seguito da Toscana (14%). È qui che si registra il ritmo di crescita più alto d’Italia: +106,3% in otto anni.

Sud Italia in accelerazione: il Mezzogiorno raggiunge il record di startup e traina l’imprenditoria femminile

Nel Mezzogiorno l’innovazione diventa una realtà strutturale. Le startup attive sono 3.412, pari al 28,1% del totale nazionale, la quota più alta mai registrata. La Campania guida con 1.498 imprese, seguita da Puglia (707), Sicilia(647) e Calabria (249).

La crescita si concentra nei settori che uniscono tradizione e tecnologiaagroalimentare di qualità, servizi digitaliICT applicato e tecnologie ambientali. Le startup under 35 sono 558 (16,4% del totale meridionale), con Campaniaprima per numero di imprese giovanili (242), pari all’11,8% del dato nazionale. Tra il 2016 e il 2024, la crescita è +69,1%, la più alta del Paese.

Le startup femminili sono 540, il 15,8% del totale, record tra le macroaree italiane. In Molise, oltre una su quattro (27,5%) è fondata da donne, seguito da Basilicata (20,6%) e Calabria (18,4%). L’aumento 2016–2024 è +175,5%, il più elevato d’Italia: un segnale di come il Sud stia ridefinendo il suo volto produttivo attraverso la spinta dell’imprenditoria femminile.

Crescita e sfide: solo il 6,6% delle startup italiane supera il milione di euro

Nonostante la crescita costante del comparto ICT, con oltre 132.400 aziende e un incremento annuo del 2,1%, poche startup italiane riescono a compiere il salto dimensionale. Tra 2019 e 2023, solo il 6,6% ha superato 1 milione di eurodi fatturato o capitale, soglia che segna la transizione da idea promettente a impresa strutturata.

Il tasso sale al 12,6% tra le startup con brevetti in tecnologie strategiche, segno che la protezione dell’innovazione è la leva più efficace per scalare i mercati. Tuttavia, la maggioranza dell’ecosistema resta formata da piccole impresenate da fondatori over 35 e con modelli organizzativi tradizionali, che rappresentano tra l’80 e l’85% del totale.

Il potenziale, però, è enorme. La priorità è orientare gli incentivi verso le imprese ad alto potenziale, aumentare la partecipazione giovanile e femminile, e potenziare gli investimenti in ricerca e sviluppo. Solo così l’Italia potrà consolidare la propria posizione tra le economie più innovative d’Europa, trasformando la sua vitalità tecnologica in crescita strutturale e competitività internazionale.

L’articolo qui pubblicato rientra in una collaborazione tra IF-Italia nel Futuro e TRUENUMB3RS, che ci consente di attingere alle sue banche dati.
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