L’economia asiatica in cifre. La classifica dei PIL dei Paesi asiatici e del Medio Oriente

| 04/03/2025

La vivacità dell’economia asiatica è dimostrata dalla crescita del PIL dei vari Paesi che compongono la regione, ma è la Cina a mantenere la quota più preminente sull’intera area.

È un dato di fatto che la Cina sia un colosso tale da mettere in discussioni equilibri geopolitici che per decenni parevano inscalfibili. In generale, tuttavia, l’Asia sta dando sempre più prova di un’economia vivace e che corre a ritmi notevoli, al netto di qualche inciampo (pensiamo alla crisi immobiliare generata dal disastro nei conti di Evergrande, ma che comunque non ha messo in ginocchio Pechino).

Nel 2024 la Cina ha avuto una crescita del PIL del 5%

L’Asia comprende una regione molto più ampia del solo Estremo Oriente, visto che in questo approfondimento guarderemo all’economia di un’area che riguarda anche il Medio Oriente. Secondo i dati aggiornati che provengono dal Fondo Monetario Internazionale la Cina intanto ha, senza sorprese, confermato il suo ruolo di primo piano nell’economia asiatica, con una quota sul totale del 46% e un PIL di circa 18 trilioni di dollari, con una crescita per il 2024 del 5%, in linea con le aspettative del Governo di Pechino. In lieve ripresa i consumi con un +3,5% su base annua, mentre inizia ad essere un problema il calo delle nascite, con un trend negativo che nel 2024 ha toccato il suo terzo anno di fila.

Più staccate le altre economie asiatiche

Decisamente più staccato il Giappone, che detiene una quota del 10,24% sull’intera economia asiatica. Subito dopo India (9,79%) e Corea del Sud (4,71%), con PIL che sono al di sotto dei 5 trilioni di dollari. Parliamo, comunque, di centri economici vitali, in particolare in settori di grande sviluppo come quelli tecnologici o legati ai semiconduttori e alle materie prime su cui si basano. Inoltre, Cina, Giappone e India rappresentano il 66% dell’economia asiatica, che tocca il 74% se allarghiamo alla top 5, che comprende Corea del Sud ed Indonesia.

Se questi Paesi presentano economie trainate dai settori tecnologici e dai consumi interni, più le risorse naturali come è il caso dell’Indonesia, realtà del Golfo Perisco come Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita traggono profitti dalle riserve di petrolio e di gas naturale.

L’articolo qui pubblicato rientra in una collaborazione tra IF-Italia nel Futuro e Visual Capitalist, che ci consente di attingere alle sue banche dati.
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