La classifica del manifatturiero globale: la Cina in vetta, seguita dagli Stati Uniti con il settore che da decenni è in declino. In Europa l’Italia mantiene la piazza d’onore.
Come riporta l’ISPI, negli Stati Uniti l’ultimo cinquantennio è stato all’insegna della contrazione dell’industria manifatturiera sul Prodotto Interno Lordo. Attualmente si è attesta al 10%, ma all’inizio degli anni Settanta questa quota si aggirava sul 25%.
La Cina e il sorpasso sugli Stati Uniti nel manifatturiero
Nell’economia più importante al mondo (o quasi) possiamo quindi parlare di uno strutturale arretramento del settore. Un declino al limite rallentato dalle varie misure di stimolo per determinati comparti (pensiamo a quello automobilistico con gli ultimi presidenti democratici prima e dopo Trump).
Tutto ciò non ha impedito in ogni caso ad arrivare al sorpasso da parte della Cina avvenuto nel 2010, contribuendo assieme alla crisi del 2008/2009 alla fine del mito della globalizzazione una volta che gli USA hanno iniziato a cedere il passo nel manifatturiero rispetto a Pechino. Sino ad arrivare all’attuale isteria protezionistica per cercare di salvare l’industria americana, al costo anche di affossare l’economia e provocare shock e guerre commerciali a livello mondiale.
Il confronto tra Cina e Stati Uniti
Oggi la Cina continua a correre nel settore manifatturiero, che vale 4,8 trilioni di dollari. Una cifra che rappresenta il 27% della produzione economica globale dell’intero Paese. Nel dettaglio, la produzione industriale per il 40% è rappresentata dalla metallurgia e dalla meccanica. Pechino svetta inoltre nella creazione di materie plastiche, fibre sintetiche e fertilizzanti. In più la Cina può contare sul suo forte export, con i suoi beni e materie prime che circolano nei mercati di tutto il mondo.
Secondo i dati più aggiornati proposti dalle Nazioni Uniti, gli Stati Uniti inseguono con una quota del 17% in termini di produzione manifatturiera, dal valore di 2,8 trilioni di dollari.
La situazione dell’Italia: il nostro manifatturiero vale mille miliardi di euro
L’Italia è all’ottavo posto a livello mondiale: secondo un recente rapporto frutto congiunto di Intesa Sanpaolo e Prometeia, il fatturato della nostra industria manifatturiera nel 2024 dovrebbe essersi stabilizzato intorno ai 1.160 miliardi di euro, con un progresso di 250 miliardi rispetto al 2019, epoca pre-Covid. A trainare la nostra economia settori come l’ingegneria meccanica, e poi l’industria alimentare, della moda, design e arredamento.
Stando inoltre ai dati riportati da Trading Economics, l’indice manifatturiero italiano delle piccole medie imprese è passato dai 46,20 punti del dicembre 2024 ai 46,30 del mese successivo. Le previsioni parlano di un avanzamento a 52,90 punti il prossimo anno e 51,80 nel 2027.
Ovviamente, su tutto ciò pende la spada di Damocle dei dazi e dei loro effetti nell’economia. Ricordiamo inoltre che sono a scadenza i crediti d’imposta del piano Transizione 4.0 che offre un supporto nell’investimento dei beni strumentali: il Ministero dell’Economia ha posto un limite di 2,2 miliardi di euro alla misura e a quanto pare è stato ormai raggiunto.
Gli altri Paesi e loro economie manifatturiere: la classifica
Tornando allo studio delle Nazioni Unite, la Germania secondo i dati resta la prima realtà manifatturiera d’Europa, davanti all’Italia, pur vivendo una situazione di crisi economica e politica, con le incertezze sul nuovo governo (semmai riuscirà a nascere) a complicare ulteriormente il quadro.
In Sudamerica spicca il Brasile, con settori come l’aerospazio, la chimica, l’automotive e l’alimentare. In Medio Oriente sono in vetta l’Arabia Saudita e la Turchia.
