Gli investimenti nell’Intelligenza Artificiale nel mondo: chi spende di più e dove e il ruolo dell’Italia

| 29/04/2025

L’Intelligenza Artificiale è un settore che sta calamitando sempre più investimenti da parte dei privati e degli Stati. Terreno che vede accendersi, anche qui, la rivalità tra USA e Cina, ma pure l’Italia – nel suo piccolo, ovviamente – sta provando a fare la sua parte.

Tra Stati Uniti e Cina si è consumata negli ultimi tempi una tenzone sul campo del progresso tecnologico, in particolare grazie agli esponenziali passi avanti compiuti dall’intelligenza artificiale. E difatti, le aziende con i maggiori profitti da una e dall’altra parte del globo sono quelle tecnologiche. Ma in questo campo sono ancora gli USA a svettare e a presentare la maggior parte delle realtà multinazionali più forti e importanti al mondo.

La concorrenza tra USA e Cina nel campo dell’intelligenza artificiale

Questo è anche il risultato di imponenti investimenti nel settore, con Pechino che insegue. Al tempo stesso però abbiamo visto come il modello DeepSeek abbia spaventato la concorrenza americana: al momento del lancio dell’IA cinese, infatti, Nvidia (colosso dei chip e dell’intelligenza artificiale statunitense) aveva lasciato sul campo delle borse più di 500 miliardi di dollari.

Questo perché Pechino, come in altri settori tipo quello automobilistico, partendo da più o meno lontano, ha recuperato in brevissimo tempo lo svantaggio sino quasi a surclassare la concorrenza, grazie a spalle coperte dal dirigismo statale (con forti investimenti in termini di sviluppo e di creazione dell’infrastruttura fisica come i data center) e anche una certa disinvoltura nel dribblare paletti normativi che sono presenti in Occidente (nel caso di DeepSeek, ad esempio, parliamo dell’utilizzo e della trasmissione dei dati degli utenti senza esplicito consenso degli stessi, cosa che ad esempio in Europa sarebbe inconcepibile).

Quanto hanno investito i Paesi del mondo in intelligenza artificiale

Dai recenti dati in nostro possesso ricavati dall’AI Index Report del 2025 sappiamo quindi gli Stati Uniti hanno raccolto, in investimenti privati, una cifra che si avvicina ai 500 miliardi di dollari dal 2013 al 2024, contro i 289 investiti da tutto il resto del mondo. Cosa che si traduce anche nel maggior numero di aziende nel settore sorte nel frattempo, che tocca quota 7.000.

La Cina ha speso per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, nel medesimo periodo, 119 miliardi di dollari (con 1.605 realtà operanti nell’IA). A quota 28 miliardi troviamo invece il Regno Unito, e a 15 rispettivamente Canada e Israele. L’Italia invece ha investito un miliardo di dollari.

La situazione dell’Italia

In particolare, nel nostro Paese lo scorso anno il mercato dell’IA è cresciuto del 58% rispetto al 2023 come riporta l’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano. Merito delle ricerche riguardanti l’intelligenza artificiale generativa, che nel valore totale del mercato occupa una quota del 43%, rispetto ad un 57% relativo alla normale IA.

Tuttavia se la nostra principale ossatura economica, ovvero le PMI, dimostra un certo interesse nella tecnologia, solo il 7% delle piccole imprese (si sale al 15% con le medie) si sono lanciate in progetti concreti, sempre come riporta il Politecnico di Milano. E principalmente con l’obiettivo di migliorare gli attuali processi di produzione e creazione di valore, più che puntare all’innovazione tout court.

Gli investimenti globali nell’IA per settore

A proposito di settori specifici, tornando a dare uno sguardo agli investimenti globali nell’IA, scopriamo che l’area su cui si sono maggiormente focalizzati nel 2024 è la ricerca, così come le infrastrutture e la governance con 37,3 miliardi di dollari. A seguire la gestione ed elaborazione dati (quasi 17 miliardi), il settore sanitario (circa 11 miliardi) e, a dimostrazione di un settore automobilistico in pieno stravolgimento tecnologico, l’applicazione di innovazioni di guida autonoma per i veicoli (9,4 miliardi).

L’articolo qui pubblicato rientra in una collaborazione tra IF-Italia nel Futuro e Visual Capitalist, che ci consente di attingere alle sue banche dati.
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