Continuerà a crescere la domanda di energia nucleare, con un aumento della produzione e dell’elettricità generata nei prossimi anni: i dati e le previsioni a partire dal 2025.
Secondo i dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia nel 2025 l’energia elettrica prodotta da fonti nucleari toccherà a livello globale il 10%. E attualmente sono in fase di costruzione più di 70 gigawatt di capacità nucleare di nuova produzione, “uno dei livelli più alti dell’ultimo trentennio”, ha spiegato l’AIE.
Continua a salire la domanda di energia elettrica
C’è da dire che gli effetti operativi dell’energia nucleare richiedono tempi lunghi. Ma la domanda continua a crescere, di pari passo con una produzione che dovrebbe toccare i 2.900 terawattora nel 2025, rispetto i 2.843 dell’anno precedente.
Questo a causa della contestuale richiesta in aumento dell’elettricità, considerando i dispositivi che utilizziamo ogni giorno e anche l’ascesa della mobilità elettrica.
Visual Capitalist ha, quindi, analizzato la domanda di energia nucleare prevista a livello globale, basandosi appunto sulle previsioni dell’AIE. Se negli Stati Uniti la produzione di elettricità da fonti nucleari dovrebbe attestarsi su livelli stabili da qui al 2025, gli aumenti consistenti avverranno in particolare nella regione Asia-Pacifico, con la Cina a fare la parte del leone, e l’Europa.
Andando poi nel dettaglio, secondo l’AIE anche Africa e Medio Oriente spingeranno ulteriormente la domanda di energia pulita, e qui i reattori nucleari diranno la loro con un incremento dell’elettricità prodotta sino al 15% nel periodo 2023-2026.
La situazione in Europa
Come riporta l’Istituto per la Competitività, il nucleare produce emissioni medie di 12 grammi di CO2 per ogni kWh prodotta, “quaranta volte in meno del gas naturale e al pari dell’eolico ed inferiore anche ai diversi tipi di energia solare”. Una fonte quindi sostenibile nel suo prodotto, e che sta spingendo l’Europa come abbiamo visto ad aumentare capacità e produzione di pari passo con la crescita della domanda. Attualmente la Francia ha una posizione dominante riguardo l’atomo, con il 65% dell’energia prodotta nel Paese derivante dalle sue centrali nucleari, mentre altre realtà come Spagna, Belgio e recentemente la Germania hanno optato per abbandonare l’energia atomica.
Ma si intravedono segnali di un cambio di passo, anche per emanciparsi dalla dipendenza estera: attualmente, il 96,4% dell’uranio naturale che utilizziamo in Unione Europea è frutto di importazione. Sono quattro i Paesi che detengono la quasi totalità delle riserve di uranio da trattare, ovvero Canada, Russia, Kazakistan e Australia.
Considerando l’obiettivo globale di raggiungere le emissioni zero entro il 2050, la domanda di energia da fonti sostenibili è destinata comunque ad aumentare ulteriormente. Il nucleare torna così in auge dopo la demonizzazione dei precedenti decenni, con la variante di ultima generazione (la IV) che in particolare potrebbe fornire una fonte alternativa e sostenibile per la richiesta sempre più alta di elettricità.