New York contro i colossi fintech: DailyPay e MoneyLion accusati di usura e pratiche predatorie

RedazioneRedazione
| 15/04/2025
New York contro i colossi fintech: DailyPay e MoneyLion accusati di usura e pratiche predatorie

La Procura Generale dello Stato di New York avvia una doppia causa contro due note app di anticipazione salariale. Tassi effettivi fino al 750% e mancanza di trasparenza nei confronti dei lavoratori: nel mirino il futuro della regolamentazione del fintech negli Stati Uniti.

La Procura Generale dello Stato di New York, guidata da Letitia James, ha intentato due cause distinte contro le società fintech DailyPay e MoneyLion, accusandole di pratiche predatorie e usura ai danni dei lavoratori. I procedimenti legali sono stati avviati ieri presso un tribunale statale di Manhattan, dove entrambe le società hanno sede.

Secondo l’accusa, le due piattaforme digitali, che offrono servizi di anticipazione salariale, avrebbero applicato commissioni talmente elevate da generare tassi d’interesse effettivi annui superiori al 200%, in alcuni casi anche oltre il 750%.

La procuratrice James ha definito le due aziende come “prestatori di denaro predatori”, che nascondono ai lavoratori i costi reali delle operazioni attraverso una terminologia ambigua e una struttura tariffaria complessa, spingendo così fasce vulnerabili della popolazione verso un indebitamento sistemico.

Anticipazione salariale o prestito mascherato?

Il servizio offerto da DailyPay e MoneyLion è conosciuto come “Earned Wage Access (EWA)”, ovvero l’accesso anticipato al salario maturato prima del giorno ufficiale di pagamento. Sebbene queste piattaforme si presentino come alternative flessibili ai prestiti a breve termine, la procura sostiene che, nella pratica, i costi applicati superino i limiti legali previsti per i tassi di interesse nello Stato di New York.

DailyPay, che ha tentato preventivamente di bloccare l’azione legale presentando un ricorso l’8 aprile, sostiene che il proprio prodotto non possa essere considerato un prestito, in quanto non impone alcun obbligo di rimborso qualora l’azienda datrice di lavoro non effettui il pagamento dello stipendio. La società ha espresso delusione per l’azione legale, affermando che la causa “rischia di spingere i consumatori verso usurai o a pagare penali bancarie più onerose come scoperti e ritardi”.

MoneyLion non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale in merito.

Implicazioni giuridiche ed economiche

Le cause mirano a ottenere restituzioni economiche per i lavoratori danneggiati, sanzioni civili e l’interruzione delle pratiche considerate illegali.

Il caso solleva questioni centrali per il futuro della regolamentazione fintech negli Stati Uniti, soprattutto in un contesto politico dove l’amministrazione Trump ha ridotto la supervisione federale del settore, lasciando maggiore discrezionalità agli Stati. In particolare, New York si posiziona come avamposto regolatorio, pronta a fare da contrappeso all’atteggiamento più permissivo adottato da Washington verso l’innovazione finanziaria.

Un settore in rapida evoluzione sotto stretta sorveglianza

L’iniziativa legale arriva in un momento delicato per MoneyLion, attualmente in fase di acquisizione da parte di Gen Digital, società americana di software specializzata in sicurezza informatica (nota per i marchi Norton e LifeLock). La fusione, prevista per concludersi giovedì, potrebbe ora subire ripercussioni in termini di compliance normativa e reputazione.

Più in generale, il caso DailyPay–MoneyLion riaccende il dibattito sull’equilibrio tra innovazione e protezione dei consumatori nel mercato fintech. Se da un lato le soluzioni EWA offrono maggiore flessibilità finanziaria, dall’altro l’assenza di regolamentazione specifica può aprire a fenomeni di abuso.

Il procedimento avviato da Letitia James potrebbe costituire un precedente cruciale per il futuro delle app di anticipo salariale negli Stati Uniti e oltre. Il messaggio della procura è chiaro: l’innovazione non deve andare a scapito della trasparenza e della tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori.

Il settore fintech, già sotto pressione per l’aumento della vigilanza e le turbolenze macroeconomiche, dovrà ora affrontare un’ulteriore fase di scrutinio legale e, potenzialmente, un nuovo assetto normativo.

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