Neuralink avvia studi clinici nel Regno Unito: chip cerebrali per controllare dispositivi con il pensiero

RedazioneRedazione
| 01/08/2025
Neuralink avvia studi clinici nel Regno Unito: chip cerebrali per controllare dispositivi con il pensiero

La startup di Elon Musk lancia una sperimentazione clinica in collaborazione con strutture sanitarie britanniche, testando la sua tecnologia su pazienti affetti da paralisi grave.

Neuralink, l’azienda fondata da Elon Musk nel 2016 e attiva nel settore delle neurointerfacce, ha annunciato l’avvio di uno studio clinico nel Regno Unito per testare il suo impianto cerebrale su pazienti affetti da paralisi grave. La sperimentazione, sviluppata in partnership con il trust ospedaliero della University College London (UCLH) e il Newcastle Hospitals NHS Trust, rappresenta un’estensione internazionale del programma clinico avviato negli Stati Uniti nel 2024.

L’obiettivo dichiarato del trial è verificare l’efficacia del dispositivo impiantabile nel consentire ai pazienti con lesioni spinali o patologie neurodegenerative, come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), di controllare strumenti fisici e digitali esclusivamente tramite il pensiero.

Tecnologia e approccio terapeutico

Il chip cerebrale sviluppato da Neuralink si basa su una tecnologia a elettrodi ad alta densità, impiantati chirurgicamente per interfacciarsi con la corteccia cerebrale. Il dispositivo, una volta installato, consente al paziente di comunicare direttamente con dispositivi esterni, superando le barriere motorie tramite l’elaborazione neurale in tempo reale.

Secondo l’azienda, al momento cinque pazienti sono già dotati del dispositivo e in grado di controllare strumenti digitali e fisici attraverso la sola attività cerebrale. L’estensione dello studio nel Regno Unito mira ad ampliare il numero di casi clinici e a validare ulteriormente la sicurezza e l’efficacia della tecnologia in un contesto sanitario europeo.

Iter normativo e investimenti

La strada verso la sperimentazione sull’uomo è stata complessa: nel 2022 la Food and Drug Administration (FDA) statunitense aveva respinto la prima richiesta di Neuralink per timori legati alla sicurezza. Solo successivamente, con modifiche al protocollo, l’autorizzazione è stata concessa nel 2023, portando all’avvio dei primi test clinici nel 2024.

Nel giugno 2025, Neuralink ha completato un nuovo round di finanziamento raccogliendo 650 milioni di dollari, portando il totale degli investimenti ricevuti a circa 1,3 miliardi. La valutazione dell’azienda, secondo fonti PitchBook citate da Reuters, si aggira attorno ai 9 miliardi di dollari. Questi capitali consentono all’impresa di sostenere le costose fasi di sperimentazione e sviluppo clinico, oltre a rafforzare il posizionamento strategico sul mercato internazionale della neurotecnologia.

Implicazioni economiche, etiche e legali

L’iniziativa solleva rilevanti questioni economiche e giuridiche. Sul piano industriale, il potenziale della tecnologia Neuralink è notevole: potrebbe ridisegnare il settore dei dispositivi medici, dell’assistenza a lungo termine e della riabilitazione. Tuttavia, permangono interrogativi legati alla privacy neurale, alla proprietà dei dati cerebrali e al trattamento medico dei soggetti vulnerabili.

In ambito europeo, la collaborazione con strutture NHS offre un banco di prova strategico anche per il dialogo tra regolatori, bioeticisti e industria. Il Regno Unito, con la sua autonomia normativa post-Brexit, si propone come un laboratorio di testing avanzato per tecnologie di frontiera, in grado di attrarre investimenti ma anche di alimentare dibattiti complessi.

Prospettive future

Il successo della sperimentazione clinica nel Regno Unito sarà cruciale per determinare la futura diffusione della tecnologia Neuralink nel mercato globale. Oltre alle applicazioni cliniche, Musk ha più volte dichiarato ambizioni più ampie legate all’espansione delle capacità umane e all’integrazione uomo-macchina. In un mondo sempre più interconnesso, il progetto rappresenta uno dei tentativi più avanzati per coniugare intelligenza biologica e artificiale.

Resta ora da osservare l’evoluzione clinica e normativa della sperimentazione: se la tecnologia si dimostrerà sicura ed efficace, potremmo essere all’inizio di una nuova era nel trattamento delle disabilità neurologiche e nell’interazione uomo-macchina.

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