Meta porta la sua IA in Europa per conquistare nuovi mercati

| 24/03/2025
Meta porta la sua IA in Europa per conquistare nuovi mercati

Meta ha annunciato che in questi giorni il suo chatbotMeta AI” inizierà a essere disponibile in 41 paesi europei all’interno delle app di messaggistica Instagram, WhatsApp e Messenger. Centinaia di milioni di cittadini europei, oltre a scambiare messaggi testuali e vocali con i loro amici e colleghi, inizieranno a parlare con un sistema di intelligenza artificiale che darà loro consigli, informazioni, servizi e magari anche assistenza psicologica, se sarà necessario.

Gli utenti potranno individuare l’assistente artificiale grazie a una nuova icona con un cerchio blu e iniziare a dialogare con una sorta di “amico sintetico” a cui chiedere informazioni e consigli. La funzione si integra perfettamente con le chat private e di gruppo già disponibili sulle app di messaggistica di Meta. Basterà digitare “@MetaAI” seguito da una domanda o un prompt per ottenere risposte immediate. Al momento l’attuale versione di Meta AI che verrà usata in Europa non permette di effettuare ricerche sul Web e la sua conoscenza sui fatti risale alla fine del 2024. Ma questo limite è destinato a cambiare nei prossimi mesi.

L’azienda di Mark Zuckerberg è stata costretta a ritardare il lancio in Europa del suo chatbot artificiale che voleva attivare nel giugno 2024 a causa dei rilievi dell’autorità della privacy irlandese sorti per la volontà di Meta di utilizzare dati pubblici degli utenti europei su Facebook e Instagram per istruire i suoi sistemi di intelligenza artificiale. Infatti, mentre negli USA e in altre nazioni i contenuti delle chat e i messaggi degli utenti possono essere impiegati per addestrare Meta AI, in Europa questo non è possibile, grazie al GDPR e all’AI Act che tutelano gli utenti dell’UE sotto diversi aspetti, a partire dalla privacy dei loro dati, fino al rischio di essere discriminati o manipolati dagli algoritmi di IA.

Il comunicato ufficiale di Meta del 19 marzo annuncia con una certa dose di orgoglio che: «Avere un assistente affidabile e intelligente si sta già rivelando uno dei veri valori creati da questa generazione di intelligenza artificiale, offrendo a tutti l’opportunità di avere un assistente con cui interagire nella vita quotidiana per migliorare le esperienze sociali e offrire nuove possibilità.» E prosegue con un certo tono promozionale: «Con una comprensione avanzata di ciò che state cercando, ora potete usare Meta AI per generare risultati su una gamma di contenuti, da reel o post di amici e follower. State pianificando una vacanza in Canada e avete bisogno di ispirazione? Digitate semplicemente “mostrami i contenuti di Vancouver Island” e date il via alla vostra voglia di viaggiare.».

Al di là dei toni trionfalistici del comunicato, siamo di fronte a un nuovo spazio di comunicazione che viene occupato, se non invaso, dai sistemi di intelligenza artificiale generativa che vogliono a tutti i costi parlare con noi e guidarci nelle nostre attività quotidiane. Meta utilizza le sue app social e di messaggistica molto usati come veicoli per portare a centinaia di milioni di persone i suoi sistemi di IA. I sistemi di messaggistica come WhatsApp e Messenger hanno modificato i nostri modi di comunicare e i linguaggi di comunicazione. Alla maggiore comodità hanno associato impatti non sempre positivi, soprattutto per i giovani che oggi parlano e pensano in un linguaggio sempre più povero, anche per colpa di sistemi come WhatsApp.

Adesso l’IA generativa entra nei nostri sistemi di micro-comunicazione e ci spingerà sempre di più a dialogare con lei e non con i nostri simili. Saremo sempre più impegnati in interazioni ibride guidate da algoritmi sempre più potenti. La disponibilità dell’IA di Meta aumenterà la nostra frequentazione dei suggerimenti artificiali e verremo profilati meglio ogni volta che su WhatsApp, Instagram e Messenger chiederemo informazioni e consigli al chatbot.

Ovviamente Meta dirà che si tratta di nuovi servizi sofisticati che loro offrono gratis ai loro clienti, omettendo di dire che ogni interazione con il chatbot verrà registrata per migliorare la conoscenza di ognuno di noi. Non sfugge a nessun osservatore accorto che per queste grandi compagnie digitali prima di essere cittadini siamo consumatori e l’IA generativa sta diventano la frontiera più avanzata della manipolazione dei consumatori. Ovviamente a noi rimane l’auspicio che il garante della privacy italiano e le tutele dei regolamenti dell’UE potranno difendere i diritti e la privacy dei cittadini italiani da una sorveglianza sempre più “intelligente”.

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