Le principali associazioni francesi di editori e autori hanno intentato una causa contro Meta, il colosso tecnologico statunitense, per l’uso su larga scala di contenuti protetti da copyright senza autorizzazione per addestrare i suoi sistemi di intelligenza artificiale (IA), come riportato da Reuters.
Violazione del diritto d’autore e “parassitismo” economico
Il Sindacato Nazionale dell’Editoria (SNE), la principale associazione professionale degli editori, il Sindacato Nazionale degli Autori e Compositori (SNAC) e la Società degli Uomini di Lettere (SGDL), che difendono gli interessi degli autori, hanno annunciato in una conferenza stampa di aver presentato una denuncia contro Meta all’inizio della settimana presso un tribunale di Parigi, per presunta violazione del diritto d’autore e “parassitismo” economico.
Le tre associazioni ritengono che Meta, proprietaria dei social network Facebook, Instagram e WhatsApp, abbia utilizzato illegalmente contenuti protetti da copyright per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale.
Negli USA ondata di cause contro Meta
Questa è la prima azione legale di questo tipo contro un colosso dell’IA in Francia, ma negli Stati Uniti è in corso un’ondata di cause contro Meta e altre aziende tecnologiche da parte di autori, artisti visivi, editori musicali e altri detentori di diritti d’autore per l’uso dei loro dati nell’addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale generativa.
Negli Stati Uniti, Meta è in particolare oggetto di una causa intentata nel 2023 dall’attrice e autrice americana Sarah Silverman e altri scrittori. I querelanti sostengono che Meta abbia utilizzato indebitamente i loro libri per addestrare il modello linguistico Llama.
Il romanziere americano Christopher Farnsworth ha intentato una causa simile contro Meta nell’ottobre 2024.
Anche OpenAI, l’azienda dietro lo strumento di intelligenza artificiale ChatGPT, deve affrontare una serie di cause simili negli Stati Uniti, in Canada e in India.