MAX obbligatoria su tutti gli smartphone: Mosca ridisegna il mercato delle comunicazioni digitali

RedazioneRedazione
| 21/08/2025
MAX obbligatoria su tutti gli smartphone: Mosca ridisegna il mercato delle comunicazioni digitali

L’app di messaggistica statale sarà obbligatoria dal 1° settembre. Una mossa che ridefinisce il cyberspazio russo tra controllo, geopolitica e competizione industriale.

Una decisione che cambia il panorama digitale russo

Dal 1° settembre 2025, ogni smartphone e tablet venduto in Russia dovrà includere MAX, l’app di messaggistica sviluppata dalla società statale VK, considerata la risposta russa a WhatsApp e Telegram. La decisione del Cremlino non rappresenta solo un’innovazione tecnologica, ma un atto politico ed economico di portata strategica, volto a consolidare il controllo sull’ecosistema digitale nazionale. In un momento di isolamento internazionale, la Russia cerca di rafforzare la propria infrastruttura tecnologica interna, riducendo la dipendenza dalle piattaforme occidentali.

La sovranità digitale come strumento geopolitico

Il lancio obbligatorio di MAX si inserisce in una più ampia battaglia per la sovranità digitale. Mosca interpreta la rete come un terreno di scontro strategico con l’Occidente, soprattutto dopo le sanzioni economiche e le tensioni legate al conflitto in Ucraina. L’imposizione di un messenger statale rappresenta il tentativo di creare un ecosistema comunicativo autonomo, capace di sottrarre miliardi di dati agli algoritmi delle big tech statunitensi e di indirizzarli verso infrastrutture controllate a livello nazionale. È una partita di lungo periodo, che riguarda tanto la sicurezza quanto l’economia e l’influenza geopolitica.

Il dibattito sulla sorveglianza e i diritti digitali

Non mancano le critiche. Le ONG e diversi osservatori occidentali avvertono che MAX potrebbe trasformarsi in uno strumento di sorveglianza di massa, capace di monitorare conversazioni e attività degli utenti. Il governo russo respinge queste accuse, sostenendo che l’app richieda meno autorizzazioni ai dati personali rispetto a WhatsApp e Telegram. Ma il dibattito resta aperto: il confine tra tutela della sicurezza nazionale e violazione della privacy è sottile e rischia di ridefinire il concetto stesso di libertà digitale in Russia.

L’ecosistema delle app di Stato: RuStore e LIME HD TV

La mossa non si limita a MAX. Parallelamente, il Cremlino ha annunciato che dal 1° settembre anche RuStore, il marketplace digitale alternativo a Google Play, sarà preinstallato su tutti i dispositivi mobili, compresi quelli Apple. Inoltre, dal 1° gennaio 2026, ogni smart TV venduta in Russia dovrà includere LIME HD TV, un’app per accedere gratuitamente ai canali televisivi statali. È un tassello ulteriore nella costruzione di un ecosistema chiuso e autarchico, dove comunicazioni, intrattenimento e commercio digitale convergono in un’unica infrastruttura sotto controllo pubblico.

Il mercato dei messenger in Russia: una sfida colossale

Sul piano industriale, la sfida è enorme. WhatsApp domina il mercato russo con oltre 97 milioni di utenti, seguito da Telegram con circa 91 milioni. VK Messenger, altro prodotto statale, si ferma a 17,9 milioni. MAX ha già raggiunto i 18 milioni di download, ma resta in fase sperimentale. La preinstallazione obbligatoria rappresenta quindi una leva politica e commerciale per accrescere la base utenti, integrando la piattaforma con servizi governativi digitali che potrebbero incentivare l’adozione. La domanda è se i cittadini accetteranno di buon grado un messenger percepito da molti come meno sicuro.

Impatti economici e giuridici per le big tech

L’imposizione di MAX e di altre app statali solleva questioni rilevanti di diritto della concorrenza e di proprietà intellettuale. Le big tech occidentali, già soggette a restrizioni e pressioni fiscali in Russia, vedono ulteriormente limitato il proprio accesso a un mercato da decine di milioni di utenti. Allo stesso tempo, la politica del Cremlino si traduce in un vantaggio competitivo per le imprese nazionali, rafforzando la filiera tecnologica interna in linea con la strategia di autarchia digitale. A livello globale, questa scelta rischia di accelerare la frammentazione del cyberspazio in blocchi regionali contrapposti.

Sicurezza nazionale e criminalità informatica

Il Ministero degli Interni ha definito MAX più sicuro delle piattaforme straniere, ma nello stesso giorno ha annunciato il primo arresto legato a una frode condotta tramite l’app. È un paradosso che mette in evidenza come la sicurezza tecnologica non elimini i rischi criminali, ma piuttosto li ridistribuisca all’interno di nuove piattaforme. MAX diventa così il banco di prova per verificare se l’approccio russo alla cybersicurezza sarà in grado di coniugare efficienza tecnologica e tutela sociale, o se finirà per aumentare le vulnerabilità sotto un nuovo involucro.

Un tassello del nuovo ordine digitale globale

In ultima analisi, l’imposizione di MAX è molto più di una scelta di politica industriale: è un atto di politica internazionale. Mosca punta a ridefinire la propria posizione nel cyberspazio, costruendo un’infrastruttura autonoma che la protegga da sanzioni, restrizioni tecnologiche e dipendenze estere. Per l’Occidente, invece, è un segnale della crescente competizione globale intorno alla sovranità digitale e al controllo delle infrastrutture critiche del futuro. La battaglia per i messenger, gli store e i servizi digitali non riguarda solo il mercato, ma la ridefinizione del potere politico ed economico nel XXI secolo.

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