Lyten acquisisce Northvolt: svolta strategica per la sovranità energetica europea

RedazioneRedazione
| 07/08/2025
Lyten acquisisce Northvolt: svolta strategica per la sovranità energetica europea

La startup americana della Silicon Valley compra la maggior parte degli asset del gruppo svedese in fallimento. Obiettivo: rilanciare la produzione locale di batterie avanzate per EV, difesa ed energy storage.

Nel marzo 2025, il fallimento di Northvolt – considerata fino a pochi mesi prima la promessa europea nel settore delle batterie per veicoli elettrici – ha rappresentato uno shock per l’intero ecosistema industriale e finanziario del continente. L’azienda, fondata nel 2016 con l’ambizione di contrastare la supremazia asiatica nel settore, è crollata sotto il peso di investimenti insostenibili, inefficienze operative e una catena produttiva incapace di raggiungere la qualità promessa.

Il suo progetto di gigafactory a Skellefteå, nel nord della Svezia, doveva rappresentare il fulcro della transizione energetica europea. Invece, è diventato il simbolo delle fragilità di un sistema troppo dipendente da finanziamenti pubblici, con scarsa validazione tecnologica.

Lyten rileva gli asset chiave: una nuova visione industriale transatlantica

L’intervento della startup americana Lyten, specializzata in batterie al litio-zolfo e basata nella Silicon Valley, segna un cambio di paradigma. Con il sostegno di investitori strategici come Stellantis e FedEx, l’azienda ha acquisito gran parte degli asset di Northvolt – a un prezzo definito “sostanzialmente scontato” rispetto al valore originario – riaprendo il dibattito sulla leadership tecnologica globale nel settore dell’accumulo energetico.

Lyten punta a ripristinare entro il 2026 la produzione di celle agli ioni di litio nello stabilimento svedese, garantendo così una continuità industriale e occupazionale in una regione strategica per la transizione energetica europea.

Un’operazione industriale e geopolitica: focus sulla sovranità e resilienza delle filiere

L’acquisizione ha una rilevanza che va oltre l’aspetto strettamente finanziario. In un contesto dominato dalle tensioni geopolitiche, dalla corsa al controllo delle terre rare e dalla crescente attenzione all’autonomia strategica europea, il rilancio della produzione di batterie su scala locale diventa un elemento centrale della politica industriale continentale.

Lyten ha confermato l’intenzione di sviluppare batterie “localmente progettate, localmente prodotte” sia per il mercato nordamericano che europeo, con focus su automotive, difesa ed energy storage. L’inclusione degli asset in Svezia, Germania e Polonia, oltre a trattative in corso per l’unità canadese di Northvolt, rafforza la dimensione transatlantica dell’operazione.

Il ruolo degli investitori e il rilancio tecnologico

A luglio 2025, Lyten ha raccolto oltre 200 milioni di dollari in equity per sostenere l’espansione internazionale. La tecnologia al litio-zolfo rappresenta una delle innovazioni più promettenti in termini di densità energetica, sostenibilità e riduzione della dipendenza dal cobalto e dal nichel, due materie prime sotto pressione geopolitica.

Il CEO Dan Cook ha dichiarato che la strategia di rilancio prevede un approccio graduale, con la fornitura iniziale a un singolo cliente ad alta priorità, per garantire affidabilità, qualità e scalabilità. Tra i potenziali beneficiari del rilancio figurano grandi gruppi come BMW, Volkswagen e Audi, clienti storici di Northvolt, la cui fiducia dovrà essere riconquistata con risultati tangibili.

Governance, continuità manageriale e proprietà intellettuale

Nell’operazione, Lyten ha incluso anche il portafoglio brevettuale di Northvolt e parte del management operativo. Tuttavia, l’ex fondatore e CEO Peter Carlsson non farà parte della nuova governance. Questo consente un netto distacco dalla gestione passata, giudicata da molti analisti come ambiziosa, ma poco realistica.

La ripartenza della gigafactory svedese avverrà con una nuova struttura manageriale, guidata da un team misto europeo-statunitense, e sarà orientata alla compliance normativa europea e alla trasparenza ESG, due aspetti cruciali per accedere ai fondi pubblici del Green Deal europeo.

Considerazioni di politica industriale: le lezioni dal caso Northvolt

Il fallimento di Northvolt ha messo in discussione l’efficacia dei modelli di finanziamento pubblico-privato nella green economy europea. L’acquisizione da parte di un player estero rappresenta un campanello d’allarme per l’UE, che rischia di perdere il controllo strategico su settori chiave della transizione energetica.

La sfida ora sarà garantire un framework normativo e finanziario che favorisca l’attrazione di capitali internazionali senza compromettere la sovranità tecnologica, bilanciando gli interessi industriali con quelli di sicurezza economica.

Una seconda possibilità per l’industria delle batterie in Europa

L’operazione Lyten-Northvolt segna un punto di svolta per l’industria energetica europea. Da un lato, rappresenta una sconfitta simbolica per l’autonomia strategica continentale; dall’altro, offre una nuova opportunità di rilancio sotto una guida tecnologicamente avanzata e finanziariamente più solida.

Se gestita con lungimiranza, la transazione può diventare un modello di reindustrializzazione intelligente e cooperazione transatlantica. Ma richiederà tempo, fiducia dei clienti e una chiara governance multilivello per evitare che l’Europa resti solo spettatrice della rivoluzione energetica globale.

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