L’Italia richiede pagamenti IVA a Meta, X e LinkedIn

RedazioneRedazione
| 26/03/2025
L’Italia richiede pagamenti IVA a Meta, X e LinkedIn

Come riporta in esclusiva Reuters, le autorità italiane hanno emesso richieste di pagamento dell’IVA nei confronti di Meta, X (precedentemente Twitter) e LinkedIn, segnando un passo significativo in un caso senza precedenti che potrebbe avere ripercussioni in tutta l’Unione Europea. Secondo fonti vicine alla vicenda, l’Italia reclama 887,6 milioni di euro da Meta, 12,5 milioni di euro da X e circa 140 milioni di euro da LinkedIn. ​

Dettagli delle Richieste Fiscali

Le somme richieste coprono periodi di indagine che variano dal 2015-2016 al 2021-2022. Tuttavia, gli avvisi di accertamento attuali riguardano specificamente gli anni 2015 e 2016, per i quali le richieste stanno per scadere. L’importanza di questo caso risiede nell’interpretazione delle autorità fiscali italiane, che considerano le registrazioni degli utenti su queste piattaforme come transazioni imponibili, poiché implicano lo scambio di un account in cambio dei dati personali dell’utente.

Posizioni delle Aziende Coinvolte

Meta ha dichiarato di non voler commentare i dettagli del caso, sottolineando di aver cooperato pienamente con le autorità e di non concordare con l’idea che l’accesso alle piattaforme online debba essere soggetto a IVA. LinkedIn ha affermato di non avere nulla da dichiarare al momento, mentre X non ha risposto alle richieste di commento. ​

Implicazioni per il Settore Tecnologico Europeo

Questo caso potrebbe estendersi a livello europeo, poiché l’IVA è una tassa armonizzata nell’UE. Se l’interpretazione italiana fosse confermata, potrebbe richiedere una revisione del modello di business dell’industria tecnologica in Europa, influenzando non solo le piattaforme social, ma anche altre aziende che offrono servizi gratuiti in cambio di dati personali degli utenti.

Contesto e Sviluppi Precedenti

In precedenza, l’Italia aveva già esteso le indagini fiscali a X, con una richiesta di 12,5 milioni di euro per presunta evasione dell’IVA. Inoltre, le autorità italiane hanno concluso un’indagine su due dirigenti di Meta per una presunta evasione dell’IVA di 887,6 milioni di euro, relativa al periodo 2015-2021.

Prossimi Passi e Possibili Conseguenze

Le aziende coinvolte hanno la possibilità di rispondere alle osservazioni delle autorità fiscali italiane. Se non si raggiunge un accordo, il caso potrebbe evolversi in una disputa fiscale giudiziaria completa, con potenziali implicazioni per l’intero settore tecnologico nell’UE. ​

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