L’energia solare in Europa rallenta: prime crepe in un decennio di crescita

RedazioneRedazione
| 24/07/2025
L’energia solare in Europa rallenta: prime crepe in un decennio di crescita

Il 2025 segnerà il primo calo annuale delle nuove installazioni solari in oltre dieci anni. Una flessione che riflette nuove priorità politiche, pressioni economiche e incertezza normativa in diversi Stati membri dell’UE.

Secondo i dati diffusi da SolarPower Europe, il 2025 sarà un anno di svolta per il mercato fotovoltaico europeo. Dopo anni di espansione sostenuta, l’UE registrerà un calo dell’1,4% nella nuova capacità installata, scendendo a 64,2 GW rispetto ai 65,1 GW del 2024.

Si tratta della prima contrazione dal 2015 e rappresenta un segnale d’allarme per il settore, specialmente in un contesto in cui l’energia solare era diventata uno dei pilastri della transizione verde del continente. Nel solo mese scorso, il fotovoltaico ha generato il 22% dell’elettricità totale dell’Unione, classificandosi come principale fonte energetica mensile.

Cambiamenti nelle politiche di incentivazione nazionale

Il rallentamento deriva principalmente da una flessione degli investimenti nel solare residenziale, in particolare nel segmento dei tetti fotovoltaici, che quest’anno rappresenterà solo il 15% delle nuove installazioni, contro una media del 30% tra il 2020 e il 2023.

Paesi come Germania, Francia e Paesi Bassi stanno progressivamente riducendo gli incentivi, come le tariffe di feed-in e i rimborsi per l’energia immessa in rete dai privati. Tali decisioni rispondono a una ridefinizione delle priorità fiscali, spesso legata all’aumento delle spese pubbliche per la difesa e il supporto all’industria nazionale.

Fattori economici e psicologici: la domanda frena

Oltre agli incentivi, il settore soffre di altri elementi congiunturali. Gli acquisti anticipati nel biennio 2022-2023, il rialzo dei tassi d’interesse e un generale clima di incertezza economica hanno reso più prudente la domanda.

Secondo Peter Knuth, CEO dell’azienda tedesca Enerix, “l’interesse resta alto, ma le decisioni sono rinviate. C’è una paralisi che nasce dalla confusione normativa e dalla paura di ulteriori cambiamenti nei meccanismi di supporto”.

Germania: tra incertezza normativa e cambi di rotta

Il caso tedesco è emblematico. L’abolizione nel febbraio 2024 delle compensazioni per l’energia solare immessa in rete durante i picchi di produzione, una misura della precedente coalizione di governo, ha generato confusione e disincentivato gli investimenti domestici.

A ciò si aggiunge una revisione in corso delle leggi sul riscaldamento a energie rinnovabili, mentre il nuovo esecutivo federale ha annunciato l’intenzione di rilanciare la produzione da gas naturale, suscitando critiche da parte degli operatori del settore verde.

Obiettivi climatici in discussione

Il rallentamento mette a rischio gli obiettivi climatici dell’UE. Secondo SolarPower Europe, al ritmo attuale mancheranno all’appello circa 27 GW rispetto al target di 750 GW di capacità solare installata entro il 2030, fondamentale per centrare gli obiettivi climatici del Green Deal europeo e per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia.

L’industria fotovoltaica, che nel 2023 aveva registrato una crescita del 51%, già nel 2024 aveva segnato un brusco rallentamento (+3%). Il trend di quest’anno conferma una fase di transizione critica, che richiederà risposte strategiche a livello industriale e normativo.

Prospettive e implicazioni per politica industriale e investitori

La transizione energetica europea non può prescindere da una pianificazione coerente e stabile. Per gli investitori e gli operatori industriali, il quadro attuale segnala un aumento del rischio regolatorio, con possibili impatti sui flussi di capitale nel settore delle rinnovabili.

D’altra parte, il rallentamento potrebbe spingere a riconsiderare l’intera architettura degli incentivi e favorire una maggiore armonizzazione tra politiche nazionali e obiettivi comunitari. In questo contesto, diventa cruciale il ruolo delle istituzioni UE nel fornire linee guida coerenti e strumenti finanziari adeguati, come il Green Deal Industrial Plan o i fondi REPowerEU.

Tensioni piu’ profonde

Il rallentamento del fotovoltaico europeo nel 2025 non è solo un segnale di mercato, ma un sintomo di tensioni più profonde tra ambizioni climatiche e realtà economiche. La prossima fase della transizione richiederà una governance più integrata, un rinnovato patto pubblico-privato e una narrativa politica chiara per evitare che il momentum costruito nell’ultimo decennio venga disperso.

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