Le 17 strade più pericolose al mondo (fuori dall’Europa)

| 16/08/2025
Le 17 strade più pericolose al mondo (fuori dall’Europa)

Concludiamo il nostro viaggio nelle strade più pericolose al mondo elencando le 17 fuori dall’Europa, dall’America all’Estremo Oriente passando per l’Oceania, che si distinguono per l’alto livello di rischio dei loro tratti.

Nel precedente articolo abbiamo parlato delle strade più pericolose in Europa. Adesso, sempre grazie al contributo di The Boutique Adventure, allarghiamo lo sguardo al resto del mondo scandagliando – letteralmente – gli angoli del globo, dall’America sino all’Estremo Oriente, non dimenticandoci anche dell’Australia.

Le strade più pericolose al mondo: la Dalton Highway negli USA

Partiamo dagli Stati Uniti con la Dalton Highway (o Dalton Pass o Alaska Route 11). Questa strada che percorre l’Alaska è lunga ben 666 km, un numero già di per sé inquietante e che non mette certo a proprio agio chi la vuole percorrere. Oltre al demoniaco chilometraggio, questa Highway ha la particolarità di attraversare il Circolo Polare Artico lungo lande estremamente isolate con solo tre città attraversate (forare qui o essere a corto di benzina o batteria non è certamente il massimo).

Percorsa dai camionisti che procedono verso Prudhoe Bay e i suoi giacimenti petroliferi, la Dalton Highway presenta i pericoli tipici di una strada a queste latitudini. Ovvero gelo, neve e venti forti, oltre al fatto che alcuni tratti non sono neppure asfaltati.

L’Autostrada Panamericana dall’Alaska al Cile (e pure oltre)

Ma se parliamo di Alaska non possiamo non citare l’imponente Autostrada Panamericana, che parte dall’esteso Stato degli USA per scendere a sud sino al Cile lungo poco circa 25.750 km (che collegano le due propaggini estreme del continente americano, da Prudhoe Bay sino ad allungarsi ufficiosamente anche in Patagonia). Qui però il problema non è tanto rappresentato dal meteo ostile o dalle condizioni della strada, quanto dai potenziali agguati da parte dei ribelli panamensi o dei cartelli della droga che si possono incontrare nel tratto centroamericano.

L’America Latina: il canyon di Cotahuasi e il Camino de los Yungas

Andando in America del Sud troviamo poi la strada nel canyon di Cotahuasi, nel Perù meridionale. Come suggerisce il nome, questo tratto corre lungo un canyon che però è due volte più profondo del Grand Canyon statunitense. Ma la particolarità più insidiosa è la parte di strada di 35 km superata quella principale che passa per Chuquibamba e che non è asfaltata. Questo determina il fatto che per attraversarla sono necessari dei veicoli 4×4 per poter avere la meglio sugli sterrati ad alta quota, capaci di mettere a duro stress le vetture e componenti come le loro sospensioni.

In Bolivia abbiamo invece il Camino de los Yungas, noto tetramente anche come Camino de la Muerte. Questa strada che va da La Paz a Coroico è lunga 56 km e presenta un notevole campionario di pericoli estremi: supera i 3.000 metri di dislivello, l’andamento è tortuoso, la sede è di soli 3,5 metri all’incirca, non ci sono guard-rail o altre barriere su strapiombi anche di 4.600 metri, e spesso le condizioni meteo sono insidiose tra piogge e pure nebbia. Senza dimenticare i cedimenti nel terreno.

In buona sostanza, il Camino de la Muerte è in effetti un cimitero in transito, con un numero che tocca le 300 vittime annuali (!). Solo negli ultimi anni si è migliorata la sicurezza di questa infrastruttura, allargando la carreggiata, asfaltando e inserendo dei guard-rail.

La Tizi-n-Test in Marocco

Cambiamo continente e andiamo in Africa, in particolare nella zona che si affaccia sul Mediterraneo. In Marocco si distingue la Tizi-n-Test, un passo di montagna (dislivello di 1.600 metri) nell’Alto Atlante di 180 km tra Marrakech e Taroudant e che non ha parapetti o altre protezioni ai suoi bordi. A ciò si aggiunge poi il rischio frane in inverno, il maltempo e la mancanza di visibilità di notte a causa dell’assenza di un’adeguata illuminazione.

La Fairy Meadows Road in Pakistan e l’Autostrada del Karakorum

Spostiamoci quindi nel continente asiatico, a partire dal Pakistan dove si staglia in termini di pericoli la Fairy Meadows Road. Anche in questo caso parliamo di montagne, per la precisione siamo a quota 2.000 metri di altitudine nella regione del Gilgit-Baltistan, e anche in questo caso siamo di fronte a sterrati e tornanti. I quali conducono all’altipiano Fairy Meadows, ovvero “prati fiabeschi”, come fu ribattezzato nel 1953 dall’alpinista Hermann Bhul per la bellezza dei luoghi (per la precisione il nome coniato fu Märchenwiese). Prima però di arrivare in questa località con vista anche sul Nanga Parbat bisogna attraversare 16,2 km senza protezioni a bordo strada, con una sede stradale non certo asfaltata, stretta e con strappi notevoli.

Tra Pakistan e Cina si sviluppa poi l’autostrada del Karakorum, in questo caso come possiamo intuire asfaltata. Tuttavia questa lunghissima arteria, che supera i 1.300 km tra il Punjabi e lo Xinjiang, si trova a circa 4.700 metri sul mare, rendendola l’infrastruttura stradale più alta al mondo. E con la sua buona dose di pericoli tra inondazioni, frane, animali che attraversano la strada e assenza di barriere di protezione lungo i lati.

Le strade più pericolose in Cina

La Cina comunque presenta altri percorsi abbastanza rischiosi. Come il Tunnel di Guoliang, scavato nella roccia dagli abitanti dei luoghi tra il 1972 e il 1977 e che si sviluppa su un lato della catena montuosa del Taihang. Quindi a strapiombo, per un’opera dalle caratteristiche peculiari (si nota ancora il lavoro degli autoctoni, che per realizzare circa 1,2 km di strada larga 4 metri e alta 5 impiegarono anni usando esplosivi ma anche strumenti come scalpelli). Vista la sua pericolosità, è anche nota come “strada che non permette errori” (e ovviamente il panorama è senza pari, basta solo non distrarsi troppo).

Tra i vari collegamenti tra Cina e Tibet, quello più pericoloso è sicuramente quello che parte da Sichuan per raggiungere la regione contesa da Pechino e India. Questa infrastruttura di 2.140 km, ricca di tornanti e che tocca un’altitudine massima di 4.700 metri, è anch’essa una strada panoramica e finanche turistica, ma al tempo stesso nasconde non pochi rischi tra frane e incidenti.

Nota per i suoi 99 tornanti, la Tongtian Avenue supera gli 11 km e si trova nella provincia dello Hunan, sviluppandosi nel Parco Nazionale dei Monti Tianmen. La “strada che conduce al paradiso”, giacché la destinazione è la Porta del Paradiso, un suggestivo e meraviglioso traforo naturale nel monte Tianmen, a 1.519 metri di altitudine e con un’ampiezza di 30 metri, è costellata da pericoli infernali come i citati tornanti che si inerpicano senza protezioni.

Le strade più pericolose in Nepal, India e Taiwan

Lasciamo la Cina per spostarci in Nepal, con l’autostrada di 155 km che parte da Pokhara per arrivare a Jomsom e al luogo sacro di Muktinath, sede di un tempio meta di pellegrinaggi. Anche qui panorami incredibili, trovandoci su un’altitudine tra i 1.300 e i 3.000 metri sopra il fiume Gandaki, ma questo percorso che corre lungo la profonda gola del Kali Gandaki riserva insidie legate ad una strada non proprio in condizioni ottimali e alle occasionali frane.

Non meno pericoloso il tratto che in India collega le località di Killar e Pangi, lungo i Monti Kishtwar. Questa strada di oltre 110 km infatti è molto ripida, non ha protezioni ai suoi bordi a strapiombo, senza recenti interventi di manutenzione per il fondo dissestato e ha purtroppo mietuto nel corso della storia parecchie vittime. Tra l’altro questa arteria è percorribile solo d’estate, a causa delle inondazioni fangose e delle frane durante i mesi più rigidi.

Sempre in India si distingue per i suoi rischi il Passo Zojila, anch’esso chiuso durante l’inverno per via delle frane e delle condizioni meteorologiche estreme. Lunga solo 9 km, questa autostrada su un’altitudine di circa 3.500 metri collega il Ladakh e il Kashmir.

Restando in Asia citiamo poi un’altra strada che come il tunnel di Guoliang passa attraverso una montagna che è stata scavata. Parliamo del tratto panoramico e molto apprezzato dai turisti nella gola di Taroko a Taiwan, che però ha una sede stradale stretta nei suoi 19 km, è soggetta a smottamenti e non manca di curve cieche.

Le strade più pericolose in Russia e in Oceania

Saliamo quindi in Russia, con l’infrastruttura di circa 1.230 km che attraversa la Siberia per raggiungere Jakutsk. Situata nella parte orientale della Siberia, questo porto sul fiume Lena è tra le città più fredde al mondo: ovvio quindi che il pericolo maggiore nel percorrere l’arteria sia rappresentato dalle temperature rigide e dalle bufere di neve, ma anche d’estate non mancano le insidie portate dal fango una volta che la neve si è sciolta.

Chiudiamo questo lungo excursus trasferendoci nell’emisfero australe, dove si staglia in termini di pericolo la Skippers Canyon Road in Nuova Zelanda. Per capirci, qui le assicurazioni non coprono eventuali danni per incidenti occorsi su questa strada sterrata di 26,5 km scavata a mano sul fianco della montagna più di un secolo fa.

Infine la Canning Stock Route in Australia, altro sterrato ma da ben 1.850 km, in una zona isolata che collega la località di Halls Creek, nella regione di Kimberley, a quella di Wiluna, nell’Australia Occidentale. Un percorso da affrontare con un bel po’ di provviste, e che è meglio evitare nei mesi più caldi.

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