L’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente statunitense prepara il ritiro degli standard sulle emissioni per tutti i veicoli, sollevando interrogativi su clima, economia e politica industriale.
Rescindere l’endangerment finding: un’inversione di rotta normativa
L’Environmental Protection Agency (EPA) degli Stati Uniti si prepara ad annullare completamente gli standard sulle emissioni di gas serra per veicoli leggeri, medi e pesanti. Alla base di questa decisione vi è la volontà di revocare il cosiddetto “endangerment finding” del 2009, una valutazione scientifica secondo la quale le emissioni di GHG dei veicoli nuovi costituiscono un pericolo per la salute e il benessere pubblico.
Il nuovo orientamento dell’Agenzia, secondo un documento visionato da Reuters, afferma che il Clean Air Act non conferisce all’EPA l’autorità per regolamentare le emissioni con l’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico. Inoltre, la proposta sottolinea che il precedente endangerment finding si basava su analisi scientifiche considerate oggi non più affidabili, aprendo a un cambio di paradigma normativo.
Conseguenze legali e precedenti giurisprudenziali
La mossa rappresenta un potenziale scontro diretto con la giurisprudenza consolidata. La sentenza “Massachusetts v. EPA” della Corte Suprema del 2007 stabiliva l’obbligo dell’Agenzia di valutare l’impatto delle emissioni sul clima e autorizzava la regolamentazione delle stesse ai sensi del Clean Air Act. Il ritiro dell’endangerment finding, quindi, potrebbe essere oggetto di ricorsi legali, con importanti implicazioni sul piano giuridico e amministrativo.
Implicazioni economiche e industriali
Secondo le stime della stessa EPA, gli standard in vigore avrebbero consentito una riduzione del 49% delle emissioni entro il 2032, rispetto ai livelli del 2026. Il settore dei trasporti è responsabile di circa il 29% delle emissioni totali negli Stati Uniti. La rimozione delle norme rischia quindi di rallentare il percorso verso la decarbonizzazione e compromettere la competitività dell’industria automobilistica americana nel lungo periodo.
In parallelo, il Congresso ha recentemente approvato provvedimenti che eliminano multe per i produttori che non rispettano gli standard di efficienza a partire dal 2022. Questo comporta un risparmio immediato per aziende come Stellantis, GM e altri gruppi che negli anni scorsi hanno dovuto versare centinaia di milioni di dollari in sanzioni.
Rischi per la transizione energetica e la mobilità elettrica
L’annullamento degli standard si inserisce in una strategia più ampia di smantellamento delle politiche a favore della mobilità elettrica. Oltre a porre fine agli incentivi fiscali federali per l’acquisto di veicoli elettrici (7.500 dollari per i nuovi, 4.000 per gli usati), l’amministrazione ha bloccato miliardi di dollari in fondi destinati alle infrastrutture di ricarica statali.
Ciò potrebbe scoraggiare sia l’acquisto da parte dei consumatori sia gli investimenti da parte delle aziende, con effetti sistemici sull’intera catena del valore della mobilità elettrica. Secondo le previsioni dell’EPA, tra il 35% e il 56% delle vendite di auto tra il 2030 e il 2032 dovrebbero essere costituite da EV per soddisfare gli obiettivi ambientali: un traguardo ora in discussione.
Resistenze locali e contenziosi federali
Anche a livello statale la reazione non si è fatta attendere. La California, che aveva adottato obiettivi più ambiziosi con il divieto di vendita di veicoli esclusivamente a combustione interna entro il 2035, ha già annunciato azioni legali per contrastare l’abrogazione delle norme federali. La decisione potrebbe compromettere l’armonizzazione regolatoria tra stati e creare incertezza per produttori e investitori.
Una scelta strategica o un passo indietro?
La decisione della nuova EPA rappresenta uno spartiacque nella politica ambientale e industriale americana. Se da un lato mira a ridurre oneri normativi e rilanciare l’industria tradizionale, dall’altro rischia di allontanare gli Stati Uniti dagli impegni climatici internazionali e dalla traiettoria di innovazione e sostenibilità che sta guidando le scelte strategiche in Europa e Asia.
Le implicazioni geopolitiche, economiche e giuridiche di questo cambio di rotta saranno oggetto di attenta valutazione nei prossimi mesi, anche in vista delle elezioni presidenziali e del ruolo crescente del climate policy nel dibattito pubblico globale.