La Commissione Europea respinge la proposta di tassa sulle reti digitali per Big Tech

RedazioneRedazione
| 01/08/2025
La Commissione Europea respinge la proposta di tassa sulle reti digitali per Big Tech

Bruxelles esclude la network fee come soluzione sostenibile al finanziamento della banda larga, mentre prepara un nuovo Digital Networks Act per rafforzare le infrastrutture digitali europee.

La Commissione Europea ha chiarito che l‘imposizione di una tassa sulle reti digitali a carico delle grandi aziende tecnologiche non rappresenta una soluzione praticabile per il finanziamento della diffusione del 5G e della banda larga. A confermarlo è stato Thomas Regnier, portavoce della Commissione, in risposta a domande riguardanti l’accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea pubblicato il 28 luglio.

Secondo Regnier, la posizione dell’esecutivo europeo si basa sulle conclusioni di un White Paper pubblicato nel febbraio dell’anno precedente, che ha valutato gli impatti economici e normativi di una possibile network fee. Il documento ha determinato che tale misura non costituirebbe una strategia sostenibile per lo sviluppo digitale del continente.

Un confronto tra telecom e Big Tech

La questione ha diviso l’industria tecnologica europea, contrapposta ai colossi globali del digitale. Le principali compagnie di telecomunicazioni del continente – Deutsche Telekom, Orange, Telefonica e Telecom Italia – da tempo chiedono che i fornitori di contenuti digitali come Google, Meta, Netflix, Microsoft e Amazon contribuiscano ai costi infrastrutturali, sostenendo che questi ultimi siano responsabili della maggior parte del traffico dati.

Dall’altra parte, i giganti del web respingono la proposta etichettandola come una forma indiretta di tassazione di internet. A loro avviso, l’approccio non tiene conto dei significativi investimenti già effettuati per ottimizzare la distribuzione dei contenuti e ridurre l’impatto sul traffico di rete.

Riflessioni giuridiche e implicazioni transatlantiche

L’accordo transatlantico menzionato nel fact sheet della Casa Bianca del 28 luglio ha intensificato il dibattito. In esso si afferma che l’UE ha garantito che non adotterà né manterrà un sistema di network usage fee. Questo elemento ha suscitato preoccupazioni in merito alla sovranità legislativa europea.

Il portavoce Regnier ha ribadito che l’Unione Europea conserva la piena sovranità normativa in materia di infrastrutture digitali, chiarendo al contempo che l’esenzione da eventuali obblighi non sarebbe riservata esclusivamente alle aziende statunitensi. Ciò suggerisce un approccio normativo uniforme, senza discriminazioni basate sulla nazionalità delle imprese.

Verso un Digital Networks Act

In questo scenario, la Commissione Europea prevede di presentare entro novembre una nuova proposta legislativa denominata “Digital Networks Act”. La normativa mira ad adottare una strategia più ampia e strutturata per potenziare le infrastrutture digitali dell’Unione, superando la logica di interventi punitivi per perseguire invece un modello di sviluppo sostenibile e collaborativo tra pubblico e privato.

L’approccio del nuovo disegno di legge dovrebbe comprendere incentivi, partenariati pubblico-privato e strumenti finanziari per colmare il digital divide, ridurre la frammentazione del mercato e favorire l’interoperabilità tecnologica all’interno del Mercato Unico Digitale.

La decisione della Commissione di non perseguire la strada della network fee si inserisce in una visione più ampia di governance digitale europea. Una visione che, piuttosto che introdurre nuovi oneri normativi, intende favorire l’espansione dell’infrastruttura di rete tramite politiche industriali mirate e cooperazione intersettoriale. Il Digital Networks Act potrebbe dunque rappresentare una svolta per la connettività europea e per il futuro del suo ecosistema digitale.

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