Italia in ritardo sull’intelligenza artificiale: solo l’8% delle imprese utilizza l’AI. Allarme ISTAT su competenze digitali e fuga di talenti

RedazioneRedazione
| 21/05/2025
Italia in ritardo sull’intelligenza artificiale: solo l’8% delle imprese utilizza l’AI. Allarme ISTAT su competenze digitali e fuga di talenti

Secondo il rapporto annuale ISTAT, appena pubblicato, l’Italia mostra un gap strutturale nell’adozione dell’intelligenza artificiale e nelle competenze digitali di base, con forti divari territoriali e una crescente emigrazione di giovani qualificati. Una sfida cruciale per la competitività industriale e la sovranità tecnologica del Paese.

L’Italia rallenta sull’innovazione: solo 8 imprese su 100 adottano l’intelligenza artificiale

Nel contesto di una crescita economica fragile e strutturalmente rallentata, l’Italia sconta anche un ritardo significativo nella transizione digitale. È quanto emerge dal Rapporto annuale ISTAT, che fotografa un paese tecnologicamente disallineato rispetto agli standard europei.

Solo l’8% delle imprese italiane ha adottato soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, una percentuale nettamente inferiore rispetto a Francia, Spagna e Germania, dove l’adozione sfiora o supera il 20%. Il dato segnala una vulnerabilità sistemica in termini di innovazione produttiva, competitività internazionale e resilienza tecnologica.

Competenze digitali sotto la media UE: il divario formativo penalizza l’economia

A pesare sul ritardo italiano è anche il basso livello di alfabetizzazione digitale della popolazione. Secondo ISTAT, solo il 45,8% degli italiani tra i 16 e i 74 anni possiede almeno competenze digitali di base, contro una media UE del 55,5% e un target europeo dell’80% entro il 2030.

La situazione si aggrava nel Mezzogiorno, dove il tasso scende al 36,1%, rendendo ancora più fragile il tessuto socio-economico delle regioni meridionali e limitando la capacità del Paese di attrarre investimenti in settori ad alto contenuto tecnologico.

Fuga di cervelli e demografia negativa: la doppia crisi del capitale umano

A preoccupare non è solo la bassa adozione di tecnologie emergenti, ma anche la crescente perdita di capitale umano qualificato. Nel 2023, 21.000 laureati italiani tra i 25 e i 34 anni hanno lasciato il Paese, con un incremento annuo del 21,2%. Il saldo netto negli ultimi dieci anni è negativo per 97.000 giovani qualificati.

Questa emorragia di competenze, alimentata da opportunità ridotte, bassi salari e limitata mobilità sociale, compromette la possibilità di costruire un ecosistema innovativo interno e mina le basi della sovranità tecnologica nazionale.

Crescita economica debole e incertezza esterna: lo scenario macro

Il quadro è ulteriormente complicato da una congiuntura macroeconomica incerta. Il governo ha recentemente rivisto al ribasso la stima di crescita per il 2025, portandola dallo 1,2% allo 0,6%, mentre nel primo trimestre del 2024 il PIL è aumentato di appena lo 0,3%.

Fattori esterni, come le politiche tariffarie statunitensi, contribuiscono a mantenere alta la volatilità e frenano la propensione agli investimenti in tecnologia e innovazione.

Implicazioni per politica industriale, diritto dell’innovazione e finanza pubblica

Il ritardo nell’adozione dell’intelligenza artificiale non è solo un deficit tecnologico: è una questione strategica che coinvolge politiche industriali, giuridiche e fiscali.

  • Sul piano normativo, serve una cornice abilitante per l’adozione dell’AI nelle PMI.
  • Dal lato della finanza pubblica, è urgente un piano di investimenti mirato su formazione digitale, upskilling e infrastrutture cognitive.
  • A livello geopolitico, la capacità dell’Italia di contribuire alla costruzione dell’autonomia strategica europea passa anche per la riduzione del digital divide interno e per la valorizzazione dei talenti nazionali.

Un cambio di paradigma è urgente

Il Rapporto ISTAT evidenzia un’Italia a rischio di marginalizzazione tecnologica. Per invertire la rotta, occorrono:

  • Un piano nazionale per l’adozione dell’AI nelle filiere produttive
  • Un ecosistema di innovazione inclusivo, che unisca impresa, università e territori
  • Una governance industriale orientata alla resilienza digitale e alla retention dei talenti.

In gioco non c’è solo il PIL, ma la posizione dell’Italia nelle catene globali del valore digitale.

Video del Giorno

Il Consorzio Italia Cloud lancia un appello alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai ministri competenti: “Servono politiche urgenti per difendere la sovranità digitale nazionale”

"Il comportamento è lo specchio su cui ognuno mostra chi è veramente"

Johann Wolfgang Goethe

Articoli recenti

Tecnologie in video

Drone View

Barberio & Partners s.r.l.

Via Donatello 67/D - 00196 Roma
P.IVA 16376771008

Policy
Privacy Policy
Cookie Policy
Termini e Condizioni
iscriviti alla nostra newsletter
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e la Informativa sulla Privacy di Google, nonché i Termini di Servizio sono applicabili.