Italia e rischio frane: l’IA di ISPRA contro l’impatto climatico su popolazione e territorio

RedazioneRedazione
| 30/07/2025
Italia e rischio frane: l’IA di ISPRA contro l’impatto climatico su popolazione e territorio

ISPRA lancia un assistente virtuale per supportare cittadini e istituzioni nella valutazione dei rischi idrogeologici, mentre l’esposizione al pericolo frane continua ad aumentare.

Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), oltre 1,3 milioni di persone in Italia vivono attualmente in aree classificate ad alto o molto alto rischio di frane. Questo dato, già allarmante, è destinato a peggiorare a causa degli effetti del cambiamento climatico, che rende sempre più frequenti e intensi gli eventi meteorologici estremi. In particolare, l’incremento di piogge torrenziali e tempeste sta ampliando il rischio anche a zone storicamente meno vulnerabili. ISPRA sottolinea come la percentuale di territorio italiano soggetto a rischio frana sia passata dall’8,7% nel 2021 al 9,5% nel 2023.

L’Italia tra i paesi europei più esposti

Con una morfologia complessa e un’elevata densità abitativa in molte aree collinari e montane, l’Italia si conferma tra i paesi europei maggiormente esposti al rischio di dissesto idrogeologico. Eventi recenti, come la frana mortale a Casamicciola sull’isola di Ischia nel 2022 e le devastanti alluvioni in Emilia-Romagna nel 2023, hanno evidenziato le gravi conseguenze della mancata prevenzione e della vulnerabilità di molte infrastrutture e comunità. Il rischio non è solo geologico, ma sociale ed economico: colpisce l’incolumità delle persone, compromette reti di trasporto, interrompe attività produttive e genera oneri elevatissimi per lo Stato.

IdroGEO: una piattaforma digitale per la trasparenza del rischio

Per affrontare in modo sistemico questa criticità, ISPRA ha sviluppato la piattaforma IdroGEO, un portale cartografico pubblico che raccoglie e aggiorna i dati relativi all’instabilità del territorio italiano. IdroGEO consente ai cittadini, agli enti locali e ai professionisti del settore di consultare mappe di pericolosità e rischio idrogeologico, migliorando la trasparenza e l’accesso alle informazioni. La piattaforma include anche strumenti per l’analisi storica degli eventi e per la pianificazione urbanistica. La digitalizzazione della prevenzione rappresenta un passo chiave per favorire scelte consapevoli e mitigare il rischio.

Un assistente AI al servizio della sicurezza territoriale

La novità annunciata da ISPRA riguarda l’introduzione di un assistente virtuale basato su intelligenza artificiale, progettato per semplificare l’interazione con la piattaforma IdroGEO. L’AI sarà in grado di rispondere a domande, guidare l’utente nella consultazione dei dati e offrire spiegazioni accessibili anche ai non addetti ai lavori. L’obiettivo è democratizzare l’accesso alla conoscenza del rischio idrogeologico e migliorare la capacità di risposta delle comunità locali. In prospettiva, l’assistente potrebbe essere integrato con altri sistemi di allerta precoce, supportando decisioni operative durante emergenze legate a frane e alluvioni.

Implicazioni economiche, legali e di governance

La crescente esposizione al rischio frana ha implicazioni rilevanti anche sotto il profilo economico, giuridico e della governance pubblica. Le amministrazioni locali sono chiamate ad aggiornare costantemente i propri piani di protezione civile e a gestire le responsabilità connesse a nuove costruzioni in aree a rischio. Allo stesso tempo, le compagnie assicurative si trovano a ricalibrare le polizze in base alla mutata mappa del rischio. L’intelligenza artificiale può giocare un ruolo strategico nel rafforzare la resilienza infrastrutturale del paese, ma richiede un quadro normativo chiaro che ne regoli l’impiego nei servizi pubblici essenziali.

Verso un modello predittivo integrato e multilivello

Il potenziamento della piattaforma IdroGEO con tecnologie di AI rappresenta un primo passo verso l’evoluzione di un modello predittivo multilivello, in grado di integrare dati meteo-climatici, geomorfologici, satellitari e socio-economici. Tale approccio, sostenuto da fondi europei del PNRR e da investimenti in innovazione pubblica, potrebbe costituire un benchmark replicabile anche in altri paesi soggetti a fenomeni simili. La lotta al dissesto idrogeologico non può prescindere dalla scienza, ma è anche una questione di governance, trasparenza e capacità di pianificazione a lungo termine.

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