Il Competition Appeal Tribunal britannico dichiara illegittime le commissioni multilaterali interbancarie imposte ai retailer. Impatto potenziale su compliance, fintech, retail e modelli di business globali.
Una sentenza destinata a segnare uno spartiacque nel settore dei pagamenti digitali: il Competition Appeal Tribunal (CAT) di Londra ha stabilito che le multilateral interchange fees (MIFs) applicate da Visa e Mastercard violano il diritto europeo della concorrenza. La pronuncia è l’ultimo sviluppo di una lunga serie di contenziosi intentati da centinaia di esercizi commerciali nel Regno Unito.
La decisione: quadro normativo e impatto giuridico
Con sentenza unanime, il tribunale ha affermato che le MIFs – ovvero le commissioni interbancarie applicate automaticamente ai commercianti quando i clienti effettuano pagamenti con carta – costituiscono una restrizione anticoncorrenziale ai sensi del diritto UE, in particolare dell’art. 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
Si tratta, secondo il legale David Scott dello studio internazionale Scott+Scott, di una “vittoria significativa per tutti i merchant che hanno sostenuto costi eccessivi negli ultimi anni”. Il pronunciamento riguarda sia le carte commerciali sia le transazioni interregionali e rappresenta la prima volta in cui queste specifiche categorie di commissioni vengono giudicate contrarie alla normativa antitrust europea.
La posizione delle aziende e le prospettive d’appello
Sia Visa che Mastercard hanno annunciato l’intenzione di presentare ricorso, definendo la sentenza “errata” e “profondamente viziata”. Un portavoce di Visa ha ribadito che “l’interchange fee rappresenta un elemento cruciale per la sicurezza e la stabilità dell’ecosistema dei pagamenti digitali”. Mastercard, dal canto suo, ha sostenuto che la decisione “non riflette il valore apportato al sistema da questi meccanismi multilaterali”.
Tuttavia, la decisione del CAT rafforza il precedente giurisprudenziale che, in diverse sedi europee e britanniche, ha già sollevato dubbi circa la legittimità concorrenziale delle commissioni interbancarie imposte in modo non negoziabile ai retailer.
Contenziosi in evoluzione: implicazioni finanziarie e strategiche
Il caso britannico si inserisce in un contesto transnazionale in cui il ruolo delle MIFs è oggetto di scrutiny da parte di autorità regolatorie, associazioni di categoria e policy maker. La Commissione Europea, già nel 2015, aveva introdotto un tetto regolamentare alle MIFs per le carte consumer. Tuttavia, le carte commerciali e le transazioni cross-border sono rimaste in larga parte escluse da tale regolamentazione, aprendo spazi per il contenzioso.
Il verdetto di Londra potrebbe ora rafforzare le richieste di rimborso da parte di migliaia di imprese, in un contesto in cui il quantum del danno sarà oggetto di un processo ulteriore per determinare se i costi eccessivi siano stati integralmente traslati sui consumatori finali.
Tecnologia, diritto dell’innovazione e disruption nel settore
Le implicazioni della sentenza toccano innovazione finanziaria, modelli di remunerazione delle reti di pagamento e architetture digitali. Le MIFs costituiscono una componente fondamentale dei ricavi per i sistemi a quattro parti (issuer, acquirer, merchant e cardholder). L’eventuale riforma o riduzione forzata di tali meccanismi potrebbe accelerare l’adozione di alternative decentralizzate, open banking, instant payment schemes e modelli B2B disintermediati.
Sul piano giuridico, la sentenza richiama l’urgenza di aggiornare i paradigmi regolatori nell’era post-PSD2, per bilanciare competizione e sicurezza, accesso all’infrastruttura e tutela del consumatore.
Outlook strategico
La sentenza del CAT non è solo un caso antitrust isolato: rappresenta un campanello d’allarme per tutti gli attori dell’economia digitale. L’equilibrio tra innovazione, regolazione e concorrenza richiederà, nei prossimi anni, un ripensamento strategico delle politiche tariffarie, dei ruoli delle big tech finanziarie e del quadro giuridico europeo e internazionale.
Le prossime fasi del contenzioso – in particolare sul tema della “pass-on defence” e sulla quantificazione del danno – saranno determinanti per valutare l’effettiva esposizione finanziaria dei circuiti di pagamento e l’impatto sull’intera supply chain dei servizi digitali.