Il Pentagono investe in MP Materials: nasce il primo polo USA integrato per le terre rare

RedazioneRedazione
| 11/07/2025
Il Pentagono investe in MP Materials: nasce il primo polo USA integrato per le terre rare

Con un investimento da 400 milioni di dollari, il Dipartimento della Difesa statunitense diventa azionista di riferimento di MP Materials, proprietaria dell’unica miniera operativa di terre rare negli Stati Uniti. Un modello di partenariato pubblico-privato che riorienta la politica industriale americana tra sicurezza nazionale, autonomia strategica e mercato.

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD) ha sottoscritto un investimento di 400 milioni di dollari in azioni privilegiate di MP Materials Corp., assumendo la posizione di principale azionista della società. MP Materials detiene il controllo dell’unica miniera attiva di terre rare sul territorio nazionale, Mountain Pass (California) e rappresenta oggi un asset strategico per la sicurezza tecnologica e militare statunitense.

L’operazione prevede anche:

  • Una warrant decennale che consente al Pentagono di acquistare ulteriori azioni a un prezzo prefissato (30,03 dollari)
  • Una clausola di acquisto esclusivo per 10 anni di tutti i magneti prodotti nella nuova fabbrica americana
  • Un sostegno diretto ai prezzi del composto NdPr (neodimio-praseodimio), critico per i magneti permanenti

Con il pieno esercizio delle opzioni, il DoD arriverebbe a detenere circa il 15% del capitale di MP Materials, superando la quota degli attuali principali azionisti privati come BlackRock Fund Advisors (8,27%) e lo stesso CEO James Litinsky (8,61%).

Geoeconomia delle terre rare: tra politica industriale e confronto strategico USA-Cina

Le terre rare sono elementi fondamentali per applicazioni ad alto contenuto tecnologico, tra cui:

  • Sistemi radar e di guida per velivoli militari come l’F-35
  • Droni, sottomarini e tecnologie stealth
  • Magneti per motori elettrici, turbine eoliche e dispositivi elettronici avanzati

Nel 2023, secondo la U.S. Geological Survey, il 70% delle terre rare importate negli USA proveniva dalla Cina, che detiene il primato globale in termini di raffinazione, produzione e controllo logistico della filiera. L’investimento del Pentagono rappresenta un tentativo esplicito di invertire questa dipendenza strutturale, garantendo approvvigionamenti sicuri per la difesa e l’industria americana.

Un nuovo modello di intervento: partnership industriale pubblico-privato

Il CEO di MP Materials, James Litinsky, ha definito l’accordo come una partnership industriale innovativa che mantiene l’autonomia gestionale dell’impresa pur coinvolgendo attivamente lo Stato: “Non è una nazionalizzazione. Resta una public company, con un nuovo partner economico rilevante, ma strategicamente indipendente.”

Secondo Litinsky, l’investimento del DoD potrebbe diventare un modello replicabile per altre aziende statunitensi nel settore dei materiali critici, contrastando le pratiche mercantiliste e sovvenzionistiche dei principali concorrenti asiatici.

Magneti, filiera interna e reshoring industriale

MP Materials utilizzerà parte dei fondi per costruire la sua seconda fabbrica di magneti negli Stati Uniti. La struttura – denominata “10X” – avrà una capacità produttiva di 10.000 tonnellate/anno, sufficiente a coprire una parte rilevante della domanda interna, soprattutto militare.

I principali dettagli dell’accordo:

  • Avvio della produzione previsto per il 2028
  • Il Pentagono acquisterà il 100% della produzione per 10 anni
  • Garanzia governativa di un prezzo minimo di 110 $/kg per il NdPr
  • In caso di mercato sotto soglia, il DoD verserà a MP Materials un’integrazione; in caso di prezzo superiore, riceverà il 30% dell’upside

A completare il quadro, JPMorgan e Goldman Sachs parteciperanno al finanziamento con un prestito privato da 1 miliardo di dollari, mentre il Pentagono ha già stanziato ulteriori 150 milioni in prestito per potenziare le attività di separazione chimica a Mountain Pass.

Implicazioni giuridiche e strategiche

Dal punto di vista regolatorio, l’intervento del Pentagono solleva temi cruciali:

  • Nuove forme di interventismo industriale “di mercato”
  • Ridefinizione del perimetro del governo societario in contesti strategici
  • Potenziale utilizzo di questo modello come leva per una politica industriale attiva USA, fuori dagli schemi di semplice incentivazione fiscale

Il caso MP Materials rappresenta un precedente di grande rilevanza per l’autonomia tecnologica occidentale e per la costruzione di filiere strategiche “on shore” in settori critici.

Un paradigma emergente nella politica industriale americana

Con l’ingresso diretto del Dipartimento della Difesa nel capitale di un’azienda mineraria, gli Stati Uniti inaugurano un nuovo paradigma di intervento economico-strategico, basato sulla partecipazione azionaria, la condivisione del rischio e il sostegno alla competitività tecnologica interna.

Nel contesto della competizione sistemica con la Cina, l’accordo tra MP Materials e il Pentagono si configura come un’azione concertata di difesa industriale, innovazione di filiera e sovranità tecnologica, destinata ad avere impatti profondi sull’intero ecosistema dei materiali critici e delle supply chain avanzate.

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