Il cervello da un miliardo di dollari: così gli Stati Uniti vogliono accelerare la prossima rivoluzione scientifica

RedazioneRedazione
| 28/10/2025
Il cervello da un miliardo di dollari: così gli Stati Uniti vogliono accelerare la prossima rivoluzione scientifica

Gli Stati Uniti e AMD uniscono le forze per costruire due supercomputer da record. Obiettivo: rivoluzionare la scienza, l’energia e la sicurezza nazionale, in una corsa tecnologica che ridisegna gli equilibri globali.

Con un investimento da un miliardo di dollari, Washington punta su Lux e Discovery, due macchine capaci di apprendere, simulare e prevedere l’imprevedibile: dal cuore del Sole alla cellula tumorale. Una sfida che intreccia potere geopolitico, ricerca e intelligenza artificiale.

Una nuova corsa alla supremazia scientifica

Negli Stati Uniti la potenza di calcolo è diventata un terreno di competizione strategica, al pari delle risorse energetiche e militari. La decisione del governo americano di finanziare, insieme ad AMD, la costruzione di due supercomputer di nuova generazione non è solo un investimento nella ricerca: è una mossa geopolitica.
Dietro la narrativa della scienza c’è la consapevolezza che chi controlla i supercomputer controlla il futuro, perché controlla la capacità di simulare il mondo.

L’intesa da un miliardo di dollari tra il Dipartimento dell’Energia (DOE) e AMD nasce con un obiettivo preciso: creare una piattaforma nazionale di supercalcolo in grado di sostenere gli esperimenti più complessi dell’era dei big data e dell’intelligenza artificiale.
La sfida non è soltanto interna. La Cina, da anni, investe miliardi nella costruzione di centri di calcolo avanzati, molti dei quali celati sotto il velo della ricerca civile. L’Europa, invece, fatica a tenere il passo, divisa tra strategie nazionali e mancanza di una visione unitaria.
Gli Stati Uniti reagiscono con un modello nuovo: una sinergia pubblico-privata che mira a consolidare la leadership tecnologica nazionale e a ridurre la dipendenza da tecnologie estere, soprattutto nel settore dei semiconduttori e dell’AI.

Lux: la macchina che unisce potenza e intelligenza

Il primo dei due supercomputer, Lux, entrerà in funzione entro sei mesi. Sarà costruito intorno ai chip AMD MI355X, progettati specificamente per gestire carichi di lavoro di intelligenza artificiale combinati con simulazioni scientifiche di altissima complessità.
Il sistema nasce dalla collaborazione tra AMD, Hewlett Packard Enterprise (HPE), Oracle Cloud Infrastructure e il Oak Ridge National Laboratory (ORNL), lo stesso laboratorio che diede vita ad alcune delle innovazioni scientifiche più decisive del Novecento.

Secondo Lisa Su, CEO di AMD, Lux rappresenta “il dispiegamento più rapido di un sistema di questa scala mai realizzato”. Una frase che, dietro l’enfasi, riflette un punto cruciale: la velocità di implementazione è diventata un indicatore di potere industriale.
In un mondo dove i cicli di innovazione tecnologica si misurano in trimestri, riuscire a costruire un supercomputer operativo in pochi mesi significa avere una filiera produttiva agile, una visione coordinata e un ecosistema di partner altamente integrato.

Stephen Streiffer, direttore dell’ORNL, ha dichiarato che Lux offrirà una capacità di calcolo tre volte superiore rispetto ai migliori supercomputer oggi operativi. Ma la vera rivoluzione non è nella potenza pura: è nella sua intelligenza ibrida. Lux sarà in grado di imparare dai propri errori, ottimizzando i modelli fisici e biologici attraverso algoritmi adattivi. In altre parole, non solo calcolerà più velocemente: imparerà a calcolare meglio.

Discovery: la prossima frontiera dell’intelligenza scientifica

Il secondo sistema, chiamato Discovery, rappresenterà la fase successiva della rivoluzione.
Basato sui nuovi chip AMD MI430, la cui architettura è progettata per unire l’high-performance computing (HPC) con l’intelligenza artificiale generativa, Discovery entrerà in funzione nel 2029.

Questa macchina non sarà soltanto più potente di Lux: sarà più intelligente. Le sue reti neurali integrate potranno elaborare i risultati delle simulazioni fisiche per generare modelli predittivi sempre più accurati. In sostanza, Discovery sarà una piattaforma di intelligenza scientifica auto-apprendente, capace di ottimizzare esperimenti complessi in tempo reale.

Per la comunità scientifica globale, ciò significa un cambio di paradigma: passare dalla modellazione manuale alla scienza autonoma, in cui l’intelligenza artificiale diventa partner e non strumento.
È l’alba di una nuova era della conoscenza computazionale, in cui la macchina non solo esegue, ma interpreta la realtà.

Fusione, sicurezza, medicina: i campi di battaglia del XXI secolo

Le applicazioni previste per Lux e Discovery spaziano dall’energia alla medicina, passando per la sicurezza nazionale.
Il Segretario all’Energia Chris Wright ha sottolineato che i supercomputer saranno cruciali per accelerare la ricerca sulla fusione nucleare, la tecnologia che promette di imitare il processo che alimenta il Sole: un plasma di atomi leggeri compressi a temperature estreme per generare energia pulita e inesauribile.
I modelli di fusione, tuttavia, richiedono miliardi di calcoli multidimensionali e la gestione di fenomeni caotici: un’impresa che solo sistemi di calcolo exascale possono affrontare. Con l’aiuto dell’AI, i ricercatori sperano di prevedere e controllare le instabilità del plasma, avvicinandosi a una vera svolta energetica.

Ma l’ambizione non si ferma qui. I nuovi supercomputer serviranno anche a monitorare l’arsenale nucleare statunitense, sostituendo test fisici con simulazioni digitali di altissima precisione.
E, sul fronte biomedico, Lux e Discovery promettono di accelerare la scoperta di nuovi farmaci, simulando l’interazione delle molecole con le cellule tumorali fino al livello subatomico.

Il nuovo modello americano: scienza distribuita, potere condiviso

La partnership tra il Dipartimento dell’Energia e AMD non è solo una questione di calcolo, ma di strategia nazionale.
Il modello scelto – infrastrutture ospitate in laboratori pubblici ma co-finanziate e co-sviluppate con aziende private – segna l’inizio di una nuova fase dell’innovazione americana.
Il DOE ospiterà le macchine, ma la potenza di calcolo verrà condivisa con le imprese partner e le università.
È una visione sistemica, fondata sull’idea che la competitività tecnologica non nasce più nei singoli laboratori, ma in ecosistemi distribuiti, dove pubblico e privato si alimentano reciprocamente.

Un funzionario del DOE ha spiegato che Lux e Discovery sono solo il primo passo di un progetto più ampio: costruire una rete di supercomputer interconnessi distribuiti in tutto il territorio americano.
Una “costellazione digitale” pensata per sostenere non solo la ricerca scientifica, ma anche la competitività industriale del Paese.
È, a tutti gli effetti, una nuova infrastruttura strategica, al pari delle ferrovie nell’Ottocento o di Internet negli anni ’90.

La scienza come atto di potere

Ogni salto tecnologico ridefinisce la geopolitica del suo tempo.
Oggi, il nuovo campo di battaglia non è più lo spazio o il nucleare, ma la capacità di calcolare il mondo.
Lux e Discovery incarnano questa transizione: non sono soltanto strumenti scientifici, ma manifesti di potenza cognitiva.

Dietro le equazioni e i processori, l’America sta riaffermando il proprio ruolo come centro della ricerca globale, in un momento in cui la competizione con Cina e Russia si estende dal commercio all’intelligenza artificiale.
Questa volta, però, non si tratta di chi costruirà la bomba più grande o il razzo più veloce, ma di chi sarà in grado di comprendere e simulare il futuro prima degli altri.

Lux e Discovery sono il preludio di un nuovo paradigma: macchine che non solo eseguono calcoli, ma imparano, prevedono e immaginano.
E quando una civiltà costruisce strumenti capaci di immaginare, cambia per sempre il modo in cui pensa se stessa.

Verso la mente sintetica della civiltà

Nel silenzio dei laboratori di Oak Ridge, tra server e fibre ottiche, si sta accendendo una nuova forma di intelligenza collettiva.
Non è fantascienza: è la mente sintetica di una società che affida al calcolo la comprensione della materia, della vita e del cosmo.

Il progetto da un miliardo di dollari tra Washington e AMD non riguarda solo due supercomputer.
Riguarda l’idea che la scienza, l’intelligenza artificiale e la potenza di calcolo siano ormai inseparabili dalla politica, dall’economia e dalla visione che un Paese ha del proprio futuro.

In questa corsa verso la conoscenza automatizzata, l’America non cerca solo risposte: cerca di riscrivere le domande stesse.
E forse, in quella riscrittura, si gioca il senso del XXI secolo.

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