Dall’Arabia Saudita agli Stati Uniti, dalla Cina alla Francia, le dieci maggiori compagnie petrolifere e del gas alimentano l’economia globale. In bilico tra ricchezza fossile e transizione verde, ecco i padroni dell’energia.
Il potere che scorre nei tubi: una mappa del dominio energetico globale
Nonostante l’incedere, lento ma determinato, della transizione energetica e nonostante la spinta retorica verso un futuro interamente rinnovabile, il presente, quel presente che ci riscalda le case, che muove le fabbriche, che accende le città, è ancora saldamente nelle mani dell’industria oil & gas. È proprio qui, tra pozzi, raffinerie e terminali di esportazione, che si muovono i grandi protagonisti dell’energia: dieci aziende, dieci imperi, che, tra passato e futuro, tengono acceso il mondo.
1. Saudi Aramco – La monarchia dell’oro nero
Con una valutazione di mercato che sfiora l’inverosimile — 1.670 miliardi di dollari — Saudi Aramco non è solo la più grande compagnia petrolifera del pianeta, ma la più potente macchina economica a servizio di uno Stato sovrano. Fondata nel 1933, divenuta interamente statale nel 1980, Aramco opera su tutta la filiera dell’idrocarburo, dalla trivella al distributore. Ma ciò che più colpisce è la vastità del suo raggio d’azione: il Master Gas System — il più esteso network di idrocarburi al mondo — ne è la spina dorsale. E mentre si affaccia sul futuro con progetti legati all’idrogeno e alla cattura del carbonio, Aramco continua a dettare legge nel presente.
2. ExxonMobil – L’ereditaria potenza del capitalismo energetico
Nata dalla fusione di Exxon e Mobil, figlie della leggendaria Standard Oil, ExxonMobil rappresenta il volto storico — e ancora attualissimo — dell’impero petrolifero americano. Con una capitalizzazione di oltre 462 miliardi di dollari, essa incarna il modello dell’integrazione verticale totale: esplorazione, raffinazione, chimica, distribuzione. La recente scommessa sull’idrogeno e sull’ammoniaca a Baytown, in Texas, non è un vezzo ecologista, bensì un tentativo calcolato di mantenere il comando in un’epoca che pretende innovazione senza rinunciare al profitto.
3. Chevron – L’espansione continua sotto la bandiera della resilienza
Chevron, attiva in oltre 180 Paesi, è ciò che resta — e in grande forma — dell’antico sogno energetico californiano. Fondata nel 1879, afferma di voler fornire energia “sempre più pulita”, ma intanto incrementa la produzione del 20% sul territorio statunitense nel 2024. L’equilibrio tra performance economica, innovazione low-carbon e presenza capillare la proietta come leader inossidabile del comparto. La sua forza, oltre che nelle risorse, risiede nella disciplina: finanziaria, operativa, strategica.
4. PetroChina – La locomotiva energetica dell’Oriente
Parte della CNPC, PetroChina è il più grande produttore di petrolio e gas del continente asiatico. Con oltre 500.000 dipendenti — una città intera di lavoratori — la compagnia cinese si muove secondo una logica di Stato: risorse, innovazione, internazionalizzazione, e soprattutto sviluppo “verde” controllato. Nel 2024 ha registrato un aumento costante delle riserve e della produzione; per il 2025, promette stabilità e progresso simultaneamente. È una promessa audace — ma chi può dire che non verrà mantenuta?
5. Shell – Tra i pozzi e l’inclusività
Fondata nel 1907 e con sede a Londra, Shell è una delle poche compagnie a potersi dire davvero globale, con 96.000 dipendenti in oltre 70 Paesi. La sua dichiarata ambizione — diventare una delle realtà più inclusive al mondo — si affianca a un’espansione concreta nel settore offshore africano, come dimostra il rafforzamento della presenza nel giacimento Bonga in Nigeria. Shell si muove su un crinale sottile: quello che separa il brand etico dal colosso estrattivo.
6. TotalEnergies – L’alchimista della nuova energia
Fondata nel 1924, la francese TotalEnergies tenta l’impossibile: aumentare del 3% annuo la produzione fossile fino al 2030, e al contempo investire massicciamente in solare, eolico e stoccaggio. L’acquisizione di otto impianti fotovoltaici nel Regno Unito nel 2025 è un segnale forte. Eppure — vien da chiedersi — può davvero una compagnia dominare entrambi i mondi? O finirà per appartenere a nessuno?
7. CNOOC – Il silenzioso potere dell’offshore cinese
China National Offshore Oil Corporation è il braccio marittimo dell’energia cinese. Fondata nel 1982, è oggi il più grande produttore offshore del Paese. Con una riservatezza tipicamente asiatica, ha consolidato nel 2024 la sua posizione aumentando le riserve e migliorando l’efficienza, in un contesto di incertezze globali. Non fa proclami; costruisce fondamenta.
8. ConocoPhillips – L’indipendenza come marchio di fabbrica
Fra le poche grandi compagnie non integrate, ConocoPhillips si concentra esclusivamente su esplorazione e produzione. Fondata nel 1875 e con sede a Houston, è attiva in 15 paesi e produce oltre 12 milioni di gigajoule al giorno. Il suo modello è essenziale, disciplinato, quasi austero. Ma proprio questa purezza operativa la rende estremamente efficace.
9. TAQA – L’emblema energetico emiratino
La compagnia statale degli Emirati Arabi Uniti, nata solo nel 2005, dimostra quanto la pianificazione statale possa dare frutti maturi in tempi rapidi. Non solo oil & gas, ma anche elettricità, miniere e desalinizzazione. Il primo trimestre del 2025 ha confermato la solidità di una strategia imperniata su diversificazione e crescita ordinata. TAQA è, in breve, il volto moderno dell’energia pubblica.
10. Enbridge – La linfa invisibile del Nord America
Fondata nel 1949, Enbridge è leader nelle infrastrutture: oleodotti, gasdotti, trasporto. Il suo sistema — il più lungo del continente — attraversa Stati Uniti e Canada, trasportando milioni di barili al giorno. Oggi si muove anche verso il futuro, con investimenti in idrogeno verde, biometano e cattura del carbonio. Non produce petrolio, ma lo fa viaggiare — e senza di lei, nessuno lo vedrebbe arrivare.
In conclusione
Si potrebbe pensare che il futuro sia già altrove — tra turbine, pannelli e batterie. Ma l’oggi, il qui e ora, parla ancora la lingua dell’idrocarburo. Le compagnie di questa classifica lo sanno bene: investono nel nuovo, ma prosperano nel vecchio. C’è un’ambizione di cambiamento, certo; ma c’è anche — e soprattutto — una volontà di continuità. E mentre il mondo discute, loro agiscono. In silenzio. Con potenza.
Top 10 Compagnie Globali di Petrolio e Gas – Panorama Tabellare
Compagnia | Paese | Market Cap (USD) | Anno di fondazione | Core Business | Nota Descrittiva | |
1 | Saudi Aramco | Arabia Saudita | 1.670 miliardi | 1933 | Produzione integrata di oil & gas | Maggior produttore globale; controllo statale; investe in idrogeno e CCS |
2 | ExxonMobil | USA (Texas) | 462,12 miliardi | 1882/1999 | Oil & gas, chimica | Leader privato mondiale; investimenti in low-carbon a Baytown |
3 | Chevron | USA (California) | 250,39 miliardi | 1879 | Oil & gas upstream, downstream | Attiva in oltre 180 paesi; alta efficienza operativa; iniziative low-carbon |
4 | PetroChina | Cina (Pechino) | 212,86 miliardi | 1999 | Produzione e vendita oil & gas | Parte di CNPC maggiore produttore asiatico |
5 | Shell | Regno Unito (Londra) | 207,94 miliardi | 1907 | Oil & gas integrato | 96.000 dipendenti in oltre 70 Paesi; ambizione inclusiva; espansione offshore africana, presenza rafforzata a Bonga (Nigeria); brand tra etica e colosso estrattivo |
6 | Total Energies | Francia (Parigi) | 139,65 miliardi | 1924 | Multi-energia (fossile + rinnovabili) | Tenta di aumentare la produzione fossile del 3% annuo fino al 2030; investimenti massicci in solare, eolico, stoccaggio; acquisizione di 8 impianti fotovoltaici UK nel 2025 |
7 | CNOOC | Cina (Pechino) | 116,16 miliardi | 1982 | Produzione offshore | Braccio marittimo dell’energia cinese; maggiore produttore offshore nazionale; nel 2024 aumenta riserve ed efficienza; riservatezza e solidità |
8 | Conoco Phillips | USA (Houston) | 115,11 miliardi | 1875 | Esplorazione e produzione | Non integrata; attiva in 15 paesi; oltre 12 milioni di gigajoule prodotte al giorno; modello essenziale, disciplinato, altamente efficace |
9 | TAQA | Emirati Arabi Uniti (Abu Dhabi) | 100,72 miliardi | 2005 | Oil & gas, elettricità, desalinizzazione | Compagnia statale nata nel 2005; diversificazione e crescita ordinata; solida strategia confermata nel Q1 2025; simbolo dell’energia pubblica moderna |
10 | Enbridge | Canada (Calgary) | 100,12 miliardi | 1949 | Infrastrutture energetiche | Leader in oleodotti e gasdotti; il sistema più lungo del continente; trasporta milioni di barili al giorno tra USA e Canada; investe in idrogeno verde, biometano e cattura del carbonio; fondamentale per la logistica globale degli idrocarburi |