Prima causa legale dell’industria cinematografica contro un’AI generativa: al centro, l’uso non autorizzato di personaggi da franchise iconici come Star Wars e The Simpsons. Un test giuridico decisivo per il futuro della proprietà intellettuale nell’era dell’AI.
La battaglia per la tutela della proprietà intellettuale nell’era dell’intelligenza artificiale ha appena compiuto un salto di livello. Due dei principali colossi dell’intrattenimento mondiale, The Walt Disney Company e Universal Studios, hanno intentato una causa congiunta contro Midjourney, startup specializzata nella generazione di immagini tramite AI, con l’accusa di violazione sistematica del copyright.
La denuncia, depositata presso la United States District Court for the Central District of California, accusa Midjourney di aver utilizzato e distribuito immagini e personaggi generati artificialmente ispirati a proprietà intellettuali registrate – tra cui i celebri universi narrativi di Star Wars, The Simpsons e altri titoli di proprietà dei due studios – senza autorizzazione e nonostante esplicite richieste di cessazione.
Un precedente legale pericoloso
È la prima azione legale formale avviata da grandi major di Hollywood contro un attore dell’intelligenza artificiale generativa. Secondo Disney e Universal, il comportamento di Midjourney rappresenta una “minaccia sistemica al sistema di incentivi che costituisce il fondamento della legge sul copyright negli Stati Uniti”. Il documento legale definisce Midjourney “un parassita del copyright” e denuncia “un plagio intenzionale e reiterato”.
La causa non è solo una controversia economico-giuridica: rappresenta un caso emblematico delle tensioni emergenti tra creatività umana e generazione automatizzata. Le tecnologie di AI generativa stanno rivoluzionando la produzione e la fruizione dei contenuti, ma sollevano al contempo gravi interrogativi su licenze, uso legittimo e limiti etici dell’innovazione digitale.
Impatti geopolitici e industriali
Nel contesto globale, la vertenza si inserisce in un momento di intensificazione del dibattito tra Stati Uniti, Unione Europea e Asia sulla regolazione dell’intelligenza artificiale, con ripercussioni sul commercio, la competitività e la sovranità culturale. Le implicazioni non riguardano solo l’intrattenimento: diritto dell’innovazione, industria creativa, tutela degli autori e governance dei dati sono tutti aspetti in gioco.
Disney e Universal hanno chiesto un processo con giuria e puntano a stabilire un precedente legale che possa dissuadere altre piattaforme AI dal replicare contenuti protetti senza consenso. La sentenza – ancora lontana – potrebbe modellare l’equilibrio tra creatività computazionale e diritti d’autore per le prossime generazioni.
Nel frattempo, il settore osserva con attenzione. La causa potrebbe rappresentare un punto di svolta nei rapporti tra le Big Tech AI e le industrie creative tradizionali, accelerando lo sviluppo di nuovi standard legali, contrattuali e tecnologici per regolare la coesistenza tra AI e diritto d’autore.