Il Ministero della Scienza e della Tecnologia di Pechino presenta un nuovo quadro etico per la mobilità autonoma, in risposta a incidenti recenti e con l’obiettivo di costruire una leadership globale nella regolamentazione dell’AI applicata ai trasporti.
La Cina ha ufficializzato una serie di linee guida etiche rivolte al settore della guida autonoma, un segmento in rapida espansione che coinvolge giganti tecnologici come Baidu, Pony.ai, Huawei e il più recente player, Xiaomi. Il documento, pubblicato dal Ministero della Scienza e della Tecnologia, mira a regolare le applicazioni dell’intelligenza artificiale nei veicoli automatizzati, partendo da un principio fondamentale: la salvaguardia della vita umana.
Secondo il Ministero, i sistemi autonomi devono “dimostrare un alto rispetto per la vita umana” e implementare strategie proattive per minimizzare i danni, anche in scenari critici o di emergenza. La nuova politica arriva in un contesto di rapida proliferazione di tecnologie self-driving, in cui il governo centrale vuole prevenire rischi etici e operativi associati alla mancanza di supervisione umana.
Un modello fondato su trasparenza, ispezionabilità e tracciabilità
Uno degli aspetti centrali delle nuove linee guida riguarda l’obbligo di documentazione e ispezionabilità degli algoritmi, modelli di machine learning e altri componenti software alla base dei sistemi di guida autonoma. Le imprese coinvolte dovranno garantire che i propri modelli siano chiaramente descritti, tracciabili e sottoponibili a verifica esterna.
Questa mossa si inserisce in una tendenza più ampia che vede la Cina affermarsi come regolatore proattivo nel campo dell’intelligenza artificiale. Nel 2023, ad esempio, Pechino aveva già emanato regole sui contenuti generati dall’AI (AI-generated content) e, nel 2024, aveva introdotto requisiti di trasparenza sugli algoritmi di raccomandazione, soprattutto nel settore e-commerce.
Etica dell’innovazione e sicurezza pubblica: un equilibrio necessario
Il documento etico interviene in un momento delicato: nel marzo 2025, un veicolo elettrico Xiaomi in modalità assistita si è schiantato contro una barriera, provocando tre vittime. Le indagini hanno rivelato che il sistema aveva segnalato al conducente di riprendere il controllo appena due secondi prima dell’impatto.
Questo incidente ha acceso il dibattito nazionale sulla sicurezza delle tecnologie di guida autonoma, evidenziando la necessità di regole chiare per gestire responsabilità, tempi di reazione e livelli di intervento umano. Le nuove linee guida rispondono a queste esigenze, delineando una base etica che può fungere anche da riferimento per altri Paesi in cerca di standard condivisi.
Rafforzamento del controllo statale sull’innovazione tecnologica
Questa iniziativa si inserisce in una strategia più ampia del Partito Comunista Cinese per rafforzare il controllo normativo sull’industria tecnologica, un settore che ha visto negli ultimi anni un’espansione esplosiva, spesso accompagnata da casi di abuso, incidenti o asimmetrie informative.
Dal 2020, Pechino ha progressivamente stretto la morsa regolatoria su colossi digitali come Alibaba, Didi e Tencent, imponendo nuove regole su privacy, concorrenza e sicurezza nazionale. In quest’ottica, la regolazione della guida autonoma rappresenta un ulteriore tassello verso un ecosistema tech più monitorato, responsabile e orientato al bene collettivo.
Prospettive internazionali: verso una governance globale dell’AI nei trasporti
L’iniziativa cinese avrà probabilmente ripercussioni oltre i confini nazionali. L’Unione Europea ha già inserito i sistemi di guida autonoma tra le tecnologie ad alto rischio nel Regolamento sull’Intelligenza Artificiale (AI Act), mentre gli Stati Uniti stanno sperimentando approcci federali e statali non coordinati, creando un quadro ancora frammentato.
Il fatto che la Cina stia avanzando su un fronte etico, oltre che tecnologico, potrebbe rafforzarne la leadership nel definire standard internazionali nel settore dei trasporti intelligenti. Non a caso, già nel 2022 la Cina era in testa per numero di brevetti registrati in materia di guida autonoma, e secondo il China Association of Automobile Manufacturers (CAAM), il mercato dei veicoli intelligenti supererà i 40 milioni di unità entro il 2030.
Un nuovo paradigma per la mobilità automatizzata
Le linee guida appena introdotte non rappresentano solo un atto normativo, ma anche un’indicazione di politica industriale e di governance tecnologica. In un contesto in cui l’AI permea settori chiave come trasporti, sanità, finanza e sicurezza urbana, la sfida per gli Stati non è più solo promuovere l’innovazione, ma governarla in modo etico, trasparente e inclusivo.
La Cina, con questa mossa, rilancia il proprio modello di “sviluppo sicuro e controllato”, ribadendo che la tecnologia non può essere disgiunta dai valori e dai diritti fondamentali. Un messaggio destinato a entrare nel dibattito globale sulla responsabilità dell’intelligenza artificiale e sul futuro delle città intelligenti.