Grok e governo federale USA: i rischi sistemici dell’IA di Elon Musk tra privacy, etica pubblica e concorrenza nel settore tech

RedazioneRedazione
| 23/05/2025
Grok e governo federale USA: i rischi sistemici dell’IA di Elon Musk tra privacy, etica pubblica e concorrenza nel settore tech

L’espansione dell’uso di Grok all’interno delle agenzie federali statunitensi solleva dubbi su conflitti d’interesse, sicurezza dei dati e trasparenza nei rapporti tra pubblico e privato in ambito tecnologico. Cresce il dibattito sull’influenza delle big tech nelle architetture statali.

L’impiego dell’intelligenza artificiale Grok, sviluppata da xAI – la startup fondata da Elon Musk – per analizzare dati sensibili all’interno del governo federale statunitense, apre un nuovo e complesso fronte normativo e geopolitico. Secondo fonti vicine alla vicenda, la Department of Government Efficiency (DOGE), una task force promossa da Musk nell’ambito dell’amministrazione Trump, avrebbe utilizzato una versione personalizzata del chatbot per generare report e condurre attività di analisi dati su larga scala, in alcuni casi senza l’autorizzazione formale delle agenzie coinvolte, come il Department of Homeland Security (DHS).

Rischi giuridici e conflitto d’interesse

L’utilizzo non approvato di uno strumento sviluppato da un’azienda privata con interessi economici diretti – in questo caso xAI – da parte di dipendenti federali potrebbe configurare una violazione del codice penale federale sugli illeciti di interesse (18 U.S.C. §208). Questo avverrebbe qualora Elon Musk, in qualità di special government employee, avesse partecipato direttamente a decisioni che favoriscano finanziariamente una propria entità privata.

Anche qualora Musk non fosse coinvolto direttamente, la pressione esercitata dal team DOGE per l’adozione di Grok presso agenzie strategiche – come DHS o Department of Defense – solleverebbe preoccupazioni etiche di rilievo, con l’apparenza di auto-favoritismi istituzionali (“appearance of self-dealing”), compromettendo la neutralità del procurement pubblico.

Minacce alla privacy e alla sicurezza dei dati federali

Grok, nel suo impiego governativo, potrebbe essere stato alimentato con dataset contenenti informazioni personali o riservate, provenienti da database protetti e accessibili solo a un numero ristretto di funzionari pubblici. Il trattamento di tali dati da parte di un’intelligenza artificiale non certificata – e potenzialmente monitorata a fini aziendali, come indicato dai termini d’uso di xAI – rappresenta un grave rischio per la protezione dei dati e l’integrità delle infrastrutture informative pubbliche.

Il quadro si complica ulteriormente se si considera che Grok potrebbe essere utilizzata anche per addestrare altri modelli IA, attingendo a dati non pubblici del governo USA, dando così a xAI un vantaggio competitivo non trasparente rispetto ad altri operatori AI interessati a contratti federali.

Sorveglianza ideologica e uso improprio dell’IA

Secondo ulteriori indiscrezioni, la task force DOGE avrebbe promosso l’utilizzo di strumenti AI anche per monitorare il comportamento e la fedeltà politica dei dipendenti pubblici, analizzando email e attività sui terminali di lavoro. Tali pratiche, se confermate, violerebbero le leggi federali sulla protezione del lavoro civile e le garanzie contro la discriminazione politica nella pubblica amministrazione.

A ciò si aggiunge un precedente inquietante: l’interruzione da parte del DHS, a maggio, dell’accesso dei propri dipendenti a chatbot commerciali – compresi ChatGPT e Claude – per uso improprio di dati sensibili. In tale contesto, il tentativo di DOGE di spingere l’adozione di Grok appare ancora più critico.

Un nuovo fronte nella geopolitica dell’intelligenza artificiale

Questo episodio si inserisce in un più ampio contesto di ridefinizione dei rapporti tra potere esecutivo, innovazione privata e sovranità digitale. Se confermata, la strategia DOGE rappresenterebbe una forma inedita di privatizzazione operativa del potere pubblico, in cui un attore economico può accedere a risorse strategiche dello Stato senza trasparenza né accountability.

Inoltre, l’eventuale esclusione di altri attori AI dal mercato federale solleverebbe seri problemi di distorsione della concorrenza e alterazione del mercato dei servizi digitali per la pubblica amministrazione, in violazione anche dei principi di fair competition previsti dal diritto antitrust.

Sovrapposizione opaca

L’utilizzo non regolamentato di Grok da parte del team DOGE rappresenta un caso di studio emblematico sui rischi sistemici derivanti da una sovrapposizione opaca tra interessi pubblici e privati nella gestione dell’intelligenza artificiale. Mentre le istituzioni federali riflettono sulla necessità di una governance robusta delle tecnologie emergenti, questo episodio potrebbe accelerare la definizione di nuove regole etiche, legislative e di procurement per il settore pubblico, anche su scala internazionale.

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