Google rivede i risultati di ricerca in Europa: nuova proposta per evitare la maxi-sanzione UE sotto il Digital Markets Act

RedazioneRedazione
| 22/06/2025
Google rivede i risultati di ricerca in Europa: nuova proposta per evitare la maxi-sanzione UE sotto il Digital Markets Act

Google, controllata da Alphabet, ha presentato una nuova proposta alla Commissione Europea per modificare la visualizzazione dei risultati nel proprio motore di ricerca, nel tentativo di evitare una possibile sanzione multimiliardaria per violazione del Digital Markets Act (DMA).

Il documento, visionato da Reuters, prevede una riformulazione significativa del modo in cui i servizi verticali concorrenti vengono mostrati agli utenti europei.

La mossa giunge tre mesi dopo che la Commissione ha accusato formalmente Google di privilegiare sistematicamente i propri servizi – tra cui Google Shopping, Google Hotels e Google Flights – in violazione delle regole introdotte dal DMA per garantire un mercato digitale equo, aperto e competitivo.

Un nuovo formato “paritario” per i concorrenti verticali

Secondo la proposta, i servizi verticali di ricerca (Vertical Search Services – VSS) selezionati secondo criteri oggettivi e non discriminatori otterrebbero una visibilità prioritaria, con l’inserimento di un box dedicato in cima alla pagina dei risultati, dotato dello stesso formato, delle stesse funzionalità e delle stesse informazioni utilizzate da Google per i propri servizi.
Il box includerebbe tre link diretti scelti dal VSS, relativi a hotel, ristoranti, compagnie aeree o trasporti.

Altri servizi specializzati sarebbero comunque visibili nei risultati, ma privi di box dedicato, a meno che l’utente non interagisca esplicitamente per espanderli.

Google tenta la via della cooperazione, ma il fronte critico resta ampio

“Pur non condividendo le conclusioni preliminari della Commissione, intendiamo – su base non pregiudizievole – identificare una soluzione concreta per risolvere l’attuale procedimento”, si legge nel documento congiunto trasmesso da Google e dalla Commissione ai principali operatori concorrenti.

La Commissione ha convocato una riunione per l’8 luglio, nella quale le aziende rivali forniranno il proprio feedback sulla proposta. Tuttavia, secondo fonti riservate citate da Reuters, i cambiamenti proposti non sarebbero ancora sufficienti a garantire una concorrenza equa e a riequilibrare le dinamiche di mercato consolidate da Google negli ultimi anni.

Tra diritto della concorrenza, strategia industriale e governance digitale

Il caso rappresenta una prova decisiva per il Digital Markets Act, entrato in vigore nel 2024 e destinato a ridisegnare l’equilibrio tra le grandi piattaforme digitali e gli attori emergenti. Il DMA introduce obblighi giuridici specifici per i cosiddetti gatekeeper, con l’obiettivo di limitare le pratiche auto-preferenziali, favorire l’interoperabilità e promuovere l’innovazione attraverso l’apertura dei mercati digitali.

Dal punto di vista giuridico e regolamentare, il confronto tra Bruxelles e Mountain View si inserisce in un più ampio sforzo dell’Unione Europea di affermare la propria sovranità digitale e rafforzare il proprio ruolo come regolatore globale della tecnologia.

Sul piano finanziario e industriale, il procedimento potrebbe avere ricadute significative sulla valutazione degli asset digitali, sulla strategia di compliance delle Big Tech e sull’evoluzione dell’ecosistema europeo delle piattaforme.

Un precedente geopolitico per la regolazione dell’economia dei dati

La vertenza con Google si colloca nel contesto più ampio della competizione tra modelli di governance tecnologica: da un lato il paradigma europeo basato su diritti, regole e trasparenza; dall’altro, modelli più permissivi in ambito statunitense e cinese.

Nel medio periodo, l’esito del confronto con Google fungerà da precedente globale per l’implementazione di politiche industriali digitali e per la definizione di nuovi standard normativi nell’ambito della concorrenza algoritmica, dei servizi digitali e della gestione dei dati personali.

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