Google nel mirino dell’UE. In arrivo accuse di violazione delle regole sulle Big Tech

| 22/02/2025
Google nel mirino dell’UE. In arrivo accuse di violazione delle regole sulle Big Tech

L’Unione Europea si prepara a colpire Google con accuse formali di violazione del Digital Markets Act (DMA), la normativa varata per regolamentare il comportamento dei giganti tecnologici. Secondo fonti vicine alla questione, la Commissione Europea avrebbe raccolto prove sufficienti per procedere con le contestazioni ufficiali nei confronti della divisione Alphabet Inc., segnando un nuovo capitolo nella battaglia tra Bruxelles e le Big Tech.

Le accuse e il contesto normativo

Il Digital Markets Act, entrato in vigore nel 2023, impone severe restrizioni alle piattaforme digitali dominanti per garantire una maggiore concorrenza e tutelare consumatori e aziende più piccole. Google, considerato un “gatekeeper” dalla Commissione, è soggetto a regole stringenti che limitano pratiche come l’autopreferenza dei propri servizi a discapito della concorrenza.

Secondo quanto riportato da Reuters, le accuse dell’UE si concentrano proprio su questi aspetti. Google potrebbe essere colpevole di favorire i propri prodotti all’interno dei risultati di ricerca e di ostacolare l’interoperabilità con servizi di terze parti, contravvenendo così ai principi del DMA.

Le possibili conseguenze

Se le accuse venissero confermate, Google rischia sanzioni pesanti, che potrebbero arrivare fino al 10% del suo fatturato globale. Per un’azienda con entrate che superano i 300 miliardi di dollari all’anno, si tratterebbe di multe che potrebbero toccare decine di miliardi di dollari. Inoltre, la Commissione Europea potrebbe imporre rimedi strutturali, come l’obbligo di modificare i suoi algoritmi o di offrire maggiore trasparenza nelle sue pratiche di ranking e advertising.

Non sarebbe la prima volta che Google finisce nel mirino di Bruxelles. Negli ultimi anni, la società ha ricevuto diverse multe miliardarie per violazioni delle normative antitrust, tra cui il caso AdSense (2019) e quello di Android (2018), che ha portato a una sanzione record di 4,3 miliardi di euro.

La risposta di Google e le implicazioni per il mercato digitale

Google ha sempre negato qualsiasi comportamento anticoncorrenziale, sostenendo di operare nel pieno rispetto delle normative europee e di apportare continuamente modifiche per conformarsi alle richieste dei regolatori. Tuttavia, questa nuova indagine potrebbe segnare un punto di svolta, visto che il DMA rappresenta una delle normative più incisive mai adottate dall’UE per contrastare il potere delle Big Tech.

L’esito di questa vicenda sarà cruciale non solo per Google, ma per l’intero settore tecnologico. Se la Commissione Europea riuscirà a far rispettare le regole del DMA con fermezza, altre aziende come Meta, Amazon e Apple potrebbero trovarsi ad affrontare controlli ancora più severi.

Nei prossimi mesi si capirà se Bruxelles riuscirà a piegare la resistenza delle grandi piattaforme digitali o se, come già accaduto in passato, le aziende riusciranno a negoziare soluzioni alternative per evitare sanzioni troppo pesanti. Quel che è certo è che il rapporto tra l’UE e i colossi del digitale è destinato a rimanere teso per molto tempo ancora.

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