Gen AI rivoluziona l’e-commerce: il checkout nel futuro dello shopping online

| 11/08/2025
Gen AI rivoluziona l’e-commerce: il checkout nel futuro dello shopping online

Mentre Perplexity integra PayPal per acquisti in-chat, OpenAI esplora soluzioni di pagamento con Shopify—un cambiamento radicale per il retail digitale, tra opportunità, rischi regolatori e nuove fonti di reddito.

L’evoluzione verso acquisti conversazionali con Perplexity e PayPal

Perplexity AI, uno dei motori di ricerca generativi emergenti più dinamici, ha siglato una partnership strategica con PayPal per abilitare acquisti diretti all’interno delle conversazioni. L’integrazione consente agli utenti di completare un acquisto senza uscire dalla chat, utilizzando PayPal o Venmo come canale di pagamento, con l’intera catena operativa – dall’elaborazione della transazione alla gestione della spedizione, dal tracciamento alla fatturazione – affidata all’infrastruttura consolidata di PayPal.

Cosa significa per un utente

Questo significa che un utente, durante una semplice interazione in linguaggio naturale, può passare dalla richiesta di informazioni al pagamento in pochi passaggi invisibili, senza essere reindirizzato a pagine esterne o compilare form complessi. In termini di user experience, si tratta di una semplificazione radicale del processo d’acquisto, pensata per ridurre il tasso di abbandono del carrello e aumentare la conversione immediata.

L’Agentic Commerce

Lanciata nell’estate del 2025, questa collaborazione segna una tappa importante nello sviluppo di quello che viene definito “agentic commerce”: un paradigma in cui l’intelligenza artificiale non si limita a proporre prodotti o servizi, ma diventa un vero e proprio agente commerciale capace di negoziare, personalizzare l’offerta e concludere autonomamente transazioni complesse.

Dal punto di vista strategico, la mossa rafforza la posizione di PayPal come attore centrale nel nuovo ecosistema dei pagamenti digitali, evitando di essere disintermediata dalle piattaforme AI emergenti e trasformandosi invece in partner tecnologico di riferimento. Per Perplexity, significa accrescere la propria attrattività come ambiente di ricerca e acquisto “all-in-one”, in grado di competere non solo con i motori di ricerca tradizionali, ma anche con marketplace e retailer online consolidati.

OpenAI e Shopify: il checkout integrato in ChatGPT

Secondo quanto riportato dal Financial Times e ripreso da Reuters, OpenAI sta lavorando a un sistema di pagamento completamente integrato all’interno di ChatGPT, in collaborazione con Shopify, uno dei principali player globali dell’e-commerce. L’idea è consentire all’utente di passare dalla fase di scoperta del prodotto alla finalizzazione dell’acquisto senza mai abbandonare l’interfaccia conversazionale. In questo scenario, ChatGPT non si limita più a fornire informazioni o suggerimenti, ma diventa un vero e proprio punto vendita digitale, capace di gestire l’intero funnel d’acquisto.

Cosa prevede il modello

Il modello prevede che ogni transazione completata all’interno della piattaforma generi una commissione per OpenAI, creando così una nuova fonte di ricavi che si affianca agli abbonamenti premium e alle licenze enterprise. Si tratta di un’evoluzione strategica che potrebbe trasformare radicalmente il posizionamento dell’azienda, facendola passare da fornitore di servizi AI a intermediario diretto nelle transazioni commerciali online.

La partnership con Shopify

La partnership con Shopify è particolarmente rilevante perché mette a disposizione di ChatGPT l’accesso immediato a milioni di merchant già attivi sul marketplace, garantendo così una varietà e profondità di catalogo difficilmente replicabili da zero. Inoltre, la combinazione di capacità conversazionali avanzate, personalizzazione in tempo reale e infrastruttura e-commerce consolidata apre la strada a un’esperienza di acquisto che unisce marketing, assistenza e pagamento in un’unica interazione continua.

Se il progetto verrà implementato su larga scala, le implicazioni potrebbero estendersi oltre il settore retail, influenzando anche i modelli di advertising digitale, la gestione della supply chain e la relazione diretta tra brand e consumatore.

Implicazioni economiche e strategia industriale

L’integrazione del checkout diretto nelle piattaforme di intelligenza artificiale conversazionale rappresenta una discontinuità importante nel modo in cui avviene la transazione online. Riducendo passaggi intermedi, tempi di attesa e barriere cognitive, si ottiene un’esperienza d’acquisto più fluida, che secondo diversi studi di settore può incrementare il tasso di conversione anche oltre il 20%. Questo significa non solo più vendite, ma anche una maggiore fidelizzazione: l’utente associa la piattaforma a un servizio rapido, intuitivo e affidabile.

Le “finestre di ripensamento”

Elizabeth Perkins, docente di economia applicata, evidenzia come la rimozione di attriti lungo il percorso d’acquisto riduca sensibilmente le “finestre di ripensamento”, ossia quei momenti in cui il consumatore, tra un passaggio e l’altro, può decidere di non finalizzare l’ordine. In un contesto digitale sempre più competitivo, questa rapidità di esecuzione diventa un vantaggio strategico cruciale.

Per OpenAI, che opera su una piattaforma in grado di generare volumi di traffico tra i più elevati al mondo, la monetizzazione attraverso commissioni sulle transazioni costituisce una leva di business complementare e potenzialmente molto più scalabile rispetto ai soli ricavi da abbonamenti premium e contratti enterprise. A metà 2025, il fatturato annualizzato della società è stimato attorno ai 10 miliardi di dollari, ma l’ingresso nel segmento e-commerce potrebbe aprire a flussi di cassa incrementali significativi, soprattutto considerando il potenziale di cross-selling e upselling integrato nelle conversazioni.

Nuovo intermediario nel retail digitale

Da un punto di vista industriale, questa strategia consente a OpenAI di collocarsi non solo come fornitore di tecnologia AI, ma come nuovo intermediario nel retail digitale, con un posizionamento che fonde funzioni di marketing, customer service e transazione in un unico ambiente. Una simile trasformazione potrebbe influenzare anche le politiche commerciali dei grandi marchi, spingendoli a negoziare condizioni dedicate per essere “presenti” e acquistabili direttamente nei flussi conversazionali.

Sul piano macroeconomico, l’effetto cumulativo di più operatori AI che adottano modelli analoghi potrebbe incidere sugli equilibri tra marketplace tradizionali, sistemi di pagamento e catene logistiche, ridisegnando la catena del valore dell’e-commerce e accelerando la transizione verso un modello di commercio conversazionale sempre più centralizzato.

Rischi regolatori, impatti competitivi e ridefinizione del sistema dei pagamenti

L’emergere di sistemi di e-commerce conversazionale “pay-to-play” sta sollevando questioni rilevanti sul piano della concorrenza, in particolare per le piccole e medie imprese. La possibilità che piattaforme come ChatGPT diano maggiore visibilità ai merchant disposti a pagare commissioni più elevate alimenta il timore di un mercato polarizzato, dove i grandi brand consolidano ulteriormente la propria posizione a scapito di operatori di nicchia con minori risorse.
A ciò si aggiungono le prime contromisure delle piattaforme partner: Shopify, ad esempio, ha introdotto l’obbligo di un “ultimo controllo umano” prima di finalizzare un acquisto generato da un agente AI, imponendo così una salvaguardia che, pur rallentando l’automazione completa, risponde a esigenze di sicurezza, responsabilità e conformità normativa.

I ruoli nel sistema dei pagamenti digitali

Sul fronte macro, l’integrazione del checkout direttamente in ambienti AI sta progressivamente ridefinendo i ruoli nel sistema dei pagamenti digitali. Attori come PayPal, Shopify e OpenAI, capaci di gestire l’intera filiera della transazione — dalla scoperta del prodotto al pagamento, fino alla logistica — acquisiscono un potere d’intermediazione che fino a poco tempo fa era appannaggio di marketplace, istituti bancari e wallet digitali come Apple Pay o Google Pay. Questo scenario impone a banche e provider di pagamento tradizionali di riconsiderare le proprie strategie di integrazione tecnologica, alleandosi con piattaforme AI o sviluppando soluzioni proprietarie competitive. Il risultato è un progressivo spostamento dei confini tra tecnologia, finanza e regolamentazione, con implicazioni che toccano anche le politiche antitrust e la sovranità digitale, specialmente in mercati strategici come Stati Uniti e Unione Europea.

L’alba di un nuovo ecosistema di commercio digitale

L’integrazione del checkout generativo all’interno dei principali chatbot non è un semplice aggiornamento tecnologico, ma un punto di svolta nella storia dell’e-commerce. Per la prima volta, l’intero percorso d’acquisto – dalla scoperta del prodotto alla transazione finale – può avvenire in un unico flusso conversazionale, senza interruzioni o passaggi esterni. Questa convergenza tra ricerca, interazione e pagamento ridefinisce il concetto stesso di punto vendita, spostandolo dalle piattaforme tradizionali verso ambienti di intelligenza artificiale capaci di personalizzare ogni fase dell’esperienza d’acquisto.

Per operatori economici, policy maker e investitori internazionali, monitorare questi sviluppi è cruciale non solo per cogliere nuove opportunità di business, ma anche per anticipare le implicazioni regolatorie, competitive e strategiche che potrebbero ridefinire l’equilibrio tra grandi piattaforme, merchant e sistemi di pagamento. La domanda chiave non è più se il retail conversazionale diventerà dominante, ma chi riuscirà a guidarne l’evoluzione e a stabilire gli standard tecnologici, normativi e di mercato di questa nuova era del commercio automatizzato.

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