La controversa norma sui neonicotinoidi si ferma a un passo dall’approvazione definitiva. Il verdetto della Corte riaccende il dibattito sulla sovranità alimentare, la protezione della biodiversità e il futuro del modello agricolo europeo.
La Corte Costituzionale francese ha dichiarato incostituzionale l’articolo della nuova legge agricola che avrebbe consentito la reintroduzione dell’acetamiprid, un pesticida appartenente alla classe dei neonicotinoidi, già bandita in Francia per il suo impatto sugli impollinatori. Il testo, inserito all’interno di una più ampia riforma del settore primario, è stato bocciato per l’assenza di garanzie sufficienti sull’uso controllato della sostanza, in contrasto con il principio di precauzione sancito dalla normativa nazionale e dai regolamenti europei.
Un tema ad alta tensione politica: tra filiere produttive, interessi sindacali e presidenza Macron
Il provvedimento aveva diviso il panorama politico e sociale francese. I principali sindacati agricoli – FNSEA e Jeunes Agriculteurs (JA) – avevano appoggiato il disegno di legge, sostenendo che l’acetamiprid fosse necessario per proteggere colture vulnerabili come barbabietola da zucchero e nocciolo da malattie devastanti, in assenza di alternative efficaci.
Il senatore Laurent Duplomb, promotore del testo, aveva sottolineato come la sostanza sia ancora autorizzata in altri Paesi europei, posizionandosi dunque su una linea di sovranismo fitosanitario. Tuttavia, l’opposizione è stata trasversale: 2 milioni di firme raccolte in pochi giorni su una petizione online promossa da associazioni ambientaliste rappresentano un record assoluto per la piattaforma dell’Assemblée Nationale.
Implicazioni normative e industriali: tra diritto ambientale e politiche agricole
Il caso acetamiprid mostra le tensioni crescenti tra normativa ambientale e produttività agricola. Il pesticida è parte di una generazione di composti attivi sulla neurotrasmissione degli insetti, ritenuti da diversi studi scientifici una delle cause principali del declino delle popolazioni di api e impollinatori, cruciali per la biodiversità e la sicurezza alimentare.
La Francia aveva vietato tutti i neonicotinoidi nel 2018, andando oltre i requisiti dell’UE, ma l’instabilità climatica e la crescita delle fitopatie hanno spinto una parte del settore agricolo a chiedere una revisione pragmatica delle restrizioni. La sentenza della Corte riafferma la prevalenza del principio di precauzione e il ruolo delle autorità scientifiche indipendenti nel valutare l’impatto delle sostanze chimiche sulla salute pubblica e sull’ambiente.
Quali effetti sulla PAC e sul Green Deal europeo?
La decisione francese potrebbe influenzare le discussioni a livello europeo sul futuro della Politica Agricola Comune (PAC) e sul Green Deal. Se da un lato cresce la pressione per rendere l’agricoltura più sostenibile e compatibile con la neutralità climatica al 2050, dall’altro le organizzazioni agricole denunciano un crescente divario tra vincoli normativi e realtà produttiva.
Il caso acetamiprid potrebbe essere utilizzato dai movimenti agrari per chiedere una maggiore armonizzazione tra Paesi UE, evitando che singole legislazioni creino disparità competitive in seno al mercato unico. La Commissione Europea, in questo contesto, dovrà trovare un nuovo equilibrio tra sovranità agricola, tutela ambientale e autonomia strategica alimentare.
Il ruolo del presidente Macron: mediazione tra ecologia e produttività
Secondo l’Élysée, il presidente Emmanuel Macron intende firmare la legge agricola “il prima possibile”, in linea con il pronunciamento della Corte. Pur mantenendo l’articolo sull’acetamiprid fuori dal testo definitivo, il provvedimento conserva misure importanti per il settore, tra cui la semplificazione delle autorizzazioni per nuovi edifici zootecnici e bacini irrigui.
Macron si trova così nuovamente a dover mediare tra le esigenze ambientaliste dell’ala centrista e verde della sua maggioranza e le richieste del mondo agricolo conservatore, spesso in tensione con la transizione ecologica. Il dossier pesticidi, al pari della questione energetica e delle filiere critiche, sarà centrale nella strategia agricola francese verso il 2030.
Un precedente giuridico e politico per l’Europa agricola
Il verdetto della Corte costituisce un precedente rilevante per tutte le future normative agroambientali in Europa. Mostra come i limiti giuridici alla deregulation fitosanitaria siano ancora solidi, anche di fronte a pressioni economiche e politiche.
Allo stesso tempo, evidenzia l’urgenza di accelerare la ricerca su soluzioni alternative, con un maggiore impegno pubblico e privato verso tecnologie agronomiche più sostenibili. La transizione ecologica del settore primario non può prescindere da innovazione, equità territoriale e legittimità scientifica.