Il Tribunale dell’Unione Europea ribalta la decisione dell’EUIPO: il Cavallino Rampante mantiene i diritti sul leggendario brand. Un caso chiave per il diritto della proprietà intellettuale e l’economia dell’heritage industriale.
La casa automobilistica Ferrari N.V. ha ottenuto una significativa vittoria legale presso il Tribunale dell’Unione Europea, che ha annullato la decisione dell’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) relativa alla revoca del marchio “Testarossa”. La sentenza restituisce piena titolarità del brand alla casa di Maranello e apre a importanti considerazioni in materia di diritto industriale, finanza della proprietà intellettuale e strategia di brand protection nel settore manifatturiero di alta gamma.
Il contesto legale e la posizione dell’EUIPO
Nel 2023 l’EUIPO aveva revocato a Ferrari i diritti sul marchio Testarossa per presunto mancato “uso effettivo” nell’Unione Europea nel periodo compreso tra il 2010 e il 2015, in base all’articolo 58(1)(a) del Regolamento sul marchio dell’UE. Secondo l’Ufficio, Ferrari non aveva commercializzato nuovi prodotti sotto quel nome in modo continuativo, elemento richiesto per la conservazione del diritto.
La revoca era stata sollecitata da Kurt Hesse, titolare del produttore tedesco di giocattoli Autec AG, interessato a ottenere il controllo del marchio per finalità commerciali legate al mercato del modellismo.
La sentenza del Tribunale: ampliamento della nozione di “uso effettivo”
La Corte Generale dell’Unione Europea ha invece accolto le argomentazioni di Ferrari, riconoscendo che il marchio era stato utilizzato in maniera genuina anche attraverso la vendita e la manutenzione di veicoli usati Testarossa da parte di concessionari autorizzati, oltre che mediante licenze commerciali per modellini in scala.
Secondo il testo della sentenza: “L’uso del marchio volto a garantire l’identità di origine dei beni registrati, anche nel contesto della rivendita di beni di seconda mano, è idoneo a costituire uso genuino.”
La decisione sottolinea come il concetto di “uso effettivo” possa estendersi oltre la mera produzione e vendita di nuovi beni, includendo pratiche commerciali più complesse, come la valorizzazione post-vendita e le operazioni di licensing.
Implicazioni finanziarie e strategiche per Ferrari
Il brand Testarossa, reso celebre dalla serie televisiva americana Miami Vice negli anni ’80, rappresenta uno degli asset simbolici più riconoscibili del portafoglio storico di Ferrari. Il riconoscimento giudiziario del valore attivo del marchio rafforza il bilancio immateriale dell’azienda, contribuendo a consolidarne la valutazione in Borsa e le capacità di monetizzazione a lungo termine tramite operazioni di licensing, merchandising e heritage marketing.
Secondo analisti finanziari, la tutela del marchio Testarossa potrebbe avere un impatto positivo sulla capitalizzazione di Ferrari e sul rafforzamento della sua strategia di brand equity, basata anche sul rilancio iconografico di modelli storici attraverso edizioni speciali, musealizzazione e NFT di lusso.
Un precedente rilevante per il diritto dell’innovazione e la politica industriale
La sentenza stabilisce un precedente di rilievo per la giurisprudenza europea in materia di marchi storici, in particolare nei settori dove il valore del brand supera quello del prodotto tangibile. L’interpretazione estensiva del concetto di “uso effettivo” potrà favorire numerose imprese europee nella tutela di marchi di valore culturale e commerciale.
Per i decisori politici e gli stakeholder del settore manifatturiero, il caso Ferrari rappresenta anche una lezione sull’importanza di proteggere il patrimonio industriale come risorsa strategica, in linea con le recenti politiche dell’UE per la reindustrializzazione e la valorizzazione del Made in Europe.
Un momento chiave per riflettere
La vittoria di Ferrari sul marchio Testarossa non è solo un’affermazione giuridica, ma un momento chiave per riflettere sul ruolo dei diritti di proprietà intellettuale nel sistema economico europeo, sulla difesa dei marchi storici e sulla trasformazione digitale del valore industriale. In un contesto di crescente competizione globale e di fusione tra eredità culturale e innovazione tecnologica, la sentenza del Tribunale UE conferma che anche un simbolo degli anni ’80 può giocare un ruolo strategico nel futuro dell’automotive.