EV Charging, tensione federale negli USA: giudice blocca lo stop ai fondi statali imposto dall’amministrazione Trump

RedazioneRedazione
| 25/06/2025
EV Charging, tensione federale negli USA: giudice blocca lo stop ai fondi statali imposto dall’amministrazione Trump

Un’ingiunzione preliminare del tribunale federale congela il tentativo dell’amministrazione Trump di sospendere il programma da 5 miliardi di dollari per le infrastrutture di ricarica elettrica previsto dall’Inflation Reduction Act. Impatti giuridici, economici e climatici in gioco per 14 stati americani.

Il giudice distrettuale federale Tana Lin (Seattle, Washington) ha emesso un’ordinanza preliminare con cui blocca temporaneamente la decisione dell’amministrazione Trump di sospendere l’erogazione dei fondi federali destinati allo sviluppo delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. La misura riguarda 14 Stati, tra cui California, New York, Illinois e Washington, che avevano intentato una causa congiunta contro la sospensione di uno dei pilastri della politica green dell’era Biden: il National Electric Vehicle Infrastructure Program (NEVI) da 5 miliardi di dollari.

Il contesto: sospensione del programma NEVI

Il programma NEVI era stato istituito nel quadro dell’Inflation Reduction Act (IRA), l’ambizioso pacchetto legislativo da oltre 370 miliardi di dollari lanciato dall’amministrazione Biden per stimolare l’energia pulita e la mobilità sostenibile. Tuttavia, nel febbraio 2025, il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti ha sospeso il programma, revocando le approvazioni precedenti concesse agli Stati per i loro piani di spesa infrastrutturale.

La decisione ha rappresentato una cesura politica netta, segnalando il tentativo dell’amministrazione Trump di ridisegnare l’agenda industriale e ambientale federale, ridimensionando gli incentivi agli EV (Electric Vehicles) e privilegiando, implicitamente, le fonti fossili e gli interessi dell’industria petrolifera.

L’azione legale degli stati e il rischio economico

I procuratori generali dei 14 Stati ricorrenti hanno sottolineato come lo stop ai finanziamenti minacci non solo la continuità dei progetti in corso, ma anche l’intero ecosistema economico della transizione energetica. In particolare, secondo la causa depositata, la revoca dei fondi metterebbe a rischio milioni di dollari già investiti localmente da stati e amministrazioni locali, compromettendo gli obiettivi climatici e danneggiando l’indotto occupazionale legato alla mobilità sostenibile.

Il giudice Lin ha ritenuto fondato il ricorso, affermando che gli Stati «hanno dimostrato di aver subìto un danno concreto e immediato» in seguito alla decisione del governo federale. Tuttavia, l’ordinanza entrerà in vigore tra sette giorni, lasciando tempo all’amministrazione Trump per presentare appello e tentare di bloccare l’efficacia della sentenza.

Implicazioni giuridiche e geopolitiche

La controversia si inserisce in un contesto più ampio di discontinuità regolatoria negli Stati Uniti sul fronte dell’energia e dell’automotive. Da una parte, diversi stati – tra cui California, Vermont e Minnesota – hanno aperto ulteriori procedimenti per contestare altre decisioni federali, come la revoca degli standard ambientali per i veicoli pesanti e il rollback del divieto alla vendita di auto endotermiche dal 2035. Dall’altra, il Congresso a guida repubblicana ha approvato una proposta di legge che punta a eliminare il credito d’imposta da 7.500 dollari per l’acquisto di EV, minando ulteriormente la competitività dell’industria automobilistica elettrica americana.

Nel frattempo, la General Services Administration ha bloccato nuove installazioni di colonnine EV negli edifici federali, restringendone l’utilizzo a soli scopi “mission-critical”, mentre proseguono i tagli sistemici alla mobilità elettrica in ambito pubblico.

Una questione di politica industriale e competitività globale

Oltre agli aspetti climatici e normativi, la posta in gioco è strategica: gli Stati Uniti rischiano di perdere terreno competitivo rispetto a Unione Europea e Cina, che stanno accelerando nella creazione di ecosistemi avanzati per l’elettrificazione del trasporto privato e commerciale. Secondo dati del Dipartimento dell’Energia, la presenza capillare di punti di ricarica è uno dei principali fattori abilitanti per l’adozione di massa dei veicoli elettrici.

L’interruzione dei fondi NEVI, se confermata, potrebbe frenare le dinamiche di investimento e innovazione nel settore, compromettendo anche l’attrattività degli Stati Uniti per produttori globali di tecnologia EV, batterie e infrastrutture intelligenti.

Un nodo critico

La sospensione del NEVI program rappresenta un nodo critico per la politica industriale statunitense, in cui si intrecciano scelte normative, esigenze energetiche, strategie climatiche e pressioni economiche. L’intervento del giudice Lin segna un punto di arresto temporaneo, ma la sfida rimane aperta: la transizione energetica, per essere efficace, richiede stabilità regolatoria e visione sistemica. In caso contrario, rischia di trasformarsi in un campo di battaglia ideologico, con pesanti ricadute sull’economia reale e sulla competitività globale degli Stati Uniti.

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