Eurosky: l’Europa rilancia la sovranità digitale con un’infrastruttura alternativa ai colossi tech statunitensi

RedazioneRedazione
| 15/07/2025
Eurosky: l’Europa rilancia la sovranità digitale con un’infrastruttura alternativa ai colossi tech statunitensi

Un’iniziativa pubblico-privata che punta a costruire una piattaforma social europea decentralizzata, modulare e conforme ai valori giuridici e culturali dell’Unione. Il ruolo della moderazione indipendente, del diritto dell’innovazione e delle politiche industriali.

È stato lanciato ufficialmente il progetto Eurosky, una nuova iniziativa europea che mira a ridurre la dipendenza dalle piattaforme digitali statunitensi attraverso la costruzione di un’infrastruttura tecnologica autonoma, con particolare focus sul settore dei social media. Il progetto, sostenuto da un primo nucleo di quattro governi dell’UE, si presenta come una risposta strutturale e sistemica alle preoccupazioni crescenti in materia di sovranità digitale, tutela dei dati e modelli di governance delle piattaforme.

Sovranità digitale e diritto delle piattaforme: il quadro di riferimento

Il cuore del progetto Eurosky risiede nella convinzione che l’infosfera – lo spazio digitale in cui si forma e si diffonde l’opinione pubblica – debba essere governata da leggi, valori e istituzioni europee, sottraendola al controllo di soggetti extraterritoriali come Meta, Google o X/Twitter.

«Lo spazio informativo è un’infrastruttura democratica. Non può essere lasciato alle sole logiche di mercato o alla giurisdizione di governi esterni», ha affermato Sherif Elsayed-Ali, uno dei promotori del progetto e già attivo nella definizione di sistemi di governance decentralizzata.

In quest’ottica, Eurosky propone una piattaforma di moderazione indipendente, strutturata come servizio no-profit, che potrà essere integrata da operatori europei dei media sociali. Il modello si ispira al sistema utilizzato da Bluesky, ma punta a un’applicazione più conforme alle normative europee su privacy, trasparenza algoritmica e responsabilità dei contenuti.

Mercato, preferenze e transizione industriale

Una ricerca commissionata dalle organizzazioni People vs Big Tech e WeMove Europe all’istituto YouGov mostra come la maggioranza dei cittadini di Francia, Germania e Spagna preferirebbe utilizzare social network basati in Europa. Solo il 5% degli intervistati ha dichiarato una preferenza per provider statunitensi, indicando un cambiamento di sensibilità ormai maturo.

Nel frattempo, Reuters ha diffuso dati secondo cui una parte degli utenti europei sta già migrando verso motori di ricerca e provider e-mail europei, citando la crescente preoccupazione per l’uso dei dati, le politiche fiscali aggressive delle Big Tech USA e i legami con ambienti politici conservatori oltreoceano.

Decentralizzazione e architettura modulare: verso una nuova industria digitale europea

Tra i protagonisti tecnici di Eurosky figurano Sebastian Vogelsang, sviluppatore della piattaforma Flashes – una sorta di Instagram decentralizzato basato su Bluesky – e Robin Berjon, già stratega dei dati per il New York Times e attualmente attivo su progetti di architettura dati e interoperabilità.

Eurosky si inserisce così all’incrocio tra tecnologia open source, governance algoritmica, modelli federati e politiche di re-shoring industriale nel digitale. Si tratta di una sfida che non è solo tecnica, ma geopolitica, economica e normativa, in un momento in cui l’Unione Europea sta spingendo sull’implementazione del Digital Markets Act (DMA) e del Digital Services Act (DSA), entrati pienamente in vigore.

Implicazioni giuridiche e geopolitiche: oltre il GDPR

La creazione di un’infrastruttura europea alternativa ai social americani apre interrogativi e opportunità sul piano del diritto dell’innovazione. Si pongono temi come:

  • La compatibilità tra decentralizzazione e responsabilità legale dei fornitori di servizi
  • Il ruolo dei meccanismi di enforcement automatizzato previsti dal DSA
  • La gestione interstatale dei flussi informativi in ambienti cloud federati
  • La tutela della concorrenza, in relazione al rischio di gatekeeping da parte degli attuali oligopoli.

Dal punto di vista geopolitico, Eurosky può essere letto come una forma di soft decoupling tecnologico tra Europa e Stati Uniti, un processo che si sta intensificando anche in risposta alla crescente politicizzazione dell’industria digitale statunitense e al bisogno dell’UE di presidiare in autonomia i propri asset strategici digitali.

Prossimi sviluppi e prospettive di policy

Nonostante la riservatezza sull’identità dei quattro Stati membri promotori, è verosimile che Eurosky rappresenti un progetto-pilota destinato a entrare nei programmi Horizon Europe o nei bandi del Digital Europe Programme, con possibili ramificazioni anche nei settori della cybersicurezza e dell’intelligenza artificiale.

La Commissione potrebbe valutare forme di incentivazione per start-up e PMI che aderiranno all’infrastruttura Eurosky, contribuendo a costruire un ecosistema federato di servizi digitali interoperabili, resilienti e conformi alla cultura giuridica europea.

Eurosky non è soltanto una piattaforma tecnologica, ma una dichiarazione di intenti: l’Europa intende tornare protagonista nella definizione delle proprie regole digitali, strutturando un’industria in grado di competere su modelli alternativi a quelli estranei alla sua storia giuridica e istituzionale. Se manterrà coerenza tra governance, finanziamenti e implementazione, Eurosky potrebbe rappresentare una delle svolte più significative dell’ultimo decennio nel rapporto tra sovranità, innovazione e libertà.

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