Europa verso una maggiore dipendenza da gas e carbone nell’estate 2025: crisi idrica e venti deboli mettono sotto pressione il sistema energetico

RedazioneRedazione
| 30/04/2025
Europa verso una maggiore dipendenza da gas e carbone nell’estate 2025: crisi idrica e venti deboli mettono sotto pressione il sistema energetico

Scorte idroelettriche in calo, rallentamento dell’eolico e livelli di riempimento degli stoccaggi di gas inferiori alla media sollevano criticità per la sicurezza energetica europea. Attesi impatti su prezzi, approvvigionamenti e strategie di decarbonizzazione.

L’Europa nordoccidentale si prepara ad affrontare l’estate 2025 con uno scenario energetico delicato e potenzialmente destabilizzante. Le attuali condizioni meteorologiche e idrologiche – caratterizzate da debole produzione eolica, scarsità idrica e basse riserve idroelettriche – stanno già generando un aumento della domanda di energia da fonti fossili, in particolare gas naturale e carbone. Un dato che potrebbe complicare ulteriormente gli sforzi per il riempimento degli stoccaggi di gas dopo il lungo inverno 2024/2025.

Riserve idroelettriche e innevamento sotto la media: la fragilità climatica si traduce in pressione energetica

Secondo i dati diffusi da LSEG, i livelli di innevamento e le riserve idroelettriche in Europa continentale risultano significativamente inferiori alla media stagionale e ben al di sotto dei valori registrati nel 2024. In particolare, le condizioni in Germania, Svizzera e Francia orientale stanno compromettendo le potenzialità della produzione idroelettrica alpina, storicamente impiegata per compensare le fluttuazioni di produzione rinnovabile durante la stagione estiva.

Il Deutscher Wetterdienst (DWD) ha confermato che marzo e aprile sono stati tra i più secchi degli ultimi decenni in Germania, con un’umidità del suolo superiore inferiore fino al 20% rispetto ai minimi storici. La siccità ha già influito sulla navigabilità del fiume Reno, con carichi ridotti sulle navi e l’applicazione di sovrattasse logistiche.

Energia eolica sotto pressione: meno vento, più gas

Anche il comparto eolico registra una significativa flessione rispetto alle previsioni. Gli analisti di Rystad Energy hanno ridotto le stime di incremento annuo della produzione eolica in Europa da 39 TWh a soli 9 TWh, in seguito a una lunga fase di venti deboli che ha colpito l’intero continente. Nel 2024, la produzione eolica aveva raggiunto i 595 TWh; la contrazione attesa rischia ora di essere compensata da un incremento della generazione da fonti fossili.

Secondo Fabian Roenningen, analista senior di Rystad, la perdita di circa 30 TWh di output eolico sarà principalmente colmata da fonti della categoria “fossil and other”, di cui oltre il 90% è rappresentato da gas e carbone. Di conseguenza, la domanda di gas per la generazione elettrica in Europa potrebbe aumentare fino al 6% nel 2025, segnando la prima vera crescita dal 2019.

Riempimento degli stoccaggi di gas: livelli critici e sfida alla sicurezza energetica

Lo scenario idrico e meteorologico ha già un effetto diretto sul tasso di riempimento degli stoccaggi di gas, attualmente al 39% della capacità totale: un valore inferiore del 33% rispetto allo stesso periodo del 2024 e nettamente al di sotto delle medie post-2021. La prospettiva di una domanda più elevata nei mesi estivi, in un contesto di scorte già depresse, potrebbe riaccendere i timori legati alla sicurezza energetica, soprattutto in vista del prossimo inverno.

La combinazione di fattori climatici e strutturali – dalla mancanza di riserve idriche al rallentamento delle rinnovabili – sta modificando la composizione del mix energetico europeo e potrebbe generare nuove pressioni sul mercato all’ingrosso del gas e dell’energia elettrica.

Impatti industriali, geopolitici e di policy

L’aumento della domanda di combustibili fossili nel contesto europeo si inserisce in una cornice geopolitica già fragile, con le forniture di gas naturale ancora soggette a vulnerabilità legate alle rotte di approvvigionamento, alla volatilità dei mercati globali e alle tensioni con la Russia.

Inoltre, il ricorso prolungato a carbone e gas rischia di compromettere temporaneamente gli obiettivi climatici e gli impegni di decarbonizzazione assunti dall’Unione Europea, anche alla luce del Fit for 55 e del Green Deal. Le autorità regolatorie nazionali e sovranazionali saranno chiamate a bilanciare sicurezza, sostenibilità e competitività in un contesto energetico che si dimostra sempre più condizionato dalle variabili climatiche estreme.

Urgente riflessione strategica

L’estate 2025 si preannuncia complessa per il sistema energetico europeo. Le condizioni meteorologiche avverse, unite alla fragilità del comparto idroelettrico e alla volatilità della produzione eolica, stanno contribuendo a un crescente ricorso al gas naturale e al carbone per la generazione elettrica. Questo scenario rende urgente una riflessione strategica sulla resilienza climatica del sistema energetico europeo, sulla pianificazione degli stoccaggi e sulle politiche industriali di adattamento. L’energia, ancora una volta, si conferma un nodo cruciale della sicurezza economica e geopolitica del continente.

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