EssilorLuxottica e la rivoluzione del vedere: quando i Ray-Ban Meta con AI trasformano un’icona in piattaforma

RedazioneRedazione
| 17/10/2025
EssilorLuxottica e la rivoluzione del vedere: quando i Ray-Ban Meta con AI trasformano un’icona in piattaforma

Dall’eyewear al tech-luxury: trimestre record da 6,9 miliardi di euro, titolo ai massimi e smart glasses che diventano un vero motore di ricavi.

La partnership con Meta spinge la domanda, anticipa gli investimenti produttivi e apre una nuova frontiera: l’occhiale come interfaccia cognitiva. Tra competitività, privacy, filiera e regolazione, l’Europa scopre che il suo vantaggio è la convergenza tra design, scienza e industria.

Un trimestre che cambia passo

Nel terzo trimestre del 2025 EssilorLuxottica ha firmato il miglior risultato della sua storia recente: ricavi per 6,9 miliardi di euro, in crescita dell’11,7% rispetto all’anno precedente. Non si tratta di un risultato contingente, ma di un vero cambio di paradigma. Il fattore determinante è stato il successo dei Ray-Ban Meta, gli smart glasses sviluppati in collaborazione con Meta Platforms, che da soli hanno contribuito per oltre quattro punti percentuali all’espansione complessiva del gruppo. La domanda è stata tale da costringere il management ad anticipare i piani di ampliamento della capacità produttiva: un segnale chiaro che la fusione tra moda e tecnologia, se gestita con disciplina industriale, può trasformarsi da esperimento in business strutturato.

Il mercato applaude: massimi storici e premio alla strategia

Il mercato finanziario ha colto immediatamente la portata di questo risultato. In poche ore il titolo EssilorLuxottica ha superato la soglia dei 308 euro per azione, con un incremento superiore al 10%, il più alto degli ultimi otto anni. La capitalizzazione è aumentata di quasi 15 miliardi di euro e gli analisti delle principali banche d’affari hanno rivisto al rialzo le previsioni.
J.P. Morgan ha definito i Ray-Ban Meta “un vero motore di crescita”, mentre Equita stima che il comparto dei wearable possa già valere circa un miliardo di euro nel 2025. L’azienda si muove così su un doppio binario: da un lato la solidità dell’occhialeria tradizionale, dall’altro la nascita di un nuovo polo tecnologico che amplia la frontiera del suo core business.

Dall’occhiale all’interfaccia: la nuova esperienza del vedere

La linea Ray-Ban Meta rappresenta una svolta concettuale. I nuovi modelli, venduti tra 379 e 799 dollari, integrano un microdisplay quasi invisibile, comandi vocali, registrazione audio-video “hands-free” e funzioni di intelligenza artificiale capaci di fornire informazioni o traduzioni contestuali in tempo reale.
Non si tratta più solo di un oggetto da indossare, ma di un’estensione cognitiva dell’utente. L’atto di guardare diventa interazione, e la vista si trasforma in linguaggio. Non sorprende che l’espansione geografica, oggi limitata, stia per toccare nuovi mercati chiave — Canada, Francia, Italia e Regno Unito — in un piano di crescita calibrato sulla qualità della distribuzione più che sulla corsa ai volumi.

La forza dell’integrazione verticale

Il vantaggio competitivo di EssilorLuxottica non risiede solo nel prodotto, ma nella struttura industriale integrata che lo sostiene. Il gruppo controlla l’intera filiera: dal design alla produzione, dal licensing alle boutique. Questo consente di portare sul mercato un dispositivo tecnologico mantenendo il controllo della narrazione, dell’immagine e dei margini.
A differenza dei concorrenti puramente tecnologici, EssilorLuxottica parte da una posizione di forza: la desiderabilità del marchio. Un Ray-Ban non è un device — è un’icona culturale e la tecnologia si innesta in questa identità senza snaturarla. L’esperienza in negozio diventa così un’estensione dell’ecosistema digitale: un luogo dove si prova, si personalizza e si aggiorna, come in un Apple Store del vedere.

Dalla curiosità alla categoria

La traiettoria degli smart glasses segue quella dei grandi salti tecnologici. Dopo anni di curiosità e sperimentazioni di nicchia, il 2025 segna il momento in cui la tecnologia diventa utilità quotidiana. Le stime di Barclays indicano un mercato potenziale di 60 milioni di unità entro il 2035. Non è solo una questione di hardware: il valore sta nella costruzione di ecosistemi.
App dedicate, aggiornamenti software, servizi cloud, pacchetti per creatori di contenuti e professionisti: ogni funzione genera nuovi flussi di ricavi e fidelizza l’utente. È il passaggio da un’economia del prodotto a una economia della relazione visiva, dove il device è il punto d’accesso a una rete di esperienze digitali.

Europa: la via dell’heritage tecnologico

La storia di EssilorLuxottica suggerisce anche un messaggio politico-industriale. L’Europa, spesso accusata di rincorrere Stati Uniti e Cina, qui gioca d’anticipo grazie alla combinazione tra heritage, scienza e manifattura.
Il design e la distribuzione restano europei, mentre la componente tecnologica — in questo caso fornita da Meta — si integra in una piattaforma industriale radicata nel continente. È un modello replicabile: unire estetica e standard, ricerca e regolazione, per creare una tecnologia con identità. Se Bruxelles saprà accompagnare questa direzione con politiche industriali mirate — incentivi su microdisplay, edge AI e cybersecurity — il tech-luxury europeo potrebbe diventare un nuovo pilastro competitivo.

La fiducia come parte del prodotto

Ogni innovazione porta con sé una domanda fondamentale: quanto siamo disposti a fidarci di un oggetto che vede ciò che vediamo?
Nel caso dei Ray-Ban Meta, la fiducia non è un corollario normativo, ma una parte integrante del design. La trasparenza deve essere visibile: indicatori luminosi chiari, processi di elaborazione on-device per limitare la raccolta dei dati, possibilità di opt-in selettivi e controlli verificabili da enti indipendenti.
In questo senso, l’Europa ha un vantaggio unico: normative come il GDPR e il nuovo AI Act possono diventare non barriere, ma garanzie di affidabilità. La tutela della privacy, quando si traduce in un’esperienza d’uso chiara e rassicurante, può essere una leva commerciale tanto potente quanto l’innovazione stessa.

Una concorrenza a più velocità

Il mercato dell’intelligenza indossabile si sta popolando di giganti dai profili molto diversi. Apple spinge sulla realtà immersiva con il Vision Pro, ma il suo dispositivo resta confinato agli ambienti domestici. Google, forte della sua esperienza nei sistemi di visione, fatica invece a costruire un prodotto culturalmente desiderabile. I colossi asiatici, Samsung in testa, puntano sull’integrazione con lo smartphone, mentre le startup di nicchia si concentrano su soluzioni industriali o medicali.
La coppia EssilorLuxottica–Meta, invece, occupa un terreno unico: unisce l’eleganza dell’oggetto, la potenza della distribuzione globale e la narrazione sociale di un brand già iconico. In un mercato dove molti parlano di tecnologia, qui si parla di esperienza.

Rischi, limiti e sfide reali

Come ogni rivoluzione tecnologica, anche questa porta con sé nodi complessi. C’è il tema della comodità — peso, autonomia, dissipazione termica — che richiede materiali più leggeri e batterie di nuova generazione. C’è il problema dell’accettazione sociale, il timore diffuso verso le telecamere indossabili, da affrontare con design discreto e protocolli di comportamento chiari.
Sul fronte economico, la redditività dell’hardware resta un equilibrio delicato, compensato solo da nuovi servizi e abbonamenti. Infine, la catena di fornitura — in particolare per microdisplay e componenti ottiche — impone un approccio di multi-sourcing europeo e giapponese, con contratti a lungo termine e riserve strategiche.
La forza di EssilorLuxottica, finora, è stata quella di anticipare questi ostacoli prima che diventassero crisi.

Oltre i numeri: cosa misurare davvero

I ricavi sono una fotografia, ma il film si gioca altrove. Le metriche decisive saranno la frequenza d’uso, la fidelizzazione nel tempo e la capacità di generare valore aggiunto per utente. L’adozione di servizi digitali, l’acquisto di lenti graduate, la soddisfazione post-vendita e l’impatto reputazionale della privacy diventeranno i nuovi indicatori di salute del brand.
Se queste curve resteranno stabili mentre la distribuzione si espande, l’occhiale intelligente non sarà più una curiosità, ma una categoria matura — la prima in grado di fondere moda, neuroscienza e intelligenza artificiale.

L’occhiale che non sostituisce, ma amplifica

Contrariamente ai timori iniziali, gli smart glasses non stanno erodendo il mercato dell’occhialeria tradizionale. Al contrario, lo stanno rafforzando. Portano nuovo traffico nei negozi, aumentano lo scontrino medio, fidelizzano i clienti e aprono nicchie emergenti come le soluzioni assistive per la lettura o la vista ridotta. L’effetto è quello di un ecosistema che si autoalimenta: il digitale valorizza il fisico, la tecnologia amplifica il lusso.

L’occhio come interfaccia del futuro

Per oltre un secolo l’occhiale è stato uno strumento di correzione. Oggi diventa uno strumento di amplificazione. Non è più soltanto un oggetto da indossare, ma un modo di percepire, di capire e di comunicare.
Gli smartphone hanno spostato il centro della nostra attenzione nelle mani; gli occhiali intelligenti lo riportano dove tutto comincia: agli occhi. È lì che si gioca la nuova economia dell’attenzione, la frontiera in cui il vedere e il sapere tornano a coincidere.
EssilorLuxottica ha dimostrato che l’innovazione europea può essere competitiva quando unisce design, industria e scienza in una visione comune. Se saprà mantenere equilibrio tra tecnologia, estetica e fiducia, i Ray-Ban Meta entreranno nella storia non come un esperimento, ma come l’inizio di una nuova era del vedere.

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