Nel primo trimestre 2025, Ericsson AB ha sorpreso i mercati con risultati superiori alle attese, segnando una decisa ripresa nella domanda globale di infrastrutture 5G. Le azioni del colosso svedese delle telecomunicazioni sono salite fino all’11% nella giornata di martedì, segnando il miglior rialzo intraday da ottobre scorso, per poi stabilizzarsi a +7,3% sulla Borsa di Stoccolma.
Risultati sopra le attese
L’EBIT rettificato si è attestato a 6,21 miliardi di corone svedesi (circa 636 milioni di dollari), ben al di sopra dei 5 miliardi previsti dagli analisti Bloomberg. Anche il margine lordo rettificato ha superato le stime, raggiungendo il 48,5%, contro un’attesa del 45,9%. L’azienda prevede per il secondo trimestre un margine tra il 48% e il 50%, nonostante l’impatto previsto di circa un punto percentuale derivante dai dazi commerciali.
“Non siamo immuni, ma siamo resilienti”, ha dichiarato l’Amministratore Delegato Börje Ekholm. “La nostra produzione è diversificata e vicina al cliente, e questo ci consente di adattarci alle condizioni globali mutevoli.”
Dazi e tensioni geopolitiche: resilienza industriale
Il contesto commerciale globale, segnato dai nuovi dazi imposti dal Presidente Donald Trump, ha reso più complessa la gestione delle supply chain. Ericsson, tuttavia, ha avviato da tempo strategie di mitigazione, tra cui la costruzione di un impianto produttivo in Texas destinato a servire il mercato statunitense, che rappresenta circa il 30% dei ricavi aziendali.
Secondo il CFO Lars Sandström, l’azienda ha accelerato la produzione e lo stoccaggio di componenti oltre il confine per fronteggiare possibili ritardi. Ha inoltre evidenziato come l’esposizione diretta alla componentistica cinese sia limitata, riducendo l’impatto diretto dei dazi sulla produzione.
Il quadro competitivo e la risposta del mercato
Dopo due anni difficili per i principali operatori europei delle infrastrutture di rete – inclusa la finlandese Nokia – la ripresa degli investimenti da parte degli operatori mobili, in particolare nei mercati emergenti come l’India, ha offerto segnali positivi.
L’analista di Bloomberg Intelligence, Matthew Bloxham, ha sottolineato che Ericsson potrebbe resistere meglio del previsto alla pressione dei dazi, grazie a una combinazione di tagli ai costi, preaccumulo di componenti e solidità nella gestione operativa.
Verso un ecosistema occidentale per le telecomunicazioni
Ekholm ha anche evidenziato come la creazione di un ecosistema tecnologico occidentale autonomo sia una sfida a medio-lungo termine. Alcuni materiali e componenti strategici sono ancora legati a fornitori extra-UE, soprattutto cinesi, ma il rafforzamento dell’autonomia industriale rappresenta oggi una priorità strategica tanto per le aziende quanto per i governi occidentali.
Il primo trimestre 2025 ha confermato la capacità di Ericsson di adattarsi rapidamente a uno scenario globale incerto e geopoliticamente frammentato. Tra tensioni commerciali, evoluzione tecnologica e centralità strategica del 5G, il gruppo svedese punta ora a rafforzare la propria posizione sui mercati occidentali, sostenuto da una struttura flessibile e da una visione industriale di lungo periodo.