La proposta della U.S. Environmental Protection Agency (EPA) per i volumi obbligatori di biocarburanti dal 2026 arriva alla Casa Bianca. Sul tavolo, la ridefinizione degli equilibri tra raffinatori e produttori agricoli, in un contesto di forte rilevanza economica, ambientale e politica.
La U.S. Environmental Protection Agency (EPA) ha trasmesso alla Casa Bianca una proposta di regolamento cruciale per l’industria energetica americana: si tratta della nuova definizione dei Renewable Volume Obligations (RVO), ossia gli obblighi federali di miscelazione dei biocarburanti nei combustibili fossili, a partire dal 2026. Il testo, attualmente in fase di revisione presso l’Office of Management and Budget (OMB), è il primo vero banco di prova per la nuova amministrazione repubblicana in tema di politiche energetiche alternative.
RVO: uno snodo tra Big Oil e Farm Belt
Il Renewable Fuel Standard (RFS), introdotto nel 2005, impone ai raffinatori di petrolio di miscelare una quota di biocarburanti (principalmente etanolo e biodiesel) con i carburanti tradizionali, oppure acquistare crediti di conformità da chi lo fa. Questo meccanismo ha generato storicamente forti tensioni tra le lobby petrolifere e il settore agricolo – due degli attori più influenti nel panorama politico ed economico statunitense.
Con la nuova proposta dell’EPA, si attende un segnale chiaro sulla direzione della politica energetica dell’amministrazione Trump 2.0, che finora non ha ancora formalmente adottato un posizionamento sul tema.
Volumi previsti: cifre e indiscrezioni
Secondo fonti Reuters, la proposta potrebbe coprire due anni, 2026 e 2027, rappresentando così una svolta nella programmazione pluriennale del settore.
Un consorzio congiunto di produttori di biocarburanti e operatori petroliferi ha raccomandato all’EPA di fissare per il 2026 un obbligo di miscelazione per il biodiesel di 5,25 miliardi di galloni, segnando un forte incremento rispetto agli anni precedenti.
Tuttavia, rumors di mercato suggeriscono che la soglia prevista dall’EPA potrebbe essere fissata a 4,65 miliardi di galloni, generando una flessione dei futures sull’olio di soia del 5% alla Chicago Board of Trade, a testimonianza della sensibilità dei mercati agricoli alle dinamiche regolatorie.
Il contesto normativo: precedenti e continuità
Negli anni precedenti, l’EPA aveva fissato i seguenti target complessivi per la miscelazione di biocarburanti:
- 2023: 20,94 miliardi di galloni
- 2024: 21,54 miliardi di galloni
- 2025: 22,33 miliardi di galloni
Il nuovo schema regolatorio potrà incidere direttamente su:
- gli investimenti nelle raffinerie e nelle infrastrutture di blending,
- la redditività della filiera agricola (in particolare soia e mais),
- la stabilità del mercato dei crediti RIN (Renewable Identification Numbers),
- la competitività dei biocarburanti avanzati rispetto ai combustibili fossili.
Piccoli raffinatori e deroghe: nodo irrisolto
Al centro del dibattito rimangono anche le Small Refinery Exemptions (SREs), ossia le esenzioni richieste dai piccoli raffinatori che dichiarano difficoltà economiche nel conformarsi agli obblighi di blending. Il nuovo amministratore dell’EPA, Lee Zeldin, ha dichiarato davanti alla Camera dei Rappresentanti che l’agenzia sta lavorando per sbloccare le decine di richieste pendenti, sottolineando una discontinuità rispetto alla precedente amministrazione:
“Nessuna di queste esenzioni era stata approvata in passato. Ora vogliamo recuperare il ritardo”, ha affermato Zeldin.
Implicazioni economiche e geopolitiche
La revisione degli obblighi di miscelazione non è solo una questione tecnica, ma riflette equilibri complessi tra interessi agricoli, energetici e ambientali. In un momento in cui gli Stati Uniti cercano di rafforzare la propria indipendenza energetica e contemporaneamente rispondere alle pressioni internazionali per una maggiore sostenibilità, il ruolo dei biocarburanti diventa sempre più centrale.
Inoltre, le decisioni della EPA hanno effetti transfrontalieri, incidendo sull’export di olio vegetale, etanolo e biodiesel, sulla politica tariffaria, e sull’attrattività degli Stati Uniti come mercato di sbocco per tecnologie e materie prime legate all’economia bio-based.
Una scelta ad alto impatto sistemico
La proposta dell’EPA sugli obblighi di blending 2026–2027 rappresenta una scelta strategica ad alto impatto politico, economico e ambientale, in grado di influenzare:
- la filiera energetica nazionale
- la politica agricola federale
- la governance ambientale e il ruolo degli Stati Uniti nei negoziati internazionali sul clima.
Il confronto tra la Casa Bianca, l’EPA, le lobby e il Congresso sarà determinante per stabilire se i biocarburanti continueranno a essere uno strumento di equilibrio tra decarbonizzazione e competitività o un terreno di scontro tra visioni divergenti di sostenibilità e politica industriale.