L’ingresso di Ares Alternative Credit Management nel capitale di Plenitude segna un passo chiave nella strategia finanziaria e industriale di Eni, che mira a conciliare crescita sostenibile, apertura al private capital e sviluppo delle tecnologie low-carbon.
Nel quadro della propria strategia di transizione energetica, Eni ha avviato trattative esclusive con la società statunitense Ares Alternative Credit Management per la vendita di una partecipazione del 20% in Plenitude, la business unit dedicata a rinnovabili, vendita al dettaglio e mobilità elettrica. L’operazione, attualmente in fase di negoziazione, valuta la società italiana tra i 9,8 e i 10,2 miliardi di euro, una cifra che supera i 12 miliardi includendo l’indebitamento netto.
Ares, parte del gruppo Ares Management Corporation, gestiva 546 miliardi di dollari di asset al 31 marzo 2025, dei quali 359 miliardi riconducibili al segmento del credito. La decisione di aprire un ufficio a Milano sottolinea l’interesse crescente verso l’Italia da parte dei fondi internazionali di private credit, come sottolineato da Tyrone Cooney, responsabile per Francia e Europa meridionale.
La strategia “satellite”: alleanze mirate per valorizzare asset low-carbon
La cessione parziale rientra nella strategia “satellite” di Eni, che mira a creare unità specializzate nei settori della transizione energetica (come biofuel, rinnovabili e carbon capture) o dell’esplorazione upstream, aprendo la governance a investitori istituzionali. L’obiettivo dichiarato è duplice: attirare capitali privati per sostenere progetti ad alta intensità di investimento e mantenere la flessibilità finanziaria necessaria per continuare a operare anche nel settore oil & gas.
Secondo Francesco Gattei, Chief Transition and Financial Officer di Eni, questa strategia consente di bilanciare la crescita dei business a basse emissioni con il mantenimento della capacità di investimento nel core business tradizionale.
Un modello già applicato con successo: nel marzo scorso, il fondo svizzero Energy Infrastructure Partners (EIP) ha rilevato una quota del 10% in Plenitude, valorizzandola oltre i 10 miliardi di euro. Ancora prima, nel 2023, KKR ha acquisito il 30% di Enilive, la divisione dedicata ai biocarburanti.
Plenitude: un modello scalabile tra rinnovabili, retail e mobilità
Plenitude rappresenta oggi uno degli asset strategici di Eni nella transizione energetica. Con una presenza consolidata nel fotovoltaico, eolico e mobilità elettrica, l’azienda si distingue per un modello integrato che include la generazione rinnovabile, la vendita di energia e gas a clienti finali e lo sviluppo di infrastrutture di ricarica.
La presenza di attori finanziari come Ares non è solo funzionale al reperimento di capitale, ma anche alla valorizzazione del modello di business di Plenitude, ritenuto scalabile e competitivo in un contesto europeo sempre più orientato al Green Deal e alla neutralità climatica.
Private credit e infrastrutture: l’Italia come nuova frontiera finanziaria
L’interesse di Ares conferma un trend più ampio: l’Italia si sta affermando come nuova frontiera per il private credit applicato al settore infrastrutturale ed energetico. Il segmento del credito alternativo, fondato su logiche di lending garantito da asset tangibili, rappresenta oggi una risorsa chiave per sostenere la trasformazione del sistema energetico, in un contesto di stretta monetaria e selettività del capitale.
Le operazioni di questo tipo pongono tuttavia questioni di governance, regolazione finanziaria, diritto della concorrenza e sicurezza energetica, che richiedono un monitoraggio da parte delle autorità nazionali e comunitarie, specie quando riguardano asset strategici e soggetti a controllo pubblico.
Espansione globale e CCS: il nuovo perimetro industriale di Eni
Parallelamente, Eni sta finalizzando la costituzione di una nuova unità dedicata alla Carbon Capture and Storage (CCS), tecnologia considerata cruciale per la decarbonizzazione industriale, e già implementata in progetti pilota in Italia e all’estero. Il gruppo ha inoltre avviato colloqui preliminari con Petronas, la compagnia di stato malese, per costituire una joint venture sugli asset upstream in Malesia e Indonesia.
Questo riposizionamento riflette una visione industriale globale e policentrica, dove Eni punta a consolidare una presenza verticale nei settori oil & gas, rinnovabili e tecnologie low-carbon, con modelli societari flessibili capaci di attrarre investitori terzi e condividere il rischio.
Transizione energetica come leva di trasformazione strategica
L’ingresso di Ares in Plenitude rappresenta un passaggio cruciale per la strategia di Eni nella transizione energetica e nella diversificazione delle fonti di finanziamento. La combinazione tra asset industriali, capitali alternativi e governance condivisa sembra configurare un nuovo paradigma, dove l’energia non è più solo commodity ma anche veicolo di innovazione finanziaria, geopolitica industriale e sostenibilità di lungo periodo.
In questo scenario, il ruolo degli attori pubblici e privati nella definizione del quadro regolatorio, fiscale e infrastrutturale sarà determinante per garantire che la trasformazione energetica italiana si traduca in valore industriale, sicurezza energetica e leadership tecnologica a livello europeo e globale.