La dorsale H2Med e la nuova infrastruttura idrogeno: opportunità industriali, impatti normativi e scenari geopolitici per la leadership verde della Penisola Iberica.
La corsa all’idrogeno verde in Europa riceve un nuovo impulso dalla Spagna. Enagas, operatore della rete nazionale del gas, ha annunciato che il progetto di sviluppo di una rete di oltre 2.600 km per il trasporto dell’idrogeno prosegue a ritmo accelerato, con l’obiettivo di avviare le operazioni già nel 2030. L’iniziativa si inserisce nel quadro del più ampio corridoio trans-europeo H2Med, destinato a collegare la Penisola Iberica al Nord-Ovest dell’Europa, rafforzando la sicurezza energetica continentale e la competitività del settore manifatturiero europeo.
Investimenti, infrastrutture e milestones regolatorie
Secondo l’AD di Enagas, Arturo Gonzalo, la decisione finale di investimento è prevista per il 2027, con avvio dei lavori l’anno successivo. Il piano prevede sia la costruzione di nuove pipeline dedicate all’idrogeno sia la riconversione di asset esistenti del gas, per un investimento complessivo stimato in 2,6 miliardi di euro. Il percorso progettuale coinvolge una consultazione pubblica nazionale, tesa a rafforzare la trasparenza e l’inclusione degli stakeholder nella fase di pianificazione.
La rete spagnola sarà parte integrante del sistema H2Med, la dorsale europea dell’idrogeno che punta a facilitare flussi transfrontalieri tra Spagna, Portogallo, Francia e Germania, posizionando la Penisola Iberica come hub strategico per la produzione e distribuzione di idrogeno verde in Europa.
Transizione energetica, politica industriale e prospettive di mercato
L’iniziativa si inserisce in un contesto di domanda di gas in calo in Spagna e di politiche di decarbonizzazione sempre più stringenti a livello europeo. Per rispondere alle nuove sfide di mercato, Enagas sta diversificando il proprio portafoglio, espandendo la gestione di infrastrutture anche verso l’ammoniaca e la cattura della CO2. In quest’ottica, la società ha adottato una strategia di dismissione di asset, riduzione dei dividendi e abbattimento del debito per finanziare i nuovi investimenti e rafforzare la propria resilienza finanziaria.
Il progetto risponde anche agli obiettivi del piano nazionale per l’energia e il clima, che prevede entro il 2030 il raggiungimento di 12 GW di capacità installata di elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde, sfruttando il vantaggio competitivo spagnolo in fonti rinnovabili come solare ed eolico.
Aspetti normativi e diritto dell’innovazione
L’espansione della rete dell’idrogeno solleva questioni cruciali sul piano giuridico e regolatorio: dalla definizione degli standard tecnici e di sicurezza, alla regolazione dell’accesso e dei prezzi, fino alla governance delle infrastrutture condivise su scala europea. Il modello adottato da Enagas e dal consorzio H2Med potrà costituire benchmark per altre realtà nazionali e comunitarie impegnate nella transizione energetica.
La realizzazione di una dorsale paneuropea dell’idrogeno rafforza la sovranità energetica dell’UE, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili importati e valorizzando la produzione interna da fonti rinnovabili. Sul piano geopolitico, la Spagna si candida così a essere un attore chiave nella nuova economia dell’idrogeno, capace di attirare investimenti, favorire l’innovazione e sviluppare supply chain integrate con i partner europei.
Il progetto Enagas rappresenta un caso emblematico di come la sinergia tra infrastrutture, innovazione e politiche industriali possa accelerare la transizione verso un’economia low-carbon. La sfida sarà ora integrare la dimensione tecnologica e quella regolatoria, promuovendo competitività, sicurezza e sostenibilità in un mercato europeo dell’energia in rapida trasformazione.