L’AI di Musk punta a nuove infrastrutture nel Medio Oriente, con trattative in corso tra colossi sovrani, geopolitica e nuove rotte per l’innovazione digitale globale.
Espansione strategica: xAI apre a nuovi orizzonti nel Golfo
La startup di intelligenza artificiale fondata da Elon Musk, xAI, è in trattative avanzate per assicurarsi capacità di calcolo in Arabia Saudita. Secondo quanto riportato da Bloomberg, l’azienda sta negoziando con due partner distinti: Humain, una realtà sostenuta dal fondo sovrano PIF (Public Investment Fund) saudita, e una seconda compagnia non identificata che sta completando un’infrastruttura da 200 megawatt. In un momento in cui la competizione nel settore AI si gioca sempre più sul piano delle risorse computazionali, questa mossa si inserisce in un disegno industriale e geopolitico di più ampia portata.
Humain e il ruolo chiave del fondo sovrano saudita
Humain è una startup emergente, finanziata direttamente dal PIF, con l’obiettivo di trasformare l’Arabia Saudita in uno dei poli globali per l’AI. Tuttavia, come riportato da Bloomberg, gran parte delle strutture promesse non sono ancora operative. Nonostante ciò, xAI vede in Humain un potenziale partner strategico nel lungo termine, capace di garantire accesso a enormi risorse energetiche e finanziarie. Per l’Arabia Saudita, un eventuale accordo con Musk rafforzerebbe la narrazione di un Paese che vuole passare dal petrolio ai chip, ridefinendo la propria immagine industriale internazionale.
L’alternativa immediata: un data center già in costruzione
In parallelo, xAI sta valutando un’opzione più concreta sul breve periodo: una seconda azienda, il cui nome non è stato reso noto, sta completando un’infrastruttura da 200 megawatt, già operativa in parte. Questa scelta offrirebbe a Musk una soluzione pronta all’uso, con tempi rapidi di implementazione e minori incertezze legate allo sviluppo infrastrutturale. La scelta finale dipenderà da fattori di costo, tempistiche di attivazione e sinergie politiche locali.
Memphis, Colossus e la corsa alla supremazia computazionale
xAI non è nuova a piani infrastrutturali ambiziosi. Il progetto Colossus, il supercomputer in fase di realizzazione a Memphis, Tennessee, punta a diventare il cluster AI più grande al mondo. In questo contesto, i futuri data center in Medio Oriente non sono un’alternativa ma un’estensione: servono a sostenere l’addestramento di modelli sempre più sofisticati, destinati a competere direttamente con ChatGPT di OpenAI e Claude di Anthropic.
Un mercato da 320 miliardi: la corsa globale ai chip
Nel 2025, gli investimenti delle big tech in intelligenza artificiale dovrebbero superare i 320 miliardi di dollari. Meta e CoreWeave hanno già annunciato miliardi in nuove infrastrutture. xAI, pur non essendo attualmente alla ricerca di capitale, è al centro di proiezioni che ne stimano una valutazione tra i 170 e i 200 miliardi di dollari. Il finanziamento potrebbe coinvolgere ancora una volta il PIF, confermando l’interesse dei fondi sovrani per l’AI come nuovo asse industriale globale.
AI e geopolitica: l’Arabia Saudita come nodo strategico
L’interesse per l’Arabia Saudita non è soltanto industriale. Per Musk, il Paese rappresenta un’area ad alta disponibilità energetica, condizioni fiscali favorevoli e margini di autonomia regolatoria. Per Riad, accogliere un’azienda come xAI significa rafforzare il proprio posizionamento nel quadro del piano Vision 2030, che mira alla diversificazione economica post-petrolio. Il potenziale accordo può essere letto anche come un segnale di progressivo decentramento dell’innovazione AI dagli Stati Uniti verso nuovi poli globali.
Una nuova geografia per l’innovazione computazionale
L’espansione di xAI al di fuori dei confini statunitensi dimostra come la geografia dell’AI non sia più confinata alla Silicon Valley. L’accesso alla potenza di calcolo sta diventando una leva strategica fondamentale, e l’Arabia Saudita si propone come attore credibile in questo scenario. Le trattative in corso segnano non solo un nuovo capitolo per la startup di Musk, ma anche per l’equilibrio globale delle infrastrutture digitali avanzate.