Immaginate di poter produrre zucchero senza piantare nemmeno un campo di canna da zucchero o di barbabietola. Senza bisogno di terra, acqua o fertilizzanti. Solo utilizzando l’aria che respiriamo – o meglio, l’anidride carbonica che emettiamo ogni giorno.
Può sembrare fantascienza, ma è una realtà che sta prendendo forma nei laboratori cinesi e in altri centri di ricerca nel mondo.
Negli ultimi mesi, un gruppo di scienziati in Cina ha annunciato di aver sviluppato un sistema capace di trasformare la CO₂ in zucchero, grazie a un processo che unisce chimica ed enzimi.
In parole semplici: la CO₂ viene convertita in metanolo, che poi viene trasformato – con una catena di reazioni biochimiche – in zuccheri come il glucosio e il saccarosio.
I risultati sono stati pubblicati nel maggio 2025 sulla rivista scientifica Science Bulletin, a cura dell’Accademia cinese delle scienze e del Tianjin Institute of Industrial Biotechnology.
Perché questa scoperta è importante?
Oggi, produrre zucchero richiede vaste superfici coltivabili, enormi quantità di acqua e risorse agricole. Le coltivazioni di canna da zucchero e barbabietola – concentrate in specifiche aree del mondo – sono sempre più colpite da siccità, alluvioni e da un’instabilità dei prezzi legata al clima e alla geopolitica.
Nel frattempo, la domanda mondiale cresce. In Cina, ad esempio, il consumo annuo di zucchero si aggira sui 15 milioni di tonnellate, di cui un terzo importato.
Una tecnologia che permette di produrre zucchero in modo sintetico, senza dipendere dall’agricoltura tradizionale, potrebbe avere un impatto enorme: ridurre la pressione sulle risorse naturali, abbattere le emissioni di CO₂, aumentare la sicurezza alimentare e garantire approvvigionamenti costanti anche in contesti difficili.
Siamo già pronti?
Non ancora. La tecnologia è ancora in fase sperimentale. I ricercatori sono riusciti a produrre zuccheri da CO₂, ma solo su scala di laboratorio. Si parla di milligrammi o grammi per ora.
Serviranno anni di ricerca e sviluppo per portare questo processo a livello industriale, renderlo economicamente sostenibile e ottimizzarne l’efficienza.
Inoltre, produrre metanolo da CO₂ richiede energia – idealmente rinnovabile – e l’intero processo dipende da enzimi biotecnologici oggi ancora costosi. Ma la direzione è chiara, e gli investimenti stanno aumentando.
Non è un’iniziativa isolata. Anche in Europa e negli Stati Uniti si stanno sviluppando soluzioni simili. Uno studio pubblicato su Nature Communications nel 2024 ha mostrato come, partendo dalla CO₂, si possa ottenere la L-sorbose (uno zucchero a 6 atomi di carbonio) con una resa energetica superiore di oltre tre volte rispetto alla fotosintesi naturale.
Anche lì, la CO₂ viene prima trasformata in formiato tramite elettrocatalisi e poi convertita in zuccheri tramite enzimi.
Verso un nuovo modo di produrre il cibo
Questa tecnologia non sostituirà domani l’agricoltura. Ma potrà affiancarla, soprattutto in situazioni dove coltivare è difficile o impossibile: zone desertiche, territori contaminati, città densamente popolate, stazioni spaziali.
Immaginiamo un futuro in cui mini-fabbriche alimentate da energia solare siano in grado di produrre zucchero da CO₂ ovunque. Senza necessità di acqua, pesticidi o fertilizzanti.
È la visione di una “bioeconomia artificiale”, in cui le molecole fondamentali della nutrizione non sono più coltivate, ma progettate e sintetizzate.
Questo approccio non è limitato allo zucchero: già oggi si sperimenta la carne coltivata in laboratorio, il latte senza mucche, le uova senza galline. Tutte innovazioni che indicano una nuova era per il sistema alimentare globale.
Il futuro è vicino
Quello che oggi sembra solo un esperimento da laboratorio potrebbe domani diventare parte della nostra vita quotidiana. Se le tecnologie continueranno a evolversi e i costi a ridursi, potremmo vedere i primi prodotti a base di zucchero sintetico nei prossimi 10–15 anni.
E forse, un giorno, quando apriremo una bibita o assaggeremo una caramella, non penseremo più alle piantagioni tropicali. Ma a una piccola fabbrica, alimentata dal sole, che trasforma l’aria… in dolcezza.