Oltre Eurostack: un percorso più intelligente per la sovranità digitale europea

| 16/05/2025

In seguito alla mia recente critica all’iniziativa Eurostack, molte persone hanno espresso preoccupazioni simili — e hanno posto la domanda più importante: cosa dovrebbe fare l’Europa, invece?

L’Europa si trova davanti a una scelta strategica: perseguire una vera sovranità digitale basata sui propri punti di forza unici, oppure cadere nella trappola di replicare modelli industriali stranieri sotto un’etichetta europea.

La sovranità non si ottiene creando campioni nazionali sovvenzionati dallo Stato in una corsa contro la Silicon Valley o Shenzhen. Al contrario, l’Europa deve riaffermare il proprio modello — fondato su apertura, certezza giuridica, eccellenza industriale e cooperazione strategica. Dobbiamo abbandonare l’illusione dell’autosufficienza e valorizzare ciò che l’Europa sa fare meglio: costruire ecosistemi resilienti, federati e interoperabili.

Invece di investire miliardi per creare un’“Nvidia europea” o un’“Intel europea”, l’Europa dovrebbe rafforzare gli asset tecnologici esistenti attraverso una strategia orizzontale e basata su reti.

L’Europa ospita già attori e infrastrutture di livello mondiale: IMEC in Belgio è leader nella nanoelettronica e nella fotonica. ASML nei Paesi Bassi è l’unico fornitore globale di sistemi litografici EUV. STMicroelectronics, Infineon e NXP occupano posizioni strategiche nei microcontrollori, nei chip per l’automotive e nell’IoT industriale. Iniziative come Gaia-X e IPCEI-CIS (Progetti Importanti di Interesse Comune Europeo – Infrastrutture e Servizi Cloud) dimostrano il potenziale dell’azione coordinata.

Anziché duplicare capacità, l’UE dovrebbe connettere questi nodi in una federazione competitiva, interoperabile e orientata all’innovazione — una vera Rete Industriale Digitale.

Uno dei principali ostacoli alla crescita della tecnologia europea non è la mancanza di innovazione — è la frammentazione. Nonostante anni di dibattito, l’Europa non dispone ancora di un mercato digitale pienamente integrato. Parte della responsabilità ricade sui principali operatori europei di telecomunicazioni, che storicamente si sono opposti alla creazione di un mercato unico per mantenere il dominio nazionale e la frammentazione normativa. Questo atteggiamento protezionistico ha ostacolato i servizi transfrontalieri, le piattaforme paneuropee e le economie di scala necessarie per competere a livello globale.

Per sbloccare le economie di scala servono: un quadro giuridico armonizzato per i flussi di dati, la cybersicurezza, la sperimentazione sull’IA e l’identità elettronica; coordinamento fiscale transfrontaliero per i servizi digitali; un approccio europeo agli appalti pubblici che premi gli standard aperti e l’innovazione.

Senza integrazione, Eurostack resterà un insieme di silos nazionali con rilevanza globale limitata.

Piuttosto che destinare sussidi a progetti speculativi su chip o cloud, l’Europa deve concentrarsi su tre priorità: adozione — incentivi per PMI e pubbliche amministrazioni ad adottare IA, cloud e edge computing; infrastrutture — investimenti in architetture federate, sicure ed efficienti dal punto di vista energetico nei settori chiave (sanità, mobilità, manifattura); standard aperti — supportare l’interoperabilità tra modelli di IA, formati dati e livelli cloud.

La politica digitale europea deve essere guidata dalla domanda, non solo dall’offerta.

L’Europa dovrebbe lanciare un’iniziativa faro: una Alleanza per le Infrastrutture Dati, che colleghi le capacità nazionali di cloud ed edge computing con le reti di telecomunicazione di nuova generazione e il calcolo ad alte prestazioni. Questa alleanza permetterebbe la condivisione industriale dei dati tra settori; supporterebbe architetture efficienti dal punto di vista energetico e “sovrane by design”; e sarebbe aperta a partner internazionali affidabili, allineati ai valori europei su privacy, sicurezza e apertura.

Non si tratta di esclusione, ma di integrazione basata sulla fiducia.

Il regolamento europeo sull’IA è un punto di riferimento globale per un’IA affidabile, ma la sola regolamentazione non basta. Occorre integrarla con: sandbox normativi e zone di sperimentazione reale; finanziamenti all’adozione dell’IA in settori come energia, trasporti, servizi pubblici ed educazione; cooperazione transatlantica e panasiatica sull’interoperabilità dei modelli, sui parametri di sicurezza e sulla condivisione della capacità computazionale.

L’IA non deve essere vista solo come un rischio da contenere, ma come una leva di rinnovamento economico — in particolare per le economie europee più anziane e con bassa produttività, come quelle del sud Europa.

La vera sovranità digitale non significa tagliare i ponti. Il vantaggio comparato dell’Europa è la sua capacità di collegare sistemi e partner — dagli Stati Uniti al Giappone, dall’ASEAN all’Africa.

Dobbiamo guidare il dibattito globale sulla governance dell’IA, sulle norme per la cybersicurezza e sugli standard tecnologici aperti. In un mondo sempre più polarizzato, l’Europa può — e deve — essere la terza via: competitiva, aperta e affidabile.

L’Europa ha già i suoi campioni: SAP, Ericsson, ARM, OVHcloud, Atos, Siemens, Nokia. Quello di cui hanno bisogno è un quadro normativo prevedibile, una domanda pubblica di trasformazione digitale e una piattaforma per competere lealmente con gli hyperscaler globali.

Dobbiamo smettere di sovvenzionare le imitazioni e cominciare a investire nell’eccellenza.

L’alternativa a Eurostack non è più centralizzazione o pianificazione burocratica. È una strategia di forza federata — connettere gli asset europei, armonizzare i mercati, legare i nostri valori ai flussi globali dell’innovazione.

La sovranità nell’era digitale non si costruisce con muri. Si costruisce con reti: affidabili, resilienti e aperte. Solo così l’Europa potrà plasmare il proprio futuro — e contribuire a plasmare quello del mondo.

Barberio & Partners s.r.l.

Via Donatello 67/D - 00196 Roma
P.IVA 16376771008

Policy
Privacy Policy
Cookie Policy
Termini e Condizioni
iscriviti alla nostra newsletter
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e la Informativa sulla Privacy di Google, nonché i Termini di Servizio sono applicabili.