Lo spettro mobile non è un sostituto della fibra

| 03/09/2025

Un vecchio trucco sta riemergendo nel mercato europeo delle telecomunicazioni. Gli operatori mobili stanno pubblicizzando il broadband domestico 5G come se fosse una vera alternativa alla fibra fino a casa. La promessa è seducente — una sola rete per tutte le esigenze — ma la realtà è ben diversa. Per quanto avanzato, il 5G non può eguagliare la velocità, la stabilità e la simmetria della fibra. Nelle ore di punta, quando decine di famiglie si collegano alla stessa cella, le prestazioni crollano. La fibra no.

Il pericolo non è soltanto che i consumatori vengano ingannati, anche se questo conta. È che lo spettro — il linfa vitale delle reti mobili — venga trattato come una pezza a basso costo per coprire l’inadeguata diffusione della fibra. Lo spettro è scarso, e il suo vero valore risiede nella mobilità: alimentare auto connesse, logistica intelligente, automazione industriale e telemedicina. Ogni megahertz dirottato sull’uso fisso è un megahertz in meno per le innovazioni che l’Europa dichiara di voler guidare.

I numeri parlano chiaro. Studi indipendenti suggeriscono che ogni 100 MHz di spettro mid-band assegnati alla telefonia mobile possano generare oltre 260 miliardi di dollari di PIL e più di un milione di posti di lavoro. Al contrario, destinarlo al broadband domestico produce benefici marginali, perché la fibra esiste già come tecnologia fissa di gran lunga superiore. Stati Uniti, Cina e Corea del Sud lo hanno capito. Washington ha già riservato la parte alta della banda a 6 GHz al mobile. Pechino pianifica ben oltre il 5G, con una politica dello spettro allineata alla sua strategia industriale. L’Europa rischia di essere l’unico grande mercato a sprecare le proprie onde radio scarse in un surrogato della fibra.

Non è la prima volta che l’Europa cede alla tentazione delle scorciatoie. Il dibattito sullo spegnimento obbligatorio del rame ha mostrato come gli impulsi regolatori possano scontrarsi con la logica degli investimenti. Ora riemerge una tentazione simile: lasciare che lo spettro colmi i vuoti lasciati da una diffusione disomogenea della fibra. Ma rimandare gli investimenti nella fibra affidandosi alle reti mobili non è una strategia. È un modo per indebolire entrambe.

La Commissione ha l’occasione di fermare questa deriva. Il prossimo Digital Networks Act dovrebbe affrontare il tema in modo esplicito: lo spettro mobile va salvaguardato per la mobilità, e la pubblicità che lo presenta come sostituto della fibra deve essere chiamata con il suo vero nome — ingannevole. L’Europa ha bisogno di una fibra forte e di un mobile forte. Confondere le due cose significa non avere né l’una né l’altro.

Se Bruxelles è davvero seria sulla competitività nell’era digitale, deve resistere al fascino delle scorciatoie. Fibra per il fisso, spettro per il mobile: qualsiasi altra cosa rischia di lasciare l’Europa senza la dorsale resiliente né il vantaggio mobile di cui ha bisogno per competere.

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