Per cominciare questo intervento su un argomento così importante e sterminato, voglio definire da subito il concetto di “Verità” che in questa sede viene utilizzato. La parola è un significante ombrello molto vasto e quindi si rischia di suggerire, al variare del punto di osservazione, interpretazioni devianti da ciò che si vorrebbe chiarire in questa sede. Con “Verità” qui si intende quel complesso di norme, affermazioni e visioni che riguardano non solo il mondo visibile, materico e accessibile alla conoscenza attraverso i 5 sensi, ma anche – se non soprattutto – il mondo invisibile a occhio nudo, quello delle macro e micro-dimensioni e il mondo/i mondi dell’al di là.
Si tratta dunque di quelle “Verità fondanti” che conferiscono “senso, consapevolezza e coscienza” e orientano e giustificano la vita del genere umano sulla Terra, create per colmare i dubbi sull’Origine del Cosmo, della Vita sulla Terra e sul dopo morte. Semplificando, potremmo anche definirle quali “Verità Bussola” che indicano la via/le vie da percorrere per ottenere il meglio dal confronto incessante fra Noi e il Tutto in continuo cambiamento. E in ogni caso, come espresso nel titolo, l’argomento è affrontato prevalentemente nello spazio-tempo che definiamo Occidente.
La Verità Politeistica e Mitologica: fantasiosa, surreale, simbolista
In questa Era di Verità – definita anche “preistorica” – risuonano echi e si rinvengono tracce di antiche civiltà: da Atlantide a Lemuria, dalle vicende dei Maya e degli Aztechi agli Egizi, dai Sumeri alla poderosa cultura dei Veda in India, fino a anticipare, grazie all’Olimpo Greco e Romano, ciò che in parte diventerà la struttura di riferimento dell’Occidente.
È una stagione della Storia in cui le Verità narrate appaiono molto fantasiose e surreali, intrise di elementi che destano stupore e incredulità ma anche fascino e seduzione. Le storie di personaggi “non terrestri”, che vivevano centinaia di anni, intrecciate a quelle degli umani e dei semidei, i miti e le leggende a loro riferibili, non solo fornivano chiavi di lettura dei fenomeni soprannaturali, ma fornivano anche identità e appartenenza a elites gerarchiche e popoli.
Questa imponente Era di Verità è simbolistica: basata com’è su evocazioni e metafore che, pur essendo distanti dalla realtà misurabile, riescono a comunicare emozioni e esperienze umane profonde. La verità mitologica, quindi, non è solo un insieme di racconti fantastici, ma una forma di narrazione che riflette le aspirazioni, le paure e i desideri delle persone.
Esistono diversi tipi di mito: cosmogonici (che spiegano l’origine del mondo); eziologici (che spiegano l’origine di alcuni fenomeni) e storici (che riguardano fatti storici). Da notare che le informazioni e le narrazioni relative a questa Era di Verità utilizzavano prevalentemente la comunicazione orale.
La Verità delle Religioni Monoteistiche: rivelata, rigida, circoscritta, immutabile, dogmatica
A seguito di un fondamentale dibattito di natura filosofica e politica tra grandi pensatori (in maggioranza greci) e a seguito di scontri, con molte vittime, tra i rappresentanti di quelli che oggi sono definiti “culti minori”, nell’area del Mediterraneo emergono le religioni monoteistiche, quali l’Ebraismo, il Cristianesimo e in seguito l’Islam.
Grazie ai loro principi la concezione di “Verità bussola” subisce un cambiamento radicale. Diventa “rivelata” direttamente da Dio o da suoi “inviati speciali”.
È una Verità rigida, eterna e immutabile. I testi sacri, come la Torah, la Bibbia cristiana e il Corano, sono considerati la fonte prima e ultima di verità, circoscritta e definita. Le sue norme devono essere percepite come assolute e non lasciano alcuno spazio all’interpretazione personale. La rigidità di questa verità ha condotto nei secoli a conflitti e divisioni, poiché le diverse fedi si contendono la legittimità delle loro rivelazioni fino alla testimonianza col sangue: il proprio o quello del loro antagonista.
Il primato indiscusso di queste forme di Verità era fondato non più solo sulla comunicazione orale ma soprattutto sulla Comunicazione scritta, ancorché artigianale. Due di loro, il Cristianesimo e l’Islam, adottavano “la diffusione e promozione” anche in modo forzoso; per molti secoli si espansero su enormi territori e porzioni di popolazioni e tutt’ora il consenso a loro favore annovera miliardi di umani. In Occidente soprattutto il Cristianesimo e i suoi derivati subirono nei primi decenni del 1600 il confronto con la Verità Scientifica.
La Verità della Scienza classica: dimostrata, logica, condivisibile, misurabile
È l’Era in cui la Ragione inizia una irresistibile ascesa, ponendosi come criterio unico e indiscutibile di verità in tutti i campi. Il regno del misurabile e quantitativo diventa il regno delle certezze inoppugnabili; tutto il resto viene relegato in un’area speciale, dove possono diffondersi irrazionalità, incertezza e dubbio.
Con Galileo Galilei nasce il moderno “metodo scientifico”, fondato non più sulle Verità dogmatiche e sui principi aristotelici considerati immutabili, ma sulle “sensate esperienze” e sulle “necessarie dimostrazioni”. Da questo momento in poi ogni nuova Verità scoperta deve essere confermata da formule e teorie matematiche verificate attraverso esperimenti.
Con l’avvento degli strumenti di misurazione evoluti, legati alla misura del tempo, della lunghezza, e della capacità, e con lo sviluppo della stampa a caratteri mobili, che ne favorisce l’ampia divulgazione, la scienza, in particolare grazie a figure come Galileo prima e Isaac Newton poi, ricolloca la Verità in una nuova dimensione. La verità scientifica deve essere razionale, dimostrata, logica e condivisibile.
Le affermazioni accettate, si fanno “Scienza” perché ridisegnano i rapporti dell’uomo con la Natura e con Dio, creando nuove verità sorgenti alla confluenza dei dati raccolti.
Le Verità scientifiche sono fondate su osservazioni, esperimenti e misurazioni ripetibili, affinché il risultato sia accessibile e verificabile da chiunque. Questo approccio ha rivoluzionato il modo in cui comprendiamo il mondo, spostando l’attenzione dalla speculazione mitologica, e/o fondata sulla Fede, a un metodo rigoroso e sistematico. Tuttavia, questa famiglia di Verità appare anch’essa limitata, poiché si basa su ciò che è misurabile e “osservabile da tutti”, escludendo esperienze più soggettive e spirituali.
Oggi la Verità Religiosa e la Verità Scientifica si confrontano civilmente sui temi legati al mondo invisibile e trascendente ma anche sui temi della biogenetica e sull’uso delle biotecnologie, distinguendo tra misurazione oggettiva e fede, tra primato della natura e modifica tecnologica o genetica (Transumanesimo).
Nel tempo la stampa a caratteri mobili e la costruzione e frequentazione delle biblioteche ha permesso un primo confronto analogico tra le “Verità bussola”, soprattutto in Occidente. Oggetto di tenace contesa sono state le norme e le aspettative sostenute dalle Verità Rivelate dalle Religioni versus quelle sostenute dalle Verità Scientifiche, durante lunghe stagioni di dibattito in cui le seconde si sono offerte quali leve teoriche importanti per le Rivoluzioni sociali razionaliste e laiche.
Le Verità della preistoria invece sono state ufficialmente archiviate come “Mitologiche” a partire dal XVII secolo, per la penna di Giambattista Vico. In seguito: in occasione del debutto dell’Archeologia finanziata, con decisione autoritaria e ardita, i “padroni colonialisti” fondarono il loro primato sulle affermazioni di Darwin. Le teorie evoluzioniste vennero, spesso forzosamente, applicate a tutto l’esistente e l’ipotesi di Civiltà e tecnologie del remoto passato, che fossero più evolute delle attuali, venne radicalmente negata. In dettaglio il “Mito”, inteso come “parola”, “discorso”, “racconto” venne opposto al “Logos“, ovvero alla ragione e alla dimostrazione; e pertanto i personaggi e le culture mitologiche vennero considerati creazioni immaginarie. (A differenza delle leggende che si fondano su fatti più vicini alla realtà, anche se spesso storicamente falsificati.) Oggi, non ostante il fatto che molte verità mitologiche e strutture preistoriche – dalle Piramidi di Giza alla piana di Nazca – siano state riproposte all’osservazione e siano state valutate quali oggetto di nuova attenzione, ancora la verità scientifica ufficiale, laica ed evoluzionista, si oppone spesso alla modifica di quanto già affermato in passato e lascia in ombra ciò che l’archeologia e l’archeoastronomia continuano a scoprire grazie ai nuovi strumenti di misurazione e di interpretazione.
La Verità Relativa: ossimorica, in costante evoluzione
La celebre frase di Albert Einstein: “la ricerca della verità è più preziosa del suo possesso” può sembrare, a prima vista, una semplice riflessione sulla scienza ma, in realtà, offre una profonda intuizione sulla natura stessa della Verità.
La sua posizione nei confronti della verità, della scienza e della religione è definita “spirituale ma non religiosa“. Egli credeva in un Dio cosmico, una forza superiore che si manifesta nelle leggi dell’universo, ma non era seguace di una religione organizzata. La verità scientifica, per lui, era ciò che è confermato dalle evidenze sperimentali e dalle leggi della natura. La sua teoria della relatività, sia generale che speciale, ha rivoluzionato la nostra comprensione dello spazio, del tempo e della gravità. Dimostrando che la verità è relativa al punto di osservazione Einstein ci ha resi consapevoli che la conoscenza scientifica è in continuo progresso e che le nostre teorie possono essere modificate o sostituite da nuove scoperte. A lui va riconosciuto la formulazione di un concetto ossimorico quale quello di “Fede scientifica”, ovvero che la ricerca si basa sulla fede nella possibilità di comprendere il mondo attraverso le leggi della natura. La sua visione della verità era quella di un approccio in costante evoluzione, ma anche di una verità spirituale, che lo portava a contemplare la bellezza e l’ordine del cosmo.
La Verità Quantistica: indeterminata, mutante al variare dell’osservatore
La “Verità quantistica”, rappresentata dalle teorie di Heisenberg, introduce un ulteriore livello di complessità. In questo caso, la verità influenzata dall’osservatore stesso è indeterminata e mutante. Descrive il comportamento dei sistemi di dimensioni atomiche o subatomiche e spiega come le particelle si muovono, come si comportano e interagiscono. Rivela che la materia e la luce possono manifestarsi sia come onde che come particelle.
Anche questa visione sfida le nozioni tradizionali di “Verità bussola assoluta”, suggerendo che la realtà sfugga alla misurazione e invitandoci a considerare l’interconnessione tra l’osservatore e l’oggetto osservato.
La Verita Digitale o Bit Truth flottante, contaminata, volatile
In Occidente dunque le diverse Ere e forme di Verità Bussola sono per lo meno 5: la Mitologica; la Religiosa Monoteista; la Scientifica; la Relativa; l’Indeterminata. Tutte le affermazioni e le norme stabilite da ognuna di loro da 30 anni sono state totalmente “digitalizzate” e sono confluite, dai diversi archivi analogici, all’interno di un immenso archivio digitale: il Web. Qui giunte, organizzate e gestite dai Motori di Ricerca (e in progress anche dall’Intelligenza Artificiale) appaiono ormai in nuove forme di narrazione e “flottano” nel cyberspazio assumendo o perdendo valore, al variare del loro gradimento misurato dai counter.
La nuova forma con la quale compaiono nei diversi schermi le rende tutte tra loro simili, a causa delle gabbie grafiche di Internet per Pc o smart phone; la nuova dimensione le rende consultabili a velocità che tende a infinito, da ogni angolo del pianeta, da chiunque, in ogni momento e le rende condivisibili e modificabili facilmente.
Queste caratteristiche inedite le rendono anche paragonabili sia ai contenuti generati da mainstream che ai contenuti generati da utente. Specialmente per i giovani cervelli che non conoscono le vicende storiche e non investono tempo nella ricerca accurata, cioè il 90% della popolazione mondiale, si tratta un immenso “pappone digitale”, fatto di testi, immagini fisse e in movimento, suoni e disegnini, individuato per argomenti da una URL, un titolo, una breve descrizione e un numero di viewers raggiunti. La qualità del “pappone” è “indeterminata” tanto che, per esempio, un importante brano di Platone, che descrive l’amore, su Youtube “fa” 100.000 viewers in 5 anni di versione digitale, mentre una hit come Shape of you di Ed Sheeran, che a sua volta descrive l’amore tra adolescenti, “fa” 6,5 miliardi di visualizzazione su Youtube in 8 anni.
Oltre a queste prime considerazioni c’è da notare che: così come la Rete è in grado di produrre valore scambiabile in forma di BitCoin, la Rete è anche in grado di produrre verità scambiabili in forma di Bit Truth.
Questo tipo di verità digitale si crea in continuazione e viene diffusa a velocità che tende a infinito su bacini d’utenza che tendono a tutto il Pianeta. La sua caratteristica è molto simile a quella di un titolo azionario che entra in Borsa e che al variare del consenso/dissenso ottenuto (misurato da counter ufficiale) comincia a “flottare” acquisendo o perdendo valore e contemporaneamente esaltando la propria autorevolezza in proporzione all’accettazione o annichilendosi se in presenza di Verità flottanti antagoniste.
Ora attenti vi prego. Se osserviamo le caratteristiche di questo inedito e straordinario puzzle di Verità descritte e narrate, “vecchie e nuove”, che costituisce la Bit Truth, scopriamo che questo flusso incessante di affermazioni è anche la più importante “balia digitale” che sta “allattando” l’Intelligenza Artificiale e che è costituito da un mix di 3 rivoli diversi: il grande flusso digitalizzato delle Verità Bussola (che abbiamo descritto), che si mescola in continuazione con il flusso del Mainstream online e con il flusso dei Contenuti Generati dagli Utenti online.
Queste considerazioni sono importanti perché i proprietari e i programmatori di AI tendono a manifestarsi quali fornitori di verità neutre e equidistanti, per accreditare un’immagine di obiettività che consenta di aggiudicarsi fette di mercato rilevanti. A differenza dei Motori di Ricerca però che offrivano pacchetti di Bit Truth rinvenibili nelle loro creazioni originali e consultabili a scelta … l’AI tende a offrire sintesi precotte di Bit Truth e ovviamente ciò presuppone una imparzialità impossibile.
In ogni caso, sono già 30 anni che viviamo nell’Era della verità digitale o Bit Truth e sono 30 anni che utilizziamo in modo poco consapevole forme di verità flottanti, indeterminate e contaminate, che però appaiono “maneggiabili” e di facile accesso.
Nel frattempo, la libertà di espressione nel Web è diventata sempre più controllata, vigilata, misurata e orientata – a causa della forsennata raccolta di Big Data e della registrazione delle attività digitali- da parte delle Agenzie di Intelligence e dei pubblicitari.
Ne deriva che il bipolo Verità /Libertà, strategicamente rilevante per la specie umana, assume a questo punto la forma di confronto continuo tra indeterminazione e controllo e produce su grande scala sociale una sensazione generalizzata di caos totale da impotenza/disinteresse.
Quale ultima considerazione è interessante notare che la Bit Truth, a differenza delle precedenti forme di Verità, che erano prodotte esclusivamente da elites, è prodotta in gran parte dalla base planetaria delle comunità presenti nel web e conseguentemente si può dire che è il frutto dell’elaborazione complessiva e dell’interazione tra i componenti del pensiero collettivo. Ciò potrebbe in futuro costituire una linea di difesa dei “controllati”…