Nel dibattito sul futuro delle telecomunicazioni, alimentato da innovazioni continue e promesse sempre più ambiziose – dal 6G alle reti satellitari low-orbit, fino all’edge computing distribuito – si fa largo un’idea tanto affascinante quanto fuorviante: che le reti mobili, grazie ai loro progressi tecnologici, possano un giorno sostituire completamente quelle fisse. È un’illusione che rischia di generare aspettative sbagliate e, soprattutto, decisioni politiche dannose per il futuro digitale dell’Europa.
Le reti mobili rappresentano uno strumento straordinario di accesso, flessibilità e copertura. Sono fondamentali per garantire la connettività in mobilità, per servire aree remote dove la posa della fibra è economicamente complessa, e per abilitare applicazioni in tempo reale in settori come la logistica, l’automotive, la sanità. Ma quando si parla di prestazioni – misurabili in termini di capacità, latenza stabile, affidabilità, simmetria e scalabilità – la rete fissa in fibra resta, e resterà, insuperabile.
La ragione è prima di tutto fisica. Una rete in fibra ottica garantisce già oggi velocità superiori ai 10 Gbps con una latenza inferiore al millisecondo, senza essere soggetta ai vincoli dello spettro radio, all’interferenza elettromagnetica o alla congestione dell’aria. È una rete simmetrica, che offre le stesse prestazioni in upload e download, qualità ormai essenziale per il lavoro da remoto, l’uso di applicazioni cloud avanzate, la telemedicina e la creazione di contenuti. Al contrario, anche le reti mobili più avanzate – come il 5G standalone – operano su bande radio limitate, condivise, e soggette a degrado in condizioni di alta densità di utenti o ostacoli ambientali.
La Commissione europea, nel documento “Connectivity for a Competitive Digital Market – towards a Gigabit Society”, sottolinea come la fibra sia la sola infrastruttura in grado di garantire la resilienza, la sostenibilità ambientale e la capacità necessarie per la transizione digitale dell’economia europea. Il documento evidenzia come solo una rete in fibra possa abilitare davvero i servizi cloud avanzati, l’edge computing e le applicazioni critiche ad alta intensità di dati.
Le tecnologie emergenti come il metaverso industriale, la robotica collaborativa, l’AI generativa distribuita e l’high-performance computing richiedono una densità di capacità e una stabilità di rete che solo la fibra può assicurare. È per questo che i maggiori poli industriali europei – dai distretti manifatturieri tedeschi alle startup AI francesi – investono sempre di più in soluzioni FTTH e backhaul ottico avanzato, riconoscendone il valore strategico.
C’è poi una questione di sostenibilità. Le reti fisse in fibra, una volta installate, hanno un consumo energetico per bit trasmesso nettamente inferiore rispetto alle reti mobili. Secondo uno studio del Boston Consulting Group, la fibra consuma in media 3-5 volte meno energia per ogni gigabyte trasmesso rispetto al mobile: un vantaggio ambientale decisivo, che pochi evidenziano. In un’Europa che punta alla neutralità climatica, questo non è un dettaglio: è una priorità strategica.
Il dibattito regolamentare in corso in Europa sulle reti FWA (Fixed Wireless Access) rende ancora più urgente una presa di posizione chiara. Le soluzioni FWA, pur utili per scenari temporanei o aree difficili da raggiungere, non possono garantire né simmetria né stabilità su larga scala, soprattutto in ambienti urbani complessi o in presenza di alta domanda. I regolatori – sia nazionali che europei – devono evitare scorciatoie populiste o “tecno soluzioni miracolose” e concentrarsi invece sul completamento della copertura in fibra, lasciando al mobile il ruolo che gli spetta: complemento, non sostituto.
In conclusione, le reti mobili continueranno a evolversi e a offrire servizi sempre più sofisticati. Ma sarebbe un errore strategico – per i policymaker, per gli operatori, per i cittadini – pensare che possano rimpiazzare le reti fisse. La vera sfida per l’Europa non è scegliere tra mobile e fisso, ma investire con decisione su entrambi, riconoscendone le vocazioni diverse: ubiquità e flessibilità per il mobile; potenza, stabilità e sostenibilità per la fibra. Solo così l’Europa potrà garantire una connettività realmente all’altezza delle ambizioni del suo futuro digitale e industriale.