Dove si trovano gli aeroporti più pericolosi al mondo? Tra piste a strapiombo e condizioni meteo avverse quando atterrare e’ da brivido

| 22 Gennaio 2025
Dove si trovano gli aeroporti più pericolosi al mondo? Tra piste a strapiombo e condizioni meteo avverse quando atterrare e’ da brivido

Un viaggio tra gli aeroporti più pericolosi al mondo, tra piste che finiscono nel vuoto, strade trafficate che le intersecano e situazioni meteo al limite. In questa lista da brivido ci sono anche scali europei.

Esistono luoghi al mondo più pericolosi di altri, ma anche gli stessi aeroporti possono rappresentare un rischio per chi viaggia. Al di là del fatto che parliamo comunque di infrastrutture che generalmente possono dare un po’ di ansia tra voli in ritardo, cancellati, controlli di sicurezza e il peso delle valige da limare al grammo per evitare spiacevoli multe, ci sono degli scali che potrebbero riservare problemi decisamente più seri.

I criteri per determinare la pericolosità di un aeroporto

Il sito The Boutique Adventure ha stilato una lista degli aeroporti più pericolosi al mondo. Nel determinare l’elenco, sono stati considerati aspetti come quelli naturali, ad esempio se l’impianto si trova in una zona ventosa (che può complicare decolli e atterraggi) o su un’altitudine elevata (che comporta una maggiore velocità di atterraggio e piste più lunghe).
Oppure la posizione dello scalo, se vicino a centri abitati o spiagge, e ovviamente l’eventuale instabilità politica e sociale del Paese che lo ospita. In questo caso riportiamo alcuni impianti emblematici, sorvolando (perdonate l’orrido calembour) sulle infrastrutture nelle zone di conflitto – e che sono facilmente intuibili quali possono essere.

Qual è l’aeroporto più pericoloso al mondo e perché

Essendo molte le variabili ed essendo anche mutevoli (come esempio quelle legate ai disordini politici), assegnare la palma di aeroporto più pericoloso del mondo non è facile. Secondo Wikipedia il poco ambito titolo andrebbe allo Tenzing-Hillary di Lukla, in Nepal.
Intitolato ai primi alpinisti nella storia a scalare l’Everest, questo scalo è posizionato in alta quota, a 2.845 metri sul livello del mare. Ergo, come abbiamo visto le velocità di atterraggio sono maggiori rispetto ad altri impianti, ma la pista però è lunga solo 527 metri. E, per non farsi mancare nulla, termina in uno strapiombo, con al proprio lato una parete rocciosa. Non il massimo della tranquillità per chi vola (e tanto di cappello al sangue freddo dei piloti). A complicare il tutto non solo la topografia caratterizzata dalle montagne, ma anche un meteo spesso ostile.
Come riporta il Corriere della Sera che a sua volta cita i dati di Aviation Safety Network, si sono registrati nell’area dal 1919 40 incidenti mortali, di cui 19 dal 2000 in poi. Per un totale di 806 morti. Secondo le autorità due terzi delle tragedie sono avvenute dal 2009 al 2018 nelle fasi di atterraggio e di crociera.

Le incognite del meteo che minacciano gli aeroporti

Ma tornando alla lista di The Boutique Adventure, esistono altri aeroporti portatori di rischi di ogni tipo. Ad esempio l’hub internazionale del Kansai, in Giappone. Edificato su un’isola artificiale, l’aeroporto è però soggetto alle incognite del clima, oltre a quelle legate a terremoti e inondazioni, come quella avvenuta nel 2018 a causa del tifone Jedi.
Esistono poi altri casi curiosi di scali costruiti su luoghi inconsueti, come quello di Barra a Cockle Strand, in Scozia, l’unico al mondo con una pista di atterraggio sulla spiaggia. E anche in questo caso il meteo può influenzare pesantemente l’attività dello scalo. Stesso dicasi per l’aeroporto internazionale di Wellington, in Nuova Zelanda, il cui aspetto climatico critico è rappresentato dai forti venti e dalle conseguenti turbolenze in fase di decollo e atterraggio.
A proposito di meteo avverso, lo scalo internazionale Principessa Giuliana a Saint Martin (isola che rappresenta uno dei territori oltremare dei Paesi Bassi e che si trova nei Caraibi) è localizzato in una zona di transito di uragani. E, come se non bastasse, si distingue per avere una pista stretta e relativamente corta (circa 2.300 metri). Pista corta anche per il Santos Dumont di Rio de Janeiro, o meglio parliamo di due tratti per l’atterraggio e il decollo che sono collocati paralleli tra di loro e sono pressoché circondati dal mare. Poco spazio anche per l’impianto dell’isola di Agatti, in India, la cui pista è di 1.219 metri.
Ritornando invece in zona caraibica, sono noti per le difficoltà nell’atterraggio e nelle varie operazioni di volo (la pista è di solo 680 metri) il Gustaf III nell’isola di Saint-Barthélemy, nelle Antille Francesi e l’aeroporto di Saba-Juancho E. Yrausquin.

La pista sopraelevata di Madeira e la stazione in Antartide

In Europa si distingue per i rischi dei venti che spirano nella zona lo scalo di Madeira (sì, quello intitolato a Cristiano Ronaldo), in Portogallo, che ha anche la caratteristica unica di una pista di decollo sopraelevata, costruita su dei pilastri.
Vento e neve caratterizzano l’aeroporto norvegese delle Svalbard-Longyearbyen, teatro del peggiore incidente aereo nella storia del Paese scandinavo che nel 1996 causò 141 vittime, e la stazione McMurdo in Antartide, aperto alle spedizioni di ricerca.
Richiede ai piloti sangue gelido (è il caso di dirlo) pure l’aeroporto di Narsarsuaq, in Groenlandia, anch’esso interessato da neve e venti, così come lo scalo di Aspen/Pitkin County, incastonato nelle Montagne Rocciose del Colorado. Parlando di neve, quello di Courchevel nelle Alpi Francesi presenta come sfida principale la scarsa visibilità che può esserci nelle situazioni di atterraggio.

L’aeroporto dall’atterraggio più difficile al mondo

A proposito di atterraggi, lo scalo di Paro in Bhutan ha la particolarità di essere tra i più difficili dove toccare terra. L’aeroporto è circondato da massicci montuosi che possono anche superare i 5.000 metri, e solo pochi piloti al mondo possono atterrarci dopo essersi dotati di una qualifica apposita.
In termini di infrastrutture, si distingue lo scalo di Gisborne in Nuova Zelanda, con una pista di atterraggio che si trova accanto ad una linea ferroviaria, con tutti gli aspetti critici che comporta questa particolare vicinanza.
L’aeroporto internazionale di Gibilterra riesce persino ad andare oltre con l’audacia infrastrutturale, giacché la sua pista è intersecata dalla Winston Churchill Avenue, una (trafficata) strada che unisce Gibilterra con la Spagna. Va da sé che questo è considerato come scalo più pericoloso d’Europa, anche se parliamo di un aeroporto piccoli e con pochi voli. Che richiede però, nei momenti di decollo ed atterraggio, l’inevitabile chiusura della strada trasversale.

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