Tra arte, formazione e tecnologia, DIGeAT Festival riunisce oltre 140 esperti, 25 panel e tre laboratori dedicati alle figure chiave della trasformazione digitale. Un invito a rallentare, riflettere e ritrovare il senso umano del progresso tecnologico.
Il futuro si scrive a Lecce
Lecce, città di pietra e luce, diventa per tre giorni il centro pulsante del pensiero digitale europeo.
Dal 27 al 29 novembre 2025, tra le sue architetture barocche, prende vita DIGeAT Festival: una manifestazione internazionale che unisce cultura, diritto, tecnologia e arte in una sola grande conversazione sul futuro.
Un evento diffuso, ospitato in sei location simboliche — dal MUST al Castello Carlo V, dal Convitto Palmieri al Museo Castromediano — che trasforma la città in un laboratorio di riflessione viva.
Non un congresso tecnico, ma un’esperienza di senso: tre giorni per rimettere la persona al centro del digitale.
Un progetto nato per “disintossicare” il digitale
DIGeAT Festival è un progetto ideato da Digitalaw Srl, società che da oltre dieci anni forma e accompagna imprese e pubbliche amministrazioni nella complessità giuridica della transizione digitale. Nasce come estensione naturale del progetto editoriale DIGeAT (www.digeat.info), lanciato nel 2024, e oggi diventa un ecosistema culturale e interdisciplinare. Come spiega l’ideatore, Andrea Lisi, tra i massimi esperti italiani di diritto dell’informatica, l’obiettivo è chiaro: «Non celebriamo il digitale come un fine, ma lo interroghiamo come mezzo da orientare verso la responsabilità, la sostenibilità e il bene comune. Il nostro è un invito a rallentare, a riflettere, a ritrovare lucidità in un’epoca di automatismi e reazioni algoritmiche». Il titolo scelto per questa prima edizione, “A Momentary Lapse of Reason”, omaggia i Pink Floyd e fotografa perfettamente il nostro tempo: una modernità iperconnessa, talvolta smarrita, in cui la ragione rischia di perdersi nei meccanismi del codice.
Diritto, AI, dati: il cuore del dibattito
Dietro la formula di “festival” si nasconde una macchina di contenuti imponente: 25 panel gratuiti, 3 laboratori professionali e oltre 140 relatori provenienti da Italia ed Europa. La trama tematica intreccia cinque macro-aree chiave del presente digitale: protezione dei dati e diritto alla privacy; identità digitale e firme elettroniche alla luce del nuovo eIDAS; intelligenza artificiale tra governance, bias e responsabilità; cybersecurity in un contesto ridisegnato da NIS2 e AI Act; cultura digitale e società, tra fake news, linguaggi algoritmici e nuove vulnerabilità cognitive. Il tutto attraversato da un principio cardine: non c’è transizione digitale senza consapevolezza etica.
Le tre giornate del Festival — 27 novembre: Formazione e competenze del futuro
La giornata inaugurale è dedicata alla formazione specialistica: tre laboratori intensivi per le figure chiave della governance digitale — DPO, CISO, RDC e AIDEC Manager. In programma workshop su Data Protection & Cybersecurity, Digitalizzazione & Archivi, AI & Compliance, guidati da esperti come Giuseppe D’Acquisto (Garante Privacy), Stefano Marzocchi (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale) e Fabio Massimi (AgID). I partecipanti simulano crisi, gestiscono breach, affrontano casi concreti di accountability. È formazione viva, immersiva, che punta a formare non solo professionisti competenti, ma consapevoli. Qui il programma della giornata
28 novembre: Il grande laboratorio delle idee
Il centro storico di Lecce si trasforma in una rete di cinque spazi tematici, ognuno dedicato a una dimensione del digitale contemporaneo. Dal MUST (IA e creatività) al Palazzo Turrisi (identità digitale), fino al Museo Castromediano (cultura digitale). Si parla di cybersecurity come questione di libertà, di etica dei dati come nuova governance, di intelligenza artificiale come terreno di confronto tra diritto e filosofia. Qui il programma del 28 novembre.
29 novembre: Dialogo con le istituzioni
Al Castello Carlo V, simbolo di memoria e potere, il festival chiude con un forum sul futuro digitale del sistema Paese. Moderato da Barbara Carfagna (Rai), mette a confronto autorità, enti pubblici e organismi europei per una visione condivisa della trasformazione digitale. Qui tutti i dettagli.
Quando il digitale si fa arte
Il 27 novembre, alle 17.30, si inaugura la mostra «Anabasi: nel labirinto dell’intelligenza artificiale», di Marcello Moscara, Chiara Saurio e Andrea Lisi: un viaggio tra corpo e algoritmo, poesia e codice, ospitato nel Corridoio San Francesco (ingresso gratuito). In parallelo, va in scena «L’Angolo di J-Lo», spettacolo ideato da Emilio Gatto in cui un’IA dialoga con il pubblico, tra ironia e consapevolezza. Performance ore 18:00 del 27 e 28 novembre, sala Teatrino, ex Convitto Palmieri. Ingresso libero.
La cultura del convivio: “mangiare digitale”
Le Food Experience — pranzi e cene collettive — diventano spazi di incontro reale, lontani dagli schermi. «Mangiare digitale» è la metafora di un’epoca in cui ci nutriamo di informazioni: il festival invita a scegliere cosa mettere nel piatto della mente, con lentezza e presenza.
Rallentare per capire
In un’epoca che corre alla velocità dei dati, DIGeAT sceglie la via più difficile: rallentare per comprendere. Tra barocco e bit, Lecce diventa un laboratorio di umanità digitale, dove le regole incontrano la poesia, la legge dialoga con l’arte, e l’algoritmo si misura con l’etica. Il festival non promette risposte facili; offre domande necessarie. E, oggi, è già molto.