Bruxelles avvia la consultazione pubblica per introdurre da luglio nuovi dazi su prodotti statunitensi, se i negoziati falliscono. In gioco settori strategici come automotive, aerospazio, chimica e tecnologie critiche.
La Commissione Europea ha annunciato un pacchetto di potenziali contromisure commerciali del valore massimo di 95 miliardi di euro contro gli Stati Uniti. La proposta rappresenta una risposta strutturata alle tariffe imposte dall’ex presidente Donald Trump su acciaio, alluminio, automobili e una vasta gamma di altri beni europei.
L’obiettivo dell’iniziativa è duplice: da un lato proteggere la competitività dell’industria europea in settori ad alto valore aggiunto, dall’altro mantenere aperto il canale negoziale con Washington in vista della scadenza del 90-day pause introdotto unilateralmente dagli Stati Uniti, prevista per l’8 luglio.
Le misure proposte
Il nuovo pacchetto di dazi — che potrà essere applicato in assenza di un accordo commerciale bilaterale entro l’estate — colpirebbe prodotti americani come:
- vino, bourbon e alcolici
- pesce e prodotti agroalimentari trasformati
- componenti automotive e macchinari industriali
- aeromobili e parti di ricambio
- prodotti chimici, elettrici e medicali
La Commissione ha avviato una consultazione pubblica fino al 10 giugno per raccogliere i contributi di imprese, associazioni industriali e Stati membri. La decisione definitiva verrà presa successivamente, con l’intento di adottare un approccio “proporzionato e difensivo”, volto a non innescare una spirale di escalation commerciale.
I numeri di una frizione strutturale
Secondo i dati della Commissione, le tariffe USA colpiscono oggi 380 miliardi di euro di esportazioni europee — circa il 70% dell’interscambio in beni — una quota che potrebbe salire al 97% con l’estensione delle indagini statunitensi a farmaceutica, semiconduttori e minerali critici.
In risposta, Bruxelles ha già approvato a fine aprile un pacchetto sospeso di contromisure da 21 miliardi di euro, che includevano dazi su mais, grano, motocicli e abbigliamento, poi congelato in seguito alla moratoria USA.
Il nuovo pacchetto da 95 miliardi tiene conto della struttura asimmetrica dell’interscambio: l’UE importa dagli USA per 335 miliardi, mentre esporta beni per oltre 530 miliardi. Tuttavia, gli Stati Uniti vantano un surplus nei servizi, aspetto che complica ulteriormente l’equilibrio negoziale.
Settori sensibili e reazioni industriali
Tra i settori europei potenzialmente più esposti a ritorsioni e perturbazioni vi sono:
- l’automotive tedesco, con BMW e Mercedes-Benz che esportano massivamente dagli stabilimenti USA
- il comparto spirits, con l’associazione spiritsEUROPE che richiama l’assenza di dazi dal 1997 e chiede un accordo entro luglio
- l’industria chimica e dei macchinari, che teme una frammentazione normativa e commerciale prolungata
Al momento, la Commissione ha escluso dalle contromisure settori critici come farmaceutica e semiconduttori, probabilmente per evitare danni sistemici su supply chain altamente integrate.
Strumenti paralleli: WTO e restrizioni all’export
Oltre alle contromisure tariffarie, Bruxelles sta valutando restrizioni mirate all’export verso gli USA di rottami ferrosi (materia prima per l’acciaio) e alcuni prodotti chimici, per un valore di 4,4 miliardi di euro. Il timore è che, in assenza di vincoli, tali materie strategiche possano uscire dal perimetro europeo in modo destabilizzante.
In parallelo, la Commissione intende avviare una procedura formale presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) contro le tariffe americane, passo che prevede una fase iniziale di consultazioni tra le parti.
Passaggio critico
La proposta della Commissione segna un passaggio critico nella gestione delle tensioni transatlantiche, aggravate da una visione commerciale sempre più assertiva da parte degli Stati Uniti.
Pur mantenendo una linea preferenziale per la negoziazione, Bruxelles intende dotarsi di un arsenale regolatorio credibile, in grado di difendere la posizione economica dell’UE senza compromettere i rapporti strategici con Washington.
Il conto alla rovescia per l’8 luglio è iniziato. E con esso, una partita chiave sul futuro dell’ordine commerciale globale, tra dazi, diplomazia e governance multilaterale.